E dopo la confessione senza filtri di Sangiovanni in cui ha ammesso di doversi fermare in quanto sta attraversando un periodo di confusione artistica e professionale, ci ha pensato Ghemon con un lunghissimo post su Instagram a lanciare una vera e propria bordata alle case discografiche. Il rapper senza mezze misure ha denunciato un modus operandi comune, dominato dai numeri e dai sold out che sta inquinando la creatività individuale prestando il fianco all’omologazione. Queste le parole del rapper che oggi avranno fatto sobbalzare sulla sedia più di un discografico, ecco le sue parole :
“L’industria musicale attuale promuove un modo di pensare ed agire inquinato dal culto dei numeri e dei sold out che sta determinando più danni di quelli che il pubblico può vedere. Secondo la società della performance l’unico modo per esistere è stare al gioco indossando l’abito che è stato scelto per tutti, perché quello funziona già. Sacrifichi la tua identità perché l’uniformità rassicura il cliente e il conto economico. Con gli abiti tutti uguali che non si infeltriscono (le canzoni, le produzioni, i tour, i social) quello che scompare alla fine è la tua identità. Se non si fa in un certo modo non si sta nel supermercato. Se non sei nel supermercato, il pubblico cambia anche la percezione che ha di te”
Poi un affondo con un paragone che mette i brividi :
“Abbiamo bisogno dei dischi di un altro Tenco, non del suo tragico finale. Potevo essere io, se non avessi tenuto botta. Sii te stesso, sii contento di non essere come gli altri e le altre, anzi investi proprio in quello, circondati di persone che desiderano fare un pezzo di strada con te. Ogni giorno si ricomincia da capo, a tutti verranno i capelli bianchi, la pancia, i reumatismi e i numeri saranno un lontano ricordo. Rimarrà quanto sei riuscito a restare te stesso attraverso i cambiamenti e non quanto ti sei adattato a quel sistema. Stammi a sentire, mandali affanculo”
Parole durissime che al momento non hanno trovato alcuna replica da parte dei diretti interessati, ma che sicuramente rappresentano lo specchio del panorama musicale quantomeno italiano. Cantanti di successo che sfornano 4 o 5 singoli a stagione alla continua ricerca di stream e vendite, la bramosia delle major discografiche sta uccidendo la qualità e sta favorendo il mainstream, chi ce la fa a rimanere al passo sopravvive, gli altri soccombono.
Giuseppe Scuccimarri
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