lunedì 30 Settembre 2024

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Ligabue: “Il mio rapporto con Certe notti? Di fascinazione per il mistero”

Ligabue sarà protagonista a Campovolo il prossimo 21 giugno 2025 del concerto-evento “La notte di Certe notti”, volto a celebrare i trent’anni di uno dei suoi brani più amati

Nel giorno della Festa internazionale della Musica e del solstizio d’estate, il prossimo 21 giugno, Ligabue fermerà il tempo per festeggiare due importanti anniversari: i trent’anni di vita di “Certe notti” e i vent’anni dal primo concerto a Campovolo. Sarà un’occasione per rivivere insieme al pubblico la magia di canzoni che hanno segnato non soltanto la carriera, diverte delle quali tratte da “Buon compleanno Elvis“, disco cult che ha segnato la svolta della sua carriera e che, proprio nel 2025, celebrerà trent’anni dalla prima pubblicazione.

Per dare l’annuncio, ieri sera, Ligabue ha sorpreso fan e giornalisti nel piazzale dell’Autogrill di Arda Est (Fiorenzuola d’Arda) con un’esibizione live, proprio in quel luogo citato nella sua “Certe notti” (“al primo Autogrill c’è chi festeggerà”). Durante l’incontro stampa che c’è stato a seguire, a una nostra domanda, il rocker di Correggio ha risposto spiegando il rapporto che ha con questo suo pezzo, considerato che molti artisti tendono ad allontanarsi dai loro cavalli di battaglia.

«Confesso che il mio con “Certe notti” è un rapporto di fascinazione per il mistero – rivela Luciano – questa storia l’ho raccontata varie volte, ma non mi stanco mai di farlo. Siamo nel luglio del 1995, il brano sarebbe uscito poco dopo, il 25 di agosto. In quel periodo non si sapeva bene come sarebbero date le cose, venivo da un disco non proprio fortunato, vivevo una sorta di “o dentro o fuori”. In studio viene a trovarmi la Warner, all’epoca il presidente della mia casa discografica era Massimo Giuliano. Lui si complimenta con me per il disco “Buon compleanno Elvis!” che ha appena ascoltato e mi dice che il primo singolo sarebbe stato “Seduto in riva al fosso”, ma i miei collaboratori incalzano con “Certe notti” e, alla fine, si decide per quella. Io resto stupito, perché nei miei precedenti quattro album avevamo scelto come apripista sempre dei pezzi dal bpm molto alto, come “Balliamo sul mondo”, “Libera nos a malo”, “Ancora in piedi” e “A che ora è la fine del mondo?”. Quindi, per me, il primo singolo doveva essere “Vivo morto o X”.  Non capivo il potenziale di “Certe notti”, e mai mi sarei aspettato tutto quello che ha prodotto questa canzone da quel momento in poi. Si tratta della conferma di una teoria che ho sempre sostenuto, vale a dire che le canzoni fanno un po’ il cazzo che vogliono. Noi artisti dobbiamo solo lasciare che le cose accadano, fare del nostro meglio e aspettare che la lotteria del successo delle canzoni avvenga».

 

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.