A tu per tu con Paolo Muscolino, per parlare di Grelmos e del suo brano per Sanremo Giovani intitolato “Flashback. La nostra intervista al producer
Approfondiamo la conoscenza di Paolo Muscolino, produttore di Grelmos, in gara a Sanremo Giovani 2024 con il brano “Flashback”.
Il brano, prodotto insieme a Cocobeatz per Orange Italy, racconta temi come la delusione, la sfiducia e la resilienza in una realtà spesso ingannevole. Il tutto dal punto di vista di una donna la cui vita, si sa, è purtroppo spesso irta di insidie nella nostra società.
Approfondiamo la conoscenza di Paolo Muscolino, autore del pezzo insieme a Gabriele Coco, Roberto Strano e Greta Jasmin El Moktadi.
Innanzitutto, parliamo di Grelmos: com’è iniziata la tua collaborazione con Greta?
«Il mio incontro con Grelmos nasce la scorsa estate in Sicilia al compleanno dal mio artista Producer “Cocobeatz” da quella sera c’è stata subito una buona intesa e l’ho inviata il giorno dopo nel mio studio di registrazione per una sessione di scrittura».
Com’è nato il brano “Flashback” e l’idea di proporlo a Sanremo Giovani?
«“Flashback” è nato dopo una lunga conversazione con Greta (Grelmos, ndr) mi ha raccontato un po’ del suo momento particolare che stava vivendo in quel periodo, ricordo che mi mandó un messaggio su WhatsApp con tutto quello che le stava accadendo… Dopo qualche giorno nacque il brano».
Nel pezzo, prodotto da te e Cocobeatz, emergono tematiche forti come la delusione, la resilienza e la fatica di fidarsi. Come ti sei approcciato alla produzione di questo brano in modo da rispecchiare e amplificare questi temi?
«Diciamo che in questo caso è nata prima la produzione del Beat (oggi si chiamato così ah ah ah). In corso d’opera ci siamo accorti insieme a Cocobeatz che stavo uscendo fuori qualcosa di magico con delle sonorità internazionali ed armonie melodiche molto fresche, come diciamo noi in gergo musicale».
Grelmos è un’artista con un seguito importante, oltre 2 milioni di follower. Ci sono più pro o più contro secondo te? Perchè se da un lato avere un bacino di pubblico già consolidato è un vantaggio, dall’altro bisogna abbattere un po’ di pregiudizio, tipico italiano, per chi proviene da mondi come quello del web o come quello dei talent. Tu che ne pensi?
«Sicuramente da una parte il fatto che Grelmos abbia un seguito importante può aiutare, ma dall’altra parte ci sono molti pregiudizi e sopratutto nessuna si sarebbe aspettato Grelmos a Sanremo ed il brano con cui è entrata! Tutti si aspettavano una roba Drill oppure Trap dalle sonorità ostinate e testo banale! Sotto questo punto di vista devo dire che abbiamo spiazzato tutti, ma devo ammetterlo era tutto premeditato! (sorride, ndr)».
Come si è evoluto il suono di Grelmos nel corso delle sessioni in studio? C’è stato un cambiamento rispetto ai suoi lavori precedenti o ti sei concentrato sul consolidare il suo stile distintivo?
«Come dicevo poc’anziè stata totalmente ribaltata al contrario, da quello che facevaprima non è rimasto nulla, abbiamo creato una nuova Grelmos!».
Che idea ti sei fatto della scena musicale attuale? Cosa ti piace e cosa meno?
«La scena musicale attuale la definirei di plastica, tutta questa trap con argomentazioni monotematiche e beat fatti senza nemmeno uno strumento suonato con dei copia e incolla l’uno con l’altro! Invece c’è da dire che la scena indie da molte soddisfazioni lo definirei il nuovo cantautorato italiano dei giorni nostri. Cesare Cremonini è il capo indiscusso!».
Per concludere, qual è la tua visione da producer nei confronti di un’artista? Sia per Grelmos che in generale, cosa cerchi di mettere in risalto di un artista e come descriveresti il tuo approccio?
«Cerco sempre di conoscere a 360° l’artista che ho davanti e di tirare fuori il meglio di lui, valorizzando i lati migliori e cercando di modificare e migliorare i lati deboli, il mio approccio è molto determinato e a tratti severo, ma sicuramente so essere anche un buon amico e consigliere».
Nico Donvito
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