Recensione del terzo capitolo discografico del cantautore siciliano
Terzo Festival di Sanremo, terzo album d’inediti per Giovanni Caccamo che con “Eterno” si presenta al pubblico come il cantautore del sentimento amoroso. Un amore raccontato pienamente in questo nuovo concept album incentrato proprio sull’eternità e sulla potenza del sentimento più alto.
Si apre e si chiude con due differenti versioni di Puoi fidarti di me, delicatissima ballata tutta archi e pianoforte che introduce il tema dicendo “non interpreto amore, non so bene cos’è” prima di cantare l’esistenza unica, indissolubile e incontrastabile dell’ “io e te” cercando una definizione della parola amare che, alla fine, trova “nei piccoli istanti” il suo essere eterno e senza tempo. Nella sua seconda versione il brano si riveste di un arrangiamento totalmente acustico che elimina la bella orchestrazione originaria per far spazio al solo piano che aumenta l’intimità del racconto e la resa più controllata ad espressiva della voce.
Fulcro dell’intero lavoro è quella title track, Eterno, scritta con Cheope e portata in scena a Sanremo 2018 ottenendo il decimo posto finale. Se la scrittura romantica e sognante di Giovanni si conferma viva e presente, la parte melodica propone la classica costruzione con una lenta partenza al pianoforte ed un inciso orchestrale e arioso in cui la voce si libera cantando dell’amore che “può salvare” dimostrando, però, una fragilità sempre in bilico.
Quello raccontato è un amore positivo, felice e solare ma anche un amore concreto e antitetico rispetto alla condizione del presente comune come risulta nella sostenuta ed “estiva” Bisogno di tutto in cui l’orchestrazione accompagna per mano una crescita ritmica e tematica nell’inciso che affronta la bellezza del “fare l’amore” con “le bocche”.
Decisamente più intima e circoscritta è l’atmosfera che si respira in Se partissimo domani, tentativo di far perdurare la condizione di felicità prima di rendersi conto che è preferibile vivere e gustare il presente, e in Altrove, altra eterea e sospesa ballata orchestrale incentrata sul superamento di un limite spaziale. C’è, infine, l’amore dedicato: quello terreno e concreto di Quanto ti ho desiderato, scanzonato racconto di un “folle amore” scritto insieme al collega Giuseppe Anastasi, e di Il mio bene per te, leggero ricordo di momenti passati insieme; e quello etereo e divino di La sua figura, cover del celebre brano di Giuni Russo di cui l’eleganza vocale non è, purtroppo, nemmeno evocabile.
Questo nuovo album di Giovanni Caccamo conferma il talento autorale e compositivo del giovane cantautore siciliano riuscendo a presentare una sua crescita dal punto di vista dell’orchestrazione e dell’arrangiamento impreziosito, in questo lavoro, dalla London Session Orchestra. Un lavoro sicuramente apprezzabile dal punto di vista autorale e nel riuscito intento di raccontare l’amore nelle sue diverse sfaccettature, manca, purtroppo, quella vocalità importante che, come da tradizione, non è caratteristica propria dei cantautori ma che, in questo caso, avrebbe reso sicuramente in modo più compiuto queste preziose dediche d’amore.
MIGLIORI TRACCE: Bisogno di tutto – Altrove
VOTO COMPLESSIVO: 6.3/10
Ilario Luisetto
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