Viaggio sola andata nel mondo delle canzoni che fanno da colonna sonora di questa stagione estiva
Dopo aver inaugurato questo nuovo appuntamento settimanale parlandovi di “Amore e capoeira”, “Da zero a cento”, “Italiana”, “Non ti dico no”, “Nero bali”, “Moscow mule”, “Felicità puttana”, “D’estate non vale”, “Amore a prima Insta”, “Una grande festa”, “E.STA.A.TE”, “Un altro giorno sulla terra”, “Io mi innamoro ancora”, “Ti ricordi di me?”, “Bye bye”, “Nera”, “Viva la libertà” e tante altre, ben ritrovati con il nostro consueto bollettino musicologico dei potenziali tormentoni dell’estate 2018, ossia le proposte musicali più fresche che ci terranno compagnia nei prossimi afosissimi mesi.
In questa settima “puntata” parleremo di “Faccio quello che voglio“ di Fabio Rovazzi (con Emma Nek e Al Bano Carrisi), “Ultraleggero“ di Gianni Morandi, “Pizza e fichi“ di Tredici Pietro, “Pezzo reggaeton“ di OEL, “Zingarello“ di Ghali, “Giungla“ di Lele, “Bandita“ di Jake La Furia, “Il terrone va di moda“ de Il Pagante, “Ho anche dei difetti“ del trio Amedeo Preziosi – Riccardo Dose – Awed e “Un’altra estate che va“ di Jerry Calà. Armiamoci di cuffiette, crema solare e partiamo in direzione spiaggia.
Fabio Rovazzi – Faccio quello che voglio
(con Emma, Nek e Al Bano Carrisi)
Quello che piace di Rovazzi è l’autoironia e la chiarezza, dato che non si è mai spacciato per un cantante, a dispetto di tanti suoi “colleghi”. Dopo aver collezionato milioni di view e undici dischi d’oro con i suoi precedenti singoli (“Andiamo a comandare”, “Tutto molto interessante” e “Volare”), lo youtuber torna alla grande con un brano molto più cantabile dei precedenti e un videoclip professionale e parecchio divertente. Diciamolo pure, “Faccio quello che voglio” è una genialità totale perché si avvale di ben tre “feat. a tradimento”. Dopo aver costretto Gianni Morandi a cantare con lui prendendo in ostaggio la sua Anna, questa volta Fabio ruba per l’occasione le voci di Emma, Nek e Al Bano Carrisi, passando dal reato di sequestro di persona a quello di appropriazione indebita. Dai tempi del trattore in tangenziale sono passati solo due anni, ma l’artista ha dimostrato un’evoluzione incredibile, complice un bel pezzo co-firmato con il solito Danti, tre azzeccatissimi innesti musicali e un inciso che ti martella a suon di pa, pa, pa, ra-ra, pa-pa, ra-ra, ra-ra, pa, pa, pa, ra-rà.
Gianni Morandi – Ultraleggero
Dimenticare il momentaneo sodalizio con Rovazzi per Gianni Morandi non deve essere stato facile, perché la prima visualizzazione non si scorda mai. Si intitola “Ultraleggero” il singolo scelto dal cantate per affrontare la calura estiva, un pezzo da novanta scritto per lui da mister Ivano Fossati, inserito all’interno di “D’amore d’autore”, il disco che ha cercato di ridonare dignità, splendore e prestigio ad una fase discutibile della sua insindacabile carriera. Metti insieme due grandi artisti e il risultato non può che essere straordinario.
Tredici Pietro – Pizza e fichi
Per tutti coloro che sono all’ascolto e non conoscono la vera identità di Tredici Pietro, tenetevi forte, perché il suo vero nome non è Bruce Wayne, Clark Kent o Peter Parker, bensì all’anagrafe è registrato come Pietro Morandi. Ebbene sì, stiamo parlando del quartogenito del Gianni nazionale che, dopo Giacomo Celentano e DJ Francesco, vuole dimostrare al mondo intero che i figli d’arte non sono mica pizza e fichi, tradotto: una manica di scappati di casa. Per farlo, sceglie il sentiero più semplice, che non è la solita stradella nel bosco raccontata nelle fiabe dei fratelli Grimm, bensì un’autostrada asfaltata a quattro corsie, che nella musica di oggi corrisponde alla trap. Eh si, perché dopo Sfera Ebbasta, Drefgold, la Dark Polo Gang, Young Signorino e mettiamoci pure Biondo, ne sentivamo davvero tutti il bisogno. Prodotto da Mr Monkey, babyMorandi ripete più volte nel ritornello della canzone (sempre ammesso che di ritornello e di canzone si possa parlare), “sono l’ultimo arrivato ma anche l’ultimo ad andarsene”, con fare piuttosto minaccioso. Che dire? Fatti mandare dalla mamma a prendere il trapper.
OEL – Pezzo Reggaeton
Altro giro, altra corsa, altro figlio d’arte. Allacciatevi le cinture perché stiamo per parlare di OEL, al secolo Leonardo Cecchetto, figlio di Claudio, della tribù del Gioca Jouer (come direbbero Aldo, Giovanni e Giacomo). Dopo aver debuttato nel patinato mondo della discografia odierna con il singolo “Le focaccine dell’Esselunga”, il neomaggiorenne torna con “Pezzo reggaeton”, un brano trap (e che novità) che ci fa rimpiangere con nostalgia i tempi andati, compreso pure il “dormire, salutare, autostop, starnuto, camminare, nuotare, sciare, spray, macho, clacson, campana, saluti, saluti e superman!”.
Ghali – Zingarello
Ma la trap, così come tutti i generi, merita di esistere… il problema è la sua sovraesposizione. Tra tutti i passeggeri di questo enorme carro di pseudo-vincitori, c’è un solo e unico protagonista, si chiama Ghali e ha quel non so che di artistico che gli altri suoi compagni di merende non possiedono. Stiamo parlando dell’inventiva, già espressa in pezzi come “Habibi”, “Ninna nanna” e la celebre “Cara Italia”. Da un certo punto di vista, “Zingarello” non aggiunge nulla di nuovo, ma prosegue un discorso originale e interessante. Il segreto? Essere riconoscibile, nonostante l’autotune, se ascolti un pezzo dell’artista italo-tunisino riesci ad identificarlo, mentre gli altri sono davvero tutti troppo uguali. Yeah, uuh, yeah yeah.
Lele – Giungla
Dalla padella alla trap, capita a volte di vedere artisti che percorrono un senso contrario a quello di marcia: se da un certo punto di vista la svolta di Lele è apprezzabile perché va controcorrente, dall’altro è un po’ contro natura, dato che il giovane vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo 2017 possiede doti canore piuttosto importanti, che in questo pezzo vengono soffocate dall’autotune. Sulla carta un atto di coraggio, di fatto una piccola involuzione. Si spera che “Giungla” sia solo una tappa del suo viaggio, una sosta all’Autogrill per farsi un caffè e mangiarsi una rustichella, una sperimentata una-tantum, perché di trapper ce ne sono fin troppi e l’artista campano ha ancora molto da dare al pop. Il pezzo è ben prodotto, ma queste cose lasciamole fare a Liberato. La mia opinione? Va bene fare qualcosa di diverso da quanto già proposto, ma senza omologarsi troppo al mondo circostante, ma “si sa che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio”.
Jake La Furia – Bandita
Se abbiamo apprezzato il suo cameo in “Amore zen” de Le Vibrazioni, questa volta Jake la Furia rappa a colpi di retorica e sonorità da spiaggia. A sorpresa canta nell’inciso con il solito aiutino dell’autotune, che a questo punto possiamo considerare il “viagra” dei rapper. “Bandita” è l’ennesimo scanzonato pezzo reggaeton che, finita la stagione estiva, verrà ricordato soltanto dai bagnini di Gabicce Mare. Come se fosse obbligatorio uscire per forza con un tormentone, mentre sarebbe consigliabile un’annata sabbatica, magari in un posto esotico. Sarò prevenuto, ma ho ancora nella testa l’inciso de “El party”, ah… quello si che è un gran pezzo!
Il Pagante – Il terrone va di moda
Che estate sarebbe senza Il Pagante? Come direbbero i quindicenni, è un gruppo che spakka e “Il terrone va di moda”, nel complesso, risulta musicalmente uno dei loro pezzi migliori, beffardo nel testo e molto attuale nelle sonorità, con quel tocco di truzzo che (almeno in questa canzone) si incastra alla perfezione. Il trio milanese confeziona un brano kitsch e irriverente, ma che non varrebbe molto senza il videoclip, chiamiamola pure “la maledizione di Rovazzi”, però le immagini aiutano a sopperire una certa mancanza di profondità, il vero male di questa era discografica. Ma chissenefrega, siamo in estate, andiamocene pure tutti in Salento a pogare sul bagnasciuga cose a caso.
Amedeo Preziosi, Riccardo Dose e Awed – Ho anche dei difetti
Prendete tre youtubers, possibilmente tra le stelle più splendenti del firmamento del web, metteteli accanto un hitmaker del calibro di Danti, affidate la produzione all’esperto Dj Matrix, mescolate aggiungendo un videoclip pieno zeppo di vips, immergeteci una fettina di lime et voilà, il cocktail è servito. Dopo aver esordito la scorsa estate con il singolo “Scusate per il disagio”, Amedeo Preziosi, Riccardo Dose e Awed tornano con un brano che prosegue nella stessa direzione, intitolato “Ho anche dei difetti”, che rievoca suoni e colori di fedeziana memoria. Divertenti e scanzonati catalizzatori di views, per il prossimo progetto mi piacerebbe ascoltare qualcosa di diverso. Staremo a sentire.
Jerry Calà – Un’altra estate che va
Emozioni a raffica per il ritorno discografico di Jerry Calà, comico e attore di pellicole cult che hanno rivoluzionato il concetto di cinema, così come lo conosciamo. Esaurite le idee, ci prova anche con la musica… che già non sta messa benissimo. Bisogna premettere che stiamo parlando comunque di un musicista, che da anni si esibisce in serate e fa il pienone nelle balere e nelle discoteche di mezza Italia, quindi nulla da eccepire, il problema è la canzone… operazione un po’ vintage nonostante i riferimenti a Instagram e WhatsApp. Il trionfo degli stereotipi e dei cliché, un mix di citazioni e autocitazioni, tra cui la celeberrima ed intramontabile “libiiidineeee”. Insomma, aridatece “Abbronzatissimi” e “Rimini Rimini”! D’altronde non si può biasimarlo, girare un film e distribuirlo nelle sale cinematografiche, oggi, è molto più dispendioso che cantare una canzoncina e pubblicarla su YouTube. Misteri dell’evoluzione tecnologica.
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Nico Donvito
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