Recensione del nuovo album d’inediti del cantautore
18 mesi e 3 album d’inediti ricchissimi di musica e di storie. 3 album che, per inciso, sono diventati dei successi nazionalpopolari del pop italiano in degli anni in cui proprio questo genere sembrava sparito e sconfitto sotto i colpi del beat contemporaneo e delle barre parlate dei rapper d’oltreoceano. Ultimo, invece, rappresenta la più grande novità discografica degli ultimi mesi oltre che l’unica novità-tradizionale capace di conquistare con il sentimento e la melodia il grande pubblico mainstream. A testimoniarlo, dopo i grandissimi successi di Pianeti (qui la nostra recensione) e Peter Pan (qui la nostra recensione) è arrivato il 5 aprile 2019 anche Colpa delle favole, il terzo capitolo di una fortunatissima trilogia.
Nel nuovo disco del fortunato cantautore romano non poteva mancare, ovviamente, I tuoi particolari, il nuovo must del suo repertorio nonchè il brano manifesto dell’album per essere stato proposto all’ultimo Festival di Sanremo dove ha conquistato il secondo posto finale. Ultimo si dona per come è e per come si è sempre raccontato: partenza lenta ed intima al pianoforte dove prende corpo il momento di un abbandono che continua a riproporsi con continui ricordi ed immagini quotidiane. Tutto, poi, esplode nell’inciso dove entra in gioco l’orchestrazione più tradizionale che confeziona al meglio una bella ballata pop tradizionale.
Ed è proprio questa l’anima di Ultimo nonché la sua miglior espressione artistica mostrata finora. Da qui non è un caso che traggono ispirazione Fermo, dove dopo una delusione non si ha altra volontà che quella di pensare e non far nulla, Piccola stella, che pur attuando una melodia più “da cantilena” si dedica all’elogio dell’amata che ci sta accanto e che viene raccontata come “una piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce”, e Quando fuori piove, in cui la delusione viene rintracciata nel tempo che “ha preso tutto ed ha preso anche il nostro amore”.
Il fulcro del progetto, però, è da collocarsi attorno alla parte centrale del disco, quella in cui con più purezza ed immediatezza viene allo scoperto il messaggio dell’album e in cui si realizzano i migliori episodi musicali del progetto a partire dal singolo Rondini al guinzaglio che recupera la tematica dell’evasione, della fuga dal presente per trovare un “ovunque” in cui “dove tutto si trasforma, dove il mondo non mi tocca”. Sembra di esser ritornati alle atmosfere del primo album, il migliore indubbiamente del repertorio del giovane cantautore: “dove basta un minuto per vivere sempre”. Seguono a ruota le belle e struggenti Amati sempre, autentica poesia capace di superare il tema del dolore per un amore finito per pensare al bene della persona lasciata (“ancora adesso mi fa male ma tu amati sempre”), e Quella casa che avevamo in mente, che invece sogna di appartenersi nuovamente ma “com’era prima”.
Esiste poi, come nei progetti precedenti, una parte, all’interno del disco, che si rivela più fresca e scanzonata e che, in questo caso, prende corpo proprio dalla title-track, Colpa delle favole, che si rivela essere il perfetto inno per il futuro tour e per la data evento allo Stadio Olimpico dove sicuramente risuonerà a bomba nella scia delle ultime produzioni di Vasco Rossi. La chitarra elettrica che fa di sfondo al brano insieme ad una ritmica più decisa è sicuramente la novità principale (che, ahimè, si conclude in appena 3 minuti) all’interno del repertorio del giovane Ultimo che si trova a dover ammettere di aver perso il proprio amore a causa del realizzarsi dei propri sogni a partire dalla musica.
Ipocondria e Aperitivo grezzo rappresentano gli episodi più allegri dell’album almeno dal punto di vista melodico anche perchè i rispettivi testi continuano a riflettere inesorabilmente sulla lontananza, sulla fine di una relazione e su come la popolarità abbia, in qualche modo, complicato la vita del giovane cantautore romano. Proprio quest’ultimo tema viene approfondito nella struggente Fateme cantà che, tutta in dialetto romanesco, risulta essere un dialogo interiore di Ultimo che si trova distrutto dal successo, dalla popolarità, da tutto ciò che fa da contorno alla musica ma che, in realtà, ben poco centra con essa: “io che quasi me ce sento in colpa pe aver avuto sto sporco successo che è amico sul palco e te ammazza nel resto”.
Il disco si chiude senza troppi fronzoli ma scegliendo, anzi, l’essenzialità e la purezza di una musica nata con semplicità con un pianoforte. Il tuo nome (comunque vada con te) e La stazione dei ricordi suonano come perfetti epiloghi di un lungo viaggio di vita non solo musicale ma spesso e volentieri personale perchè il punto forte di Ultimo e di questo progetto è proprio quello di essere riuscito a far risuonare come vere, autentiche e sentite le storie raccontante nelle proprie canzoni anche senza particolari effetti speciali, senza sonorità acchiappa radio o accattivanti duetti da tormentone assicurato.
“Potrei cantare per cent’anni e dire le stesse cose: e non è monotonia, è il mio rifugio personale” canta Ultimo per concludere questo suo nuovo viaggio musicale e forse sta proprio qui l’integrità del messaggio che questo giovane ragazzo rivoluzionario per la musica italiana porta con sè. Colpa delle favole è un disco che ha il coraggio di “cantare solo ciò che avevo dentro” e questa verità emerge limpidamente e con forza dalla prima all’ultima traccia che, certo, non suonano più come assolute novità per chi ha imparato a conoscere il repertorio di Ultimo ma che hanno sempre quella marcia in più per riuscire ad emozionare e a colpire quell’animo romantico che, proprio come quello di Niccolò, sognava che si avverassero le favole ma che, poi, ne è rimasto sconvolto per aver perso ciò che fino a prima la vita gli aveva riservato. Colpa delle favole è l’ennesimo bel disco di un talento puro che deve solo pensare a vivere, a scrivere e a cantarci di lui. Noi faremo il resto ascoltandolo, rispecchiandoci ed emozionandoci con le sue parole.
Migliori tracce | Colpa delle favole – I tuoi particolari – Amati sempre – Rondini al guinzaglio – Quella casa che avevamo in mente
Voto complessivo | 7.9/10
Tracklist |
- Colpa delle favole
[Ultimo] - I tuoi particolari
[Ultimo] - Quando fuori piove
[Ultimo] - Ipocondria
[Ultimo] - Fateme cantà
[Ultimo] - Rondini al guinzaglio
[Ultimo] - Amati sempre
[Ultimo] - Quella casa che avevamo in mente
[Ultimo] - Piccola stella
[Ultimo] - Aperitivo grezzo
[Ultimo] - Fermo
[Ultimo] - Il tuo nome (comunque vada con te)
[Ultimo, Matteo Nesi – Ultimo] - La stazione dei ricordi
[Ultimo]
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Ilario Luisetto
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