Il primo atto della carriera di una delle dive della canzone italiana più amate del nostro Paese
Ci sono opere e canzoni che sono destinate a durare nel tempo senza veder scalfita la propria forza originaria, ci sono artisti così avanti per la propria epoca da non riuscire a trovare una giusta collocazione, gemme rare che attraversano il tempo senza invecchiare mai, in una parola: immortali. Ci sono dive della voce, del look, della canzone che rimarranno per sempre tali.
E’ il 1972 e una giovane Mia Martini ha appena preso il volo grazie al fortunato incontro con Alberigo Crocetta e ad un brano rivoluzionario e dissidente come ‘Padre davvero’ (qui la prima parte della sua storia). Per Mimì, però, è già tempo di cambiamenti e di un’evoluzione importante: abbandona la RCA per approdare alla Ricordi insieme a Crocetta e per incidere ‘Piccolo uomo’, un brano che inizialmente la vede molto contrariata. Il dissenso, la ribellione verso gli schemi e gli ordini precostituiti svaniscono tutto d’un tratto e lei si trova tra le mani un brano che racconta di una “piccola donna” che soffre per un amore di un uomo che vuole allontanarla.
Il successo è immediato e stratosferico: Mia Martini approda la Festivalbar dove ottiene una vittoria netta e da dove si afferma come assoluta protagonista della fine dell’estate musicale di quell’anno.
Piccolo uomo non mandarmi via
io, piccola donna, muoio se mi lascerai
Ed è alla figura della donna che da allora in poi Mimì dedica gran parte della sua attenzione e della sua ricerca musicale nelle scelte del suo repertorio che progressivamente va ad includere brani come ‘Donna sola’, ‘Madre’, ‘Donne’ o ‘Gli uomini non cambiano’: tutti successi dedicati al mondo femminile letto con diverse (ma poi simili e sovrapponibili) chiavi di lettura.
Il successo continua sulle note di Minuetto, il suo maggior successo nel corso della carriera, che la porta a cantare un brano firmato appositamente per lei da Franco Califano che va ad aggiungersi alla già illustrissima lista di cantautori che si erano messi a disposizione della nascente stella della musica italiana (Claudio Baglioni, Antonello Venditti, Bruno Lauzi, Maurizio Frabrizio…). Mimì vince nuovamente il Festivalbar nel 1973 riuscendo nell’impresa di collezionare due titoli consecutivi come era riuscito soltanto a Lucio Battisti.
Della ragazza ribelle al mondo e alla società non rimane più nulla: ora Mia Martini è l’incarnazione della donna bella e fresca innamorata dalla vita e di un uomo che le fa perdere la testa in nome dell’amore.
Sono sempre tua, quando vuoi: nelle notti più che mai
dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi
tanto sai che quassù male che ti vada avrai tutta me se ti andrà, per una notte
sono tua, la notte a casa mia sono tua, sono mille volte tua
Ilario Luisetto
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