venerdì 22 Novembre 2024

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“Niente (Resilienza 74)”, Rita Pavone e il segreto per attutire i colpi della vita- RECENSIONE

A quarantotto anni dalla sua ultima volta al Festival, l’artista torinese torna a Sanremo con la solita grinta

Ha fatto la storia e, nel suo piccolo, l’ha fatta ancora. Tanto di cappello per Rita Pavone che è tornata in gara al Festival di Sanremo a distanza di quarantotto anni dalla sua ultima partecipazione, avvenuta nel lontano ’72 con “Amici mai”. Diciamocelo, l’artista torinese con la kermesse canora non è mai stata particolarmente fortunata, non è mai andata oltre il tredicesimo posto, compreso quest’anno, dove avrebbe meritato molto più di una sola standing ovation. “Niente (Resilienza 74)” è il brano che racconta la sua storia, una canzone cucita su misura per lei dal figlio Giorgio Merk, che ha incentrato l’intera narrazione sull’importanza di sviluppare la capacità di incassare e attutire i colpi della vita.

Nel corso della sua longeva carriera, ha sempre trasmesso emozioni attraverso la grinta che universalmente le viene riconosciuta, questa volta lo fà in maniera ancora più mirata, riscoprendo le sonorità power che hanno contraddistinto i suoi esordi e che sono state messe da parte, all’apice della sua carriera, per seguire un percorso più convenzionale e nazionalpopolare per il nostro Paese. “Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi, resto qui nel fitto di un bosco e il tuo vento non mi piegherà”, canta Rita Pavone rivolgendosi nei confronti della vita e delle sue avversità.

La sua presenza in gara ha indubbiamente nobilitato questa 70esima edizione sanremese, dimostrando a tutti che ci si può mettere in gioco e in discussione anche a settantaquattro anni. Questo e molto altro ancora è “Niente (Resilienza 74)”, l’inno di chi non si piega di fronte alle avversità e all’età, bensì risponde con tenacia, positività e testardaggine, senza alterare o alienare la propria integrità morale e la propria identità artistica. Una presa di coscienza che merita di essere urlata, ascoltata e tramandata alle nuove generazioni, come esempio universale di determinazione e coraggio.

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Niente (Resilienza 74) | Video

Niente (Resilienza 74) | Testo

Niente, qui non succede proprio niente
e intanto il tempo passa e se ne va
meglio cadere sopra un’isola
o un reality che qualche stronzo voterà
niente, adesso non ricordo niente
fammi sentire che sapore ha
e la mia testa sul cuscino certe notti
vuoi sapere quanto male fa
male fa, male fa (and I like it, I like it)
male fa, male fa (yes I like it, I like it)

Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
resto qui nel fitto di un bosco
e il tuo vento non mi piegherà

Qui non succede proprio niente, pensavo
che ad ogni seme piantato corrispondesse un frutto
dopo ogni fiato spezzato ricominciasse tutto
che la parola di un uomo valesse oro e invece
trova un amico ma non toccargli il tesoro
niente, non ci ho capito proprio niente
ma anche l’orgoglio si rimargina
picchia più forte, non lo vedi che sto in piedi
non ti accorgi che non servirà

Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
resto qui nel fitto di un bosco
e il tuo vento non mi piegherà
I love you, I love you, I love you
I love you, I love you, I love you

Non hai mai saputo spezzarmi, travolgermi
resto qui nel fitto di un bosco
e il tuo vento non mi piegherà, mai più
il vento non mi piegherà mai più
il vento non mi piegherà
qui non succede proprio niente

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.