domenica 24 Novembre 2024

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Le 50 canzoni da non perdere del primo semestre del 2020

Le 50 canzoni dei primi 6 mesi del 2020 che non si possono non ascoltare

Quali sono le 50 canzoni di questi primi 6 mesi del 2020 che non si può assolutamente non aver ascoltato? Dopo aver pubblicato le nostre top50 relative al mondo indie (qui per recuperarla) e le top25 per il mondo rap (qui per recuperarla) oggi ci occupiamo della scena più tradizionalmente pop o, per meglio dire, mainstream. Rigorosamente in ordine alfabetico ecco la nostra personale selezione:

1.16 marzo – Achille Lauro

Non solo istrionico ma anche profondo, nostalgico e tradizionalmente pop. Luaro si concede nuovamente la possibilità di esprimere i sentimenti di un amore che si rompe ma che, poi, rinasce sotto un’altra capanna restituendo tutta quella felicità che si pensava fosse irrecuperabile. Potente pop-rock rivisitato con i concetti vocali d’attualità e la tradizionalità di un sentimento in musica che non potrà morire mai. Intensità 2.0

4. Anima fragile – Cioffi

Uno dei brani più belli dell’anno per quei nostalgici del pop all’italiana capace di parlare del dolore, della sofferenza interiore ma anche d’amore, di vita e di esperienze che invitano a guardare al domani con fiducia. Il singolo di debutto di questo giovane cantautore pugliese s’inserisce sulle orme che furono di Vasco e, in tempi recenti, di Ultimo proponendone una propria versione concentrandosi su di un cantato leggero, delicato e soffice per porre la giusta attenzione a quel testo che è il vero punto forte di tutto. Il potere delle parole.

7. Cancellami – Francesco Gabbani

Francesco è dotato da sempre di una scrittura anche profondamente soft e tradizionalmente cantautorale nel suo aspetto più intimo, etereo ed essenziale. Questo brano ne è l’ultima dimostrazione riuscendo a coniugare un testo dedicato alla chiusura di una storia d’amore ad un arrangiamento che sfrutta anche il linguaggio elettronico più tipico degli ultimi tempi sonori. Le tastiere accompagnano un testo che si concentra sulla volontà di cancellare per sempre un periodo finito della propria esperienza di vita. Diverso.

10. Coco Chanel – Gaia

L’esperimento più riuscito per quel che riguarda il riportare in italiano il linguaggio musicale e testuale proprio della musicalità di Gaia. La ricetta seguita rimane quella di sempre: costruire una hit martellante e radiofonica giocando tutto sull’internazionalità del suono e della produzione che riprendendo lo scenario urbano valorizza anche l’intero mondo di riferimento della stessa Gaia sempre attenta a valorizzarsi come figlia del suo tempo dal punto di vista creativo. Coerente fino in fondo.

13. Due noi – Fadi

Una delle Nuove Proposte dell’ultimo Festival di Sanremo che più hanno catturato l’attenzione, al di là del risultato ottenuto sul palco dell’Ariston, per la sua vocalità soul così anomala nel panorama discografico attuale e per il linguaggio così confidenziale e sincero da risultare sempre vero ed autentico nel messaggio che sceglie di portare al pubblico con il proprio racconto. Il giovane cantautore sceglie di narrare la storia di un amore che si interseca perfettamente con il sentimento che lega ogni uomo anche alla propria città, ai suoi vicoli e le sue strade. Una storia semplice e quotidiana.

16. Finalmente io – Irene Grandi

Vasco torna da Irene Grandi e le regala un nuovo brano che, come mai aveva fatto fino ad oggi probabilmente, porta il suo marchio pur riuscendo a raccontare perfettamente anche la sua interprete. Irene dal canto suo ci mette quel graffio nella voce che la contraddistingue da sempre, Vasco, invece, punta tutto sulla riconoscibilità della sua scrittura ricca dei sali e scendi strumentali, dei violini in supporto alla ritmica e di qualche citazione all’amore per la libertà e la ribellione personale che da sempre ha dimostrato di apprezzare. Un binomio ben collaudato.

19. Gli anni più belli – Claudio Baglioni

Il ritorno agli inediti per Claudio Baglioni dopo qualche anno concentrato esclusivamente nella riproposizione live dei grandi vecchi successi. Il cantautore romano si concede questo ritorno per il cinema e per anticipare la pubblicazione di un album atteso da parecchio e che, però, continua ad essere slittato in avanti. Nel frattempo, però, con questo singolo Baglioni conferma la sua capacità autoriale nel saper cogliere e raccontare la bellezza della vita, delle sue sfumature e dei suoi momenti più preziosi che, qui, vengono fatti ricondurre a quegli anni della giovinezza piena di sogni ed aspettative. Sognante.

22. Il gobbo – Matteo Faustini

Un brano intimo e delicato ma contemporaneamente forte ed incisivo nel suo difendersi con coscienza da chi si approfitta di una debolezza apparente per ferire con parole e gesti invece di scegliere di fare del bene con un abbraccio di comprensione e vicinanza. Il tema è, ovviamente, quello del bullismo ma vi rientrano anche tutte le altre forme di discriminazione sull’aspetto fisico, le declinazioni sessuali e le presunte diversità. La forza di Matteo, ancora una volta, si va a posizionare sulla potenza delle parole che costruiscono un brano potente, poetico e maturo. Coraggioso e libero.

25. Io ti penso – Nyv

Comparsa qualche anno fa nelle selezioni di Sanremo Giovani questa perla di cantautorato pop al femminile ha trovato una destinazione discografica soltanto quest’anno e questo è motivo di grande gioia per chi ama quel tipo di brani intensi, struggenti e talmente profondi da riuscire a catturare l’anima. Nyv dona alla forza delle sue parole, che raccontano il ricordo di un amore sofferto, anche tutta la sua particolare pasta vocale che conferisce leggerezza e dinamicità al cantato. Struggente e prepotente con gli animi fragili.

28. L’infinito di stelle – Mina e Ivano Fossati

Quando metti insieme la miglior voce italiana che esiste e una delle penne più poetiche di sempre realizzare una ballata tutta piano e voce e poco altro il risultato non può che essere incredibile anche se le voci non raggiungo l’apice dell’estensione o i temi trattati non sono dei più originali. Mina e Ivano Fossati si limitano, sostanzialmente, a fare ciò che sanno fare da sempre ed il risultato non può che essere una piccola gemma tutta da assaporare e gustare in una giornata di pioggia. Romanticismo.

31. Mediterranea – Irama

E’ uno dei tormentoni estivi che più si cantano e si ballano già dall’inizio di questa strana stagione calda. La cosa non sorprende perchè Irama non è di certo nuovo a successi simili e perchè gli ingredienti giusti per il tormentone questo brano li ha davvero tutti partendo dai suoni latini fino all’inciso martellante e fischiettabile. I benpensanti la classificheranno come la solita canzoncina insipida dell’estate ma, a volte, occorrerebbe imparare a riconoscere che ciò che piace all’ampio pubblico non è sempre detto che faccia schifo. Estate.

34. Mr. Fonda – Leo Gassmann

Una canzone che, su di una struttura tipicamente pop, guarda al momento in cui ogni cosa finirà lasciando il tempo nella dimensione del vuoto. La capacità di Leo è quella di riuscire a comporre un testo particolarmente evocativo di nomi e situazioni oltre a quella di fare un uso classico e potente della vocalità riuscendo, così, a farsi apprezzare anche per le sue doti interpretative e vocali. Una richiesta d’aiuto che viene rivolta nel momento in cui la vita finisce svelando tutto il vero valore dell’esistenze e delle sue più piccole e preziose componenti. Il valore del momento.

37. Non è vero – The Kolors

Il loro marchio di fabbrica rimane la componente fondamentale di ogni loro creazione e questo recupero prepotente del funk ne è la dimostrazione più convincente: anche quando talvolta si allontanano più del solito dal loro territorio di riferimento poi ci tornano sempre. Un pezzo fresco e trascinante che esce dalla logica del reggae estivo puntando sull’animo partenopeo e sulle influenze che da sempre caratterizzano la scrittura di Stash e compagni mai così credibili anche in italiano. Convincenti musicisti.

40. Rapide – Mahmood

Mahmood ha una gran voce e, probabilmente, è la scoperta vocale più interessante dell’ultimo biennio per quel suo timbro unico e per l’utilizzo che spesso ha dimostrato di saperne fare nella “decorazione” dei suoi brani smentendo la tendenza di svalorizzazione della voce che sta proponendo il pop d’oggi. Questo brano dimostra esattamente tutto questo mettendo la voce del cantautore al servizio di un pezzo che racconta di quelle lacrime versate per la fine di un amore che lascia dietro di sè rimorsi, pensieri e ricordi che non si possono cancellare o sconfessare. Voce.

43. Soul mama – Zucchero

E’ lui il soulman italiano per eccellenza e lo dimostra ancora una volta con questo pezzo che miscela perfettamente blues e soul nella sua voce giocando con parole e suoni in perfetto stile-Zucchero. Un pezzo capace di far ballare e cantare tutti i fan della poetica e della musicalità di Zucchero si dimostra coerente con la propria produzione e con la propria musica di riferimento. Ed intanto l’amore è l’unica cosa che continua ad esistere e resistere anche quando tutto intorno frana.

46. Un’altra estate – Diodato

Un modo nuovo e fuori dal tempo delle mode per leggere la stagione dell’estate dal punto di vista musicale ma anche sociale visto che nel racconto del cantautore pugliese s’inserisce la scelta di imporre un racconto sottile e palese di un’estate del tutto particolare che risulta, per l’appunto, “altra”. Nella classica e ricca orchestrazione che da sempre caratterizza la produzione di Diodato s’inserisce il cantato leggero e mai invasivo che si indirizza alla valorizzazione delle parole e al loro peso. Un’alternativa al reggaeton.

49. Vorrei (la rabbia soffice) – Matteo Faustini

Sogniamo tutti una vita migliore eppure, a volte, arriva anche quel momento in cui ammettiamo a noi stessi di essere pronti a rinunciare davvero a tutte le pretese superflue in cambio dell’opportunità di essere davvero in pace con noi stessi. Matteo dipinge con le parole la vita perfetta che ha sognato ed immaginato non guardando alla concretezza ma, piuttosto, a quelle cose che potrebbero renderlo una persona migliore. Ne nasce la volontà di trovare la serenità, la facoltà di saper apprezzare la solitudine ed il dolore o, piuttosto, quella di riuscire ad amarsi oltre ad amare. Un elogio alla vita delle piccole cose che diventano grandi.

2. Aquiloni – Michele Merlo

L’intensità della vita viene racchiusa perfettamente da Michele in questa bella e struggente ballata sulle esperienze che talvolta siamo chiamati ad affrontare. Si raccontano i momenti difficili in cui ci si trova persi di fronte alle sfide e alle delusioni ma anche di quando si sceglie nuovamente di lottare per i propri sogni e per i propri obiettivi mettendosi le gambe in spalla e tornando ad amarsi nel profondo mettendo in palio tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo. Poesia sulla solitudine e sulla ricchezza dei sogni.

5. Bam bam twist – Achille Lauro

Torna così fuori dal coro quel Lauro che ha il coraggio dell’artista nell’osare e nel proporsi ogni volta nuovo e diverso riuscendo a sfuggire dai dogmi delle mode per ottenere un facile successo figlio solo del tempo. Per l’estate l’idea è quella di recuperare le atmosfere del twist americano degli ’60 e di mettere in scena un ballo sfrenato che gioca tutto, come spesso Lauro sceglie di fare, sul suono delle parole e dell’arrangiamento spesso. E’ la sua moda.

8. Capita così – Brunori Sas

Un vero e proprio manifesto poetico in forma popolare del mistero della vita che prima c’è e poi, all’improvviso, svanisce fregandosene di tutte le logiche ed i pensieri che la mente umana può credere di poter sviluppare. Malgrado tutto ciò è la stessa vita che torna ad accoglierti tra le sue braccia svelandoti i veri segreti dell’esistenza e regalandoti, poi, all’improvviso nuovamente la felicità che deriva dalla vita stessa. Brunori è il veicolo perfetto per messaggi simili e la sua poetica risulta essere la migliore arma per condurre il senso ultimo del brano fino a destinazione. Una poesia sulla vita.

11. Désolé – Giordana Angi

Una gemma rara di cantautorato al femminile che di rado raggiunge il pubblico più mainstream e che, ancor meno, riesce a convincere davvero gli ascoltatori. Giordana sfrutta la sua capacità autoriale perfetta anche in francese per comporre un brano che si rivela efficace seppur con un testo in una lingua straniera sfruttando il suono delle parole e del vestito dell’arrangiamento che viene costruito attorno al pezzo sfruttando l’elettronica in modo intelligente. Convincente.

14. Eden – Rancore

La scheggia impazzita dell’ultimo Festival di Sanremo e, probabilmente, quello che più ha stupito e spiazzato il pubblico generalista della kermesse musicale della Riviera proponendosi come una novità quasi assoluta dotata, però, di un talento notevole nell’utilizzo e nella conoscenza delle parole. Un rap maturo capace di costruire davvero un racconto sensato e profondo pur senza rinunciare alla potenza del suono e dell’evoluzione melodica del brano stesso. Orecchiabile ma, contemporaneamente, anche ricco di contenuto. Qualità e modernità possono coesistere.

17. Forza e coraggio! – Pierdavide Carone

Vuole essere l’invito a non mollare e a continuare a lottare per davvero contro le avversità che la vita riserva a ciascuno di noi nel corso del tempo. E allora forza e coraggio perchè è sempre il momento di ripartire e di farsi forza per riprendere il discorso da lì dove lo si era interrotto prematuramente. Pierdavide è uno dei migliori interpreti per messaggi simili e continua a dimostrare la propria capacità di musicista e di autore di qualità all’interno del vasto mondo pop. Fedele e lottatore.

20. Il cielo di Roma – Aiello

Il ritorno del blues-soul è arrivato grazie a questo ragazzo che dalla Calabria è stato capace di tornare a parlare d’amore, di cuore e di sofferenza anche in alta rotazione nelle classifiche. Il punto forte della sua proposta è logicamente la vocalità così ricca di sfumature e di colori che si rivela adattabile a diverse situazioni e linguaggi ma che, proprio in questi territori, trova la sua massima espressione conquistando grazie a quel graffiato trattenuto e a quell’animo black che viene curiosamente utilizzato per parlare d’amore con uno sguardo “indie” ed attuale. Vecchio e nuovo insieme.

23. Il senso di ogni cosa – Fabrizio Moro

Arriva dalla passata produzione cantautorale di Fabrizio Moro che sceglie di rivedere e rileggere questo vecchio brano alla luce delle nuove esperienze della vita e della maturità conquistata con il passare del tempo. Il risultato è l’ennesima bella ballata d’amore e di passione in pieno stile Moro grazie a quel crescendo musicale con il sostegno ritmico ed il rompersi della voce che scatena tutto il suo graffiato ed il sentimento capace di comunicare emotivamente in modo forte e diretto. Tipicamente Moro-style.

26. Karaoke – Boomdabash e Alessandra Amoroso

Sarà con tutta probabilità il vero grande tormentone estivo della stagione del 2020 e, dunque, anche per questo merita un posto tra i brani che stanno segnando questi nostri mesi. La coppia non è di certo una novità visto che l’episodio non è di certo il primo della loro lunga storia di collaborazioni ma l’alchimia è continuamente in crescita ed in evoluzione con la Amoroso che, forse per la prima volta, oscura davvero i suoi compagni di viaggio e si prende gran parte della scena per mettere in mostra la sua energia e la sua positività. Estate contagiosa.

29. Luce (tramonti a nord-est) – Rancore, La rappresentante di lista e Dardust

Raramente le cover riescono a convincere l’ascoltatore tanto da riuscire perlomeno a reggere un confronto, impari per natura, con la versione originale. In questo caso Rancore e soci ci riescono proprio perchè hanno il coraggio di stravolgere il brano ed, insieme, di rispettarne le caratteristiche fondanti. Il classico che rese “nazionale” Elisa nel 2001 continua a godere della classica e potente voce femminile in un inciso che si accompagna a delle strofe del tutto nuove ma ben scritte e ad una produzione che attualizza il tutto senza, comunque, snaturarne l’effetto. Reinterpretazione consapevole.

32. Mea culpa – La Zero

Il nuovo che avanza e che lo fa proponendosi con un linguaggio ed una dimensione tutt’altro che scontata e prevedibile. Questo è probabilmente il brano femminile più coraggioso del semestre e, in assoluto, uno dei pochissimi che sono riusciti a convincere per l’arte che racchiude in ogni suo frammento ed espressione. La ricerca sonora è palese ed eleva una proposta che sussiste proprio su questa base per condurre a destinazione un messaggio coraggioso e difficilmente affrontato in musica. Chapeau. 

35. Nel bene e nel male – Matteo Faustini

Quante volte avete sognato di tornare a sentire una classica ballata sul cuore cantata dal palco del Festival di Sanremo da una voce potente e pulita capace di emozionare emozionandosi e dando peso alle parole che ha scelto di pronunciare e scrivere partendo dalla propria reale esperienza? Questa canzone è esattamente quella che, allora, stavate aspettando: diretta, sincera, comunicativamente perfetta, arzigogolata nella sua struttura melodica ma anche tremendamente semplice ed immediata nella sua efficacia espressiva e canora. Un brano che narra della vita, dell’importanza di esserci in ogni suo momento per tornare a vivere davvero anche dopo le sconfitte e le delusioni. Nostalgia.

38. Per favore – Nyv

Una ballata pop in pieno stile italiano che parte con il pianoforte e che con il tempo evolve verso un coinvolgimento più totalizzante dell’orchestrazione. L’utilizzo della vocalità particolare di Nyv permette proprio di sfruttare queste caratteristiche del brano sottolineando, momento per momento, la crescita dell’intensità e dell’arrangiamento oltre che della forza del ricordo che il brano si prefigge di voler tracciare per mezzo delle parole del cuore. Una richiesta d’amore.

41. Rinascerò rinascerai – Roby Facchinetti

Questi sono stati i mesi del Coronavirus. Lo sono stati anche in musica per buona parte di questo semestre. I vari “Andrà tutto bene” si sono sprecati anche sotto forma canzone e spesso ne avremmo fatto volentieri a meno ma in questa occasione l’ex leader dei Pooh è riuscito a far qualcosa in più degli altri dimostrandosi vero ed autentico nel suo messaggio che si rivolge alla sua Bergamo destinandole l’incoraggiamento a ripartire e a rinascere dalle proprie ceneri facendo leva sulla forza che da sempre la contraddistingue. Un brano tipicamente Pooh-style e, forse, proprio per questo si è rivelato essere il più vincente della filiera. Sincero.

Roby Facchinetti

44. Tikibombom – Levante

Levante la si aspettava da tempo al varco del Festival di Sanremo e finalmente vi è giunta con questo brano che ha rispettato in pieno la sua personalità e la sua essenza di cantautrice ma l’ha resa anche maggiormente popolare ed accessibile alla larga platea mainstream del mondo pop. Coraggioso è il testo che racconta, a suo modo, di diversità e di quelle soggettività che si etichettano come gli “ultimi della fila” perché comunemente considerati diversi e minoranza di una società sempre più omologata e povera di particolarità. Levante in tutto e per tutto.

47. Vai bene così – Leo Gassmann

Un brano piuttosto anomalo che è riuscito, comunque, a trionfare al Festival di Sanremo sfruttando una melodia per nulla scontata ed una scrittura particolarmente arzigogolata. Leo dona dinamica al brano facendo leva sulle sue doti vocali che sottolineano le parole e le accompagnano verso lo sviluppo del racconto e del suo stesso senso narrativo. Colpisce e rimane impressa per la scelta di chiusura del brano stesso che gioca con i contro cori e un urlo liberatorio che guarda alla bellezza della vita. Particolare.

50. Wannabe – Dolcenera e Laioung

Miss Sperimentazione si concede una nuova pazzia musicale mettendo in piedi un duetto che meriterebbe di essere analizzato in tutte le sue componenti per la complessità che cela dietro le sue componenti di produzione. Dolcenera dimostra una volta in più la sua estraneità dal mondo più superficiale e disattento della musica pop-olare d’oggi costruendo un brano che racconta di coraggio di fronte alla vita e di volontà di prendere il proprio destino per mano e guidarlo verso dove si preferisce. Vocalità sempre pazzesca, arrangiamento capace di uscire dalle solite mode e scrittura che stupisce una volta di più. Classe da musicista.

3. Andromeda – Elodie

Il ritorno sul palco del Festival di Sanremo per Elodie è avvenuta con questo brano capace di mettere insieme la modernità acquisita ed il bagaglio tecnico derivato dalle precedenti esperienze che ne hanno fatto una vocalist assolutamente notevole sul piano del cantato. Scritta (e si sente) da Mahmood è, in realtà, una canzone perfettamente cucita addosso alle caratteristiche della bella e brava Elodie che aveva bisogno di sformare un tormentone anche al di fuori della stagione estiva che, lo abbiamo capito, le dona particolarmente. Efficace ma non scontata.

6. Bimbi per strada (Children) – Fedez

La nuova direzione artistica scelta da Fedez per il suo ritorno discografico dopo qualche tempo di lontananza dalle scene musicali è quella della riscrittura dei grandi successi internazionali per renderli più accessibili al pubblico nazionale. Su la melodia di ‘Children’ di Robert Miles il rapper ci costruisce questo pezzo che funziona benissimo puntando tutto su di una crescita musicale e su di un inciso che è impossibile non canticchiare a squarciagola. Una ricetta per la hit che non può fallire e che permette al rapper una svolta nella propria produzione. Ritorno nuovo e con i fiocchi.

9. Chega – Gaia

La canzone che ha vinto l’ultima edizione di ‘Amici di Maria de Filippi’ probabilmente ancor prima della sua stessa cantautrice che su queste note ha costruito la sua fortuna e la sua rinascita artistica. Il portoghese non danneggia eccessivamente la resa del pezzo trovando un ottimo veicolo nel beat martellante e nei suoni urbani che caratterizzano l’intera composizione e che identificano anche l’intera produzione della giovanissima Gaia che racchiude perfettamente la statura delle interpreti femminili di oggi che alla vocalità preferiscono la ricerca del suono contemporaneo. Coerente con l’oggi.

12. Devi volerti bene – Irene Grandi

Irene ha scelto (finalmente) di tornare al suo classico pop-rock delle origini e lo ha fatto anche con un brano come questo che ne rispetta le caratteristiche fondanti e che ne approfondisce la maturazione ponendo il tema dell’amore consapevole per sè stessi prima di volersi chiedere di essere in grado di concedere l’amore anche ad altri. Con un vestito ritmico incalzante che, comunque, concede ampio spazio a tutta l’orchestrazione, Irene riprende un brano che la esalta e che la racconta in modo fedele ed azzeccato tra sali e scendi di strofe e ritornelli che sposano alla perfezione la tradizione autoriale italiana in questo campo. Ritrovarsi.

15. Fai rumore – Diodato

La canzone perfetta per consacrare la carriera di un cantautore fedele alla tradizione da sempre ma anche attento al linguaggio dell’attualità e al nostro tempo a livello tematico. Al Festival di Sanremo ha convinto il largo pubblico puntando tutto sull’invito a farsi sentire, a rompere il muro del silenzio per tornare a far valere la propria opinione, la propria idea e per esprimere il dissenso verso chi, invece, punta a mantenere il silenzio per esercitare il potere del consenso. Ecco che, dunque, anche una semplice canzone sui sentimenti può diventare la più aspra critica sociale votata e focalizzata sull’attualità. Talento.

18. Fiori di Chernobyl – Mr.Rain

Una dark ballad che da qualche tempo mancava dalle scene discografiche italiane e che, invece, ha dimostrato di essere ancora una proposta vincente e molto apprezzata dal largo pubblico che nelle canzoni ricerca ancora interpreti capaci di raccontare il dolore, la fragilità personale e l’estraneità dal mondo nei momenti di solitudine. Un bellissimo episodio di Mr.Rain che continua ad avvicinarsi a passi decisi verso un mondo musicale più mainstream ma non per questo più scontato e prevedibile. Piace il suo modo di scrivere e di dare libero sfogo alle parole e piace la scelta di affiancare la voce a dei cori bianchi che sottolineano proprio il messaggio del brano: combattere l’addio con l’insieme.

21. Ho amato tutto – Tosca

Una grandissima voce che negli anni ha compiuto scelte sempre meno votate alla popolarità per dare spessore e intensità alla propria produzione musicale che trova massima espressione in questo brano che trova definizione soltanto nel sostantivo “capolavoro”. Capolavoro nella sua dimensione testuale capace di raccontare la bellezza ultima della vita. Capolavoro nella magia che si crea grazie all’intensità e all’interagire di una melodia dolce e soave ed una voce che sceglie consapevolmente di non risultare mai invadente ma, piuttosto, di accompagnare il racconto con devozione e ammirazione per le parole che si trova a pronunciare. Qualità.

24. In fondo non c’è – Elodie

Per la serie “sono anche altro” in un album dominato da suoni e linguaggi contemporanei Elodie trova uno spazio anche per un brano come questo che rievoca soprattutto i suoi lavori precedenti per tematica e attitudine interpretativa. La firma è quella di Levante ma, in realtà, ad uscirne da vincitrice è ancora una volta l’interprete romana che riesce a calarsi alla perfezione dentro una tipica ballad all’italiana che narra d’amore e di sentimenti. Un buon modo per dimostrare che non sempre le etichette sono espressione della totalità di un artista e di un progetto. Nostalgia per la sua interpretazione classica.

27. La vita breve dei coriandoli – Michele Bravi

Intensa ed incredibilmente vera questa è una di quelle canzoni che fin dalla prima nota ci si rende conto essere tra le poche davvero in grado di togliere il velo di Maya e concedere all’ascoltatore un racconto reale, personale e sentito. “Forse la felicità non è poi tanto diversa da così” canta una voce che si spezza e che a tratti mostra le proprie ferite sulla pelle dettate dall’esistenza. Un capolavoro di emotività e di vita che rimarrà nei cuori che sapranno davvero accogliere il mistero della vita in musica che sempre più raramente trova spazio nella nostra attualità. Tremendamente magico nel suo mettere i brividi.

30. Luci blu – Emma

E’ la dimensione più pop della cantante pugliese che, talvolta, ama confrontarsi con le più classiche ballate struggenti all’italiana per raccontare sempre d’amore ma con una delicatezza vocale e strumentale sempre empatica ed emozionante. In questo caso a fare da scenografia sono le luci delle sirene che, in qualche modo, accompagnano la fine di una storia e di un’esistenza distrutta dalle vicissitudini della vita stessa. Emma ci mette il pathos del cantato e guida la canzone con le sue note piene e potenti trovando il giusto equilibrio tra le strofe intime e narrative e i ritornelli più incisivi e graffianti per trasmettere il dolore provato di fronte ad un addio che sarà per sempre.

33. Motivo – Gianna Nannini e Coez

La fusione di due mondi, di due anime musicali diverse per stile e per storia e di due sensibilità musicali spesso opposte si avvera in questo brano che si inserisce perfettamente nella tradizione (non ancora così sviluppata) dei duetti pop-indie. Il tema è quello di un racconto d’amore che prende forma tra pensieri e sensazioni indossati con forza dalla cantautrice senese e dallo stesso Coez che si appoggia perfettamente alla dinamica vocale della Nannini formando un adeguato mix di vocalità e di intenzioni. Una potenziale hit basata sul linguaggio musicale di oggi.

36. No grazie – Junior Cally

E’ arrivato all’Ariston con una valanga di polemiche che hanno offuscato lui e la sua canzone ma, in realtà, la sua proposta una chance reale la meritava davvero per quel coraggio di tornare ad inserire la politica nella musica proprio per smentire la tendenza che i testi debbano per forza risultare sempre più vuoti ed appiattiti sul perbenismo ed il politicamente corretto. Un inno contro le tendenze populiste degli ultimi tempi nel nostro Paese che prendono di mira un po’ tutti a partire da Salvini per arrivare a Matteo Renzi. Può piacere o no ma gli va dato il merito di aver avuto il coraggio di ridare alle canzoni anche il compito di tornare ad esporsi. Coraggioso.

39. Per sentirmi vivo – Fasma

La proposta che più a funzionato commercialmente tra quelle lanciate dalla compagine giovane dell’ultimo Festival di Sanremo. E’ una sorta di unione tra il mondo rap e quelli della trap e del pop-rock più convinto. Il mix è quello convincente e Fasma sa farsene abile interprete restituendo nel suo cantato tutta la potenza che il brano richiede per risultare davvero convincente e performante a livello musicale e scenico. Ad entrare è poi anche l’utilizzo contemporaneo dei mezzi di distorsione vocale che rendono il brano vicino al mondo dei più giovani ma, anche, accessibile ad un pubblico più tradizionalista che rimane catturato dalla forza manifestata. Cazzuto.

42. Seconda pelle – Giordana Angi

Scritta in collaborazione e per Tiziano Ferro è questa, in realtà, una traccia che si adatta perfettamente alla pasta vocale e al carattere interpretativo di Giordana che riesce anche nell’impresa di staccarsi dalla voce maschile di Latina che l’ha incisa per primo. Ne esce un quadro con tinte color seppia che vengono delineate poco a poco dalla voce graffiata ed intensa di Giordana che racconta nel minimo dettaglio ogni componente della scenografia utilizzando le parole in un modo puntuale ed efficace. Un pop di classe.

45. Un’altra Italia – Vincenzo Incenzo

Sempre più raramente ci capita di ascoltare un brano capace di parlare così senza filtri dell’attualità e della società concedendosi anche qualche critica per nulla velata al modo di fare comune. Vincenzo Incenzo si concede questo tentativo facendo gioire quell’ascoltatore che alla musica italiana chiede ancora del contenuto di livello e non soltanto qualche motivetto orecchiabile. Il pretesto è il racconto di un’Italia caduta in rovina ma che ha ancora la possibilità di migliorarsi proprio perchè conserva ancora degli uomini in grado di dissociarsi e di guardare le cose da una prospettiva del tutto diversa. Un colosso del cantautorato vero ed eterno.

48. Viceversa – Francesco Gabbani

Al Festival di Sanremo ci è finito per proporsi con un pezzo che non rischiasse di diventare l’ennesimo nuovo tormentone non compreso fino in fondo. Gabbani ha scelto di osare e stupire il largo pubblico con un pezzo che suona più come una ballad sui sentimenti che fa valere il cantautore toscano anche dal punto di vista vocale e che mette sul piatto prima di ogni altra cosa un testo dedicato alla vita ed un inciso che, seppur funzionale e funzionante, punta, in realtà, a non creare per forza di cose il classico ritornello da fischiettio facile ed estivo. Tormentone a modo suo.

 

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.