Quali presenze ci convincono di più, quale ci convincono meno per il prossimo Festival di Sanremo
Dopo la prima parte di questa nostra “riflessione a voce alta” (qui per recuperarla) vi proponiamo oggi altri 5 nomi che ci convincono del cast del prossimo Festival di Sanremo 2021 e 5 che, invece, ci lasciano ancora qualche dubbio (sempre al netto che le canzoni, elemento fondamentale, ancora non sono pubbliche).
Sanremo si:
- ERMAL META: è un ritorno illustre per il secondo Festival targato Amadeus se non altro perché si tratta di un ex vincitore e di un artista con una delle più agguerrite e fedeli fanbase ancora esistenti. A Sanremo si è affermato in prima persona ma ha anche dimostrato di disporre di un ottima capacità autoriale, prima per gli altri interpreti poi per sè. Proporrà sicuramente qualcosa alla sua altezza e che giustifichi un assenza di ben 3 anni dalle scene discografiche.
- GHEMON: nel corso della sua prima partecipazione alla kermesse nel 2019 si è fatto notare con un brano profondamente soul e, forse, anche un po’ sospeso nel tempo. Per questo suo ritorno ci si aspetta qualcosa che possa almeno reggere il confronto e che, magari, gli permetta di conquistare i riflettori ancor di più rispolverando anche quelle caratteristiche che lo rendono un perfetto rappresentante dell’attualità musicale dei più giovani rispetto alla quale ha, però, il compito di mantenere attivo il crossover di generi e di influenze per elevarsi dalla massa.
- IRAMA: indubbiamente è uno dei nomi pesanti sul piatto di Amadeus. Lo è perchè da quando ha conquistato le scene (ri)partendo da ‘Amici di Maria de Filippi’ non ha sostanzialmente sbagliato un colpo e perchè, sia d’estate che d’inverno, ha dimostrato di saper conquistare i gusti del pubblico mantenendo comunque sempre presente una certa curiosità e ricerca musicale. Dopo qualche tormentone estivo (forse anche di troppo) ci si augura che a Sanremo rispolveri anche la propria profondità autoriale e miri più in alto di quanto fino ad ora ha dimostrato poter considerare sufficiente.
- LA RAPPRESENTANTE DI LISTA: è il nuovo che avanza ma che porta con sè tanta esperienza di palco ed una ricerca per nulla banale del successo e della ribalta popolare. Tra i tanti rappresentanti del cosiddetto “indie” che approdano al Festival in quest’annata loro sono senz’altro quelli che hanno tutte le carte in regola per conquistare la larga platea del Festival senza snaturarsi troppo o cedere alle sirene ammaliatrici del gusto pop da classifica.
- MANESKIN: Inutile negare che fin dalla loro partecipazione ad X-Factor in molti li hanno aspettati sul palco del Teatro Ariston per offrire al pubblico una nuova ventata di “rock” senza comunque cadere in estremismi di nicchia. Ora che si sono convinti e che hanno bisogno di un rilancio mainstream efficace dopo un lungo (per i canoni discografici di oggi) periodo di pausa dalle scene saranno sicuramente dei “pezzi grossi” da tenere in considerazione anche per la classifica.
Sanremo boh:
- COMA_COSE: i due coniugi ne hanno fatte di cose negli ultimi anni ma la loro venuta a Sanremo lascia qualche dubbio. Si fatica a credere che siano interessati allo scenario pop-olare e, di conseguenza, si vede un atto forse troppo estremista pensare che Sanremo ed il suo pubblico si adatti al loro suono e alla loro proposta musicale abituale. Le novità spaventano sempre si dice a volte e, forse, questo è il caso più giusto in cui usare questa dicitura. Pronti ad essere smentiti dalla canzone ma attenzione a non fare un salto nel vuoto senza paracadute.
- FULMINACCI: arriva al Festival di Sanremo con due anni di carriera alle spalle, una penna ottima che gli è valsa già la targa Tenco ma ancora tanta esperienza da maturare. Il confine tra “Nuova Proposta” e “Big” è da sempre davvero labile e, dunque, è difficile stabilire se abbia meritato questo stato fin da subito di certo sarà la canzone che dovrà parlare ed i risultati che ne verranno. Per ora dalla sua ha avuto un sostegno più di critica che di pubblico (almeno quello mainstream) per cui la sua parola d’ordine dovrà essere: dimostrare.
- LO STATO SOCIALE: sono nati come una realtà che puntava alla riflessione (se non addirittura alla denuncia) sociale poi hanno scelto Sanremo per tentare una svolta nazional-popolare che potesse coinvolgere il grande pubblico facendo anche divertire. Da allora, però, hanno faticato a ritrovare il proprio equilibrio e, dunque, tornano all’Ariston per riprendere le fila del discorso. Attenzione che Sanremo non diventi l’unico palco su cui si possa riuscire a funzionare pur facendo a meno del proprio DNA d’origine.
- RANDOM: arriva a Sanremo con già tanti ottimi risultati raccolti e con un numero di affezionati sicuramente importante sulle diverse piattaforme digitali. Ci arriva, però, con appena un anno e mezzo di carriera e con veramente pochissima esperienza di palco se si considera che negli ultimi 10 mesi non ci si è potuti mai esibire live. L’approdo al Festival sarà, dunque, una scommessa che occorrerà vincere se si vuole continuare sulla via segnata ma un errore potrebbe essere fatale.
- WILLIE PEYOTE: altro elemento che lo scenario indipendente ha imparato a conoscere bene nel corso di una lunga attività musicale e live prima dell’approdo in un contesto importante sia discograficamente che ora musicalmente. La grande occasione, però, non l’ha mai avuta prima di questa avventura sanremese motivo per cui costituisce ancora una vera e propria scommessa da debutto e si sa che, nelle prime volte, il rischio è sempre elevato. Se saprà proporsi con l’intelligenza artistica che lo contraddistingue, però, sarà un’amabile sorpresa anche per chi finora non ha mai incrociato la sua musica.
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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