domenica 24 Novembre 2024

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Sanremo 1979, viaggio nella storia del Festival

Battuta d’arresto per la popolare manifestazione canora, edizione decisamente sottotono, vince lo sconosciuto Mino Vergnaghi con “Amare”.

Sanremo 1979 - Enzo CarellaIl ventinovesimo Festival della canzone italiana, andato in scena dall’11 al 13 gennaio del 1979 al Teatro Ariston di Sanremo, è stato condotto da Mike Bongiorno, affiancato dall’attrice Anna Maria Rizzoli. Ventidue le canzoni in gara affidate alle voci di soli sei veterani: i Camaleonti, Antoine, i Collage, Ciro Sebastianelli, Gli Opera e Umberto Napolitano, oltre a numerosi esordienti, tra cui: Marinella, Enzo Carella, i Pandemonium, il comico milanese Enrico Beruschi, Gianni Mocchetti, Ayx, Massimo Abbate, i Grimm, Franco Fanigliulo, Nicoletta Bauce, Kim & The Cadillacs, Il Était une Fois, Michele Vicino, Roberta, Lorella Pescerelli e Mino Vergnaghi, che conquista il titolo con il brano “Amare”. Un debuttante che nel tempo saprà imporsi come affermato autore, componendo la musica di diversi pezzi di successo, tra cui “Diamante” di Zucchero, “Di sole e d’azzurro” di Giorgia e “Succhiando l’uva” di Mina. Tra gli ospiti di questa uggiosa edizione, ricordiamo: Tina Turner, Kate Bush, Demis Roussos, Al Jarreau, Iva Zanicchi, Riccardo Cocciante, i Matia Bazar e Patty Pravo.

https://www.youtube.com/watch?v=SVCq0S_b1pk

Top e Flop di Sanremo 1979

Top
1. Enzo Carella – Barbara”    
2. Enrico Beruschi – Sarà un fiore”  
3. Franco Fanigliulo – “A me mi piace vivere alla grande”

Flop
1. Marinella – Autunno cadono le pagine gialle”    
2. Pandemonium – Tu fai schifo sempre
3. Antoine – “Nocciolino” 

Ad imporsi nelle classifiche di vendita all’indomani del Festival, oltre alla canzone vincitrice “Amare” di Mino Vergnaghi, sarà soprattutto “Barbara” del cantautore romano Enzo Carella. Grande riscontro lo ottiene anche Sarà un fiore” del comico Enrico Beruschi, contenente alcune frasi in dialetto milanese. Tra gli altri 45 giri degni di nota, ricordiamo: “A me mi piace vivere alla grande”” del divertente Franco Fanigliulo, Quell’attimo in più dei Camaleonti, La gente parla dei Collage, “New York” di Lorella Pescerelli, “Bimba mia” di Umberto Napolitano e Il diario dei segreti de Gli Opera.

LE CONCLUSIONI DEL DIRETTORE

Una vittoria, quella di Mino Vernaghi, che ufficialmente si può ascrivere a posteriori al fitto elenco delle cosiddette “meteore sanremesi” che, malgrado la vittoria del Festival, non riuscirono a dire la loro allungo nell’ambito della musica italiana malgrado la loro solitamente indubbia qualità. Non sempre, infatti, l’Ariston ha saputo lanciare una carriera, o consolidarla, malgrado la vittoria o un ottimo posizionamento. Come Vernaghi più tardi anche i Jalisse, vincitori del 1997, o gli Avion Travel, nel 2000, non riuscirono a concretizzare al massimo, nè nell’immediato nè nel lungo periodo, la grande possibilità espositiva offerta loro dal palco dell’Ariston trasformandosi, di colpo, in un fenomeno di qualche giorno e poco più.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.