A tu per tu con il cantautore pugliese classe ’95, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Laser“
Tempo di nuova musica per Alberto Manco, alias L’Edera, artista originario di Santa Maria di Leuca. “Laser“ è il titolo del suo nuovo singolo, disponibile in radio e in digitale a partire dallo scorso 14 luglio.
Ciao Alberto, benvenuto. Partiamo da “Laser”, cosa racconta?
«”Laser” è una lettera che inizia con un “come stai?” e finisce con un “addio”».
Cosa aggiunge questo brano al tuo percorso rispetto al precedente singolo “Asfalto”?
«Ogni brano è un mondo a sé e ognuno porta sfumature ed elementi nuovi all’interno dell’immaginario del progetto, che continua a crescere e mutare. Rispetto ad “Asfalto”, “Laser” è un brano più immediato e forse anche più “libero”».
Chi ha collaborato con te alla realizzazione di questo pezzo?
«Come succede spesso, ho buttato giù il testo del pezzo insieme a mio fratello Giancarlo. Dopo una pre-produzione casalinga, abbiamo lavorato all’arrangiamento con Emanuele Santona e in studio col produttore Simone Sproccati».
Quali sonorità hai scelto di abbracciare?
«Ho usato più suoni sintetici rispetto alle mie produzioni precedenti, per quanto riguarda il beat e l’utilizzo di synth e tastiere. Poi “Laser” è cantata in maniera più delicata, quasi sussurrata. Ma tutto è partito con le mie schitarrate su una vecchia classica e un’elettrica distorta, che sono rimaste l’anima del brano».
Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?
«Un pensiero fisso, a volte ingombrante».
A livello di ascolti, tendi a cibarti di un genere in particolare oppure ti reputi piuttosto onnivoro?
«Mi reputo piuttosto onnivoro, anche se prediligo il cantato in italiano».
Hai un featuring dei sogni? Un artista con cui ti piacerebbe collaborare?
«Direi Niccolò Contessa e Vasco Brondi».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Quando faccio musica non ho dei riferimenti particolari di pubblico. Vorrei parlare a tutti, facendo quello che mi piace. Evito di seguire trend generazionali per accalappiare pubblico facile, non mi interessa cavalcare l’onda, mi interessa scrivere qualcosa che duri e che possano ascoltare anche le persone al di sopra dei 30 anni».
Nico Donvito
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