Tutto quello che c’è da sapere sul settimo album in studio dell’ugola lucana, scopriamone insieme i dettagli
E’ disponibile dal 26 novembre nei negozi e negli store digitali “Ero romantica“, il nuovo progetto discografico di Rosalba Pippa, al secolo Arisa, che torna sul mercato con un progetto totalmente indipendente, realizzato dalla sua etichetta Pipshow e distribuito da Believe Artist Service. Undici tracce in scaletta che attraversano i mondi e gli stati d’animo dell’artista, in bilico tra spiritualità e carnalità, tra il romanticismo e il desiderio di sentirsi completamente libera. Un dualismo che mette in evidenza ogni sfaccettatura dell’animo della cantante, che alterna all’autoironia la sua verve da femme fatale.
«Questo progetto parte dall’idea di descrivere un essere umano in tutte le sue sfaccettature – spiega Arisa nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto – perchè a volte si commette l’errore di etichettare una persona e pensare che un atteggiamento possa escluderne altri. Il titolo sta a significare “erotica e romantica”, in realtà all’inizio era “porno e romantica”, ma forse era troppo forte. Sicuramente si tratta anche di un gioco di parole, perchè sicuramente ero più romantica in passato rispetto ad adesso. Il romanticismo è un concetto un po’ infantile, che ci piace conservare in certi momenti, ma che lascia spazio negli anni ad una certa consapevolezza della realtà che, fortunatamente, arriva col tempo».
Non potevamo mancare i singoli che hanno anticipato l’uscita del disco: da “Ortica” a “Psycho”, passando per l’ultimo estratto “Altalene” e per la ballad sanremese “Potevi fare di più”, scritta per lei da Gigi D’Alessio. Un disco che celebra la femminilità e le sue contraddizioni, che si schiera in favore del cambiamento e si oppone agli svantaggi di una sempre più inquietante omologazione. Dal punto di vista musicale, le produzioni sono state curate da Jason Rooney, Giuseppe Barbera, Danusk e Adriano Pennino.
«Il disco è come se fosse diviso a metà, in due parti, di considerarlo come una playlist, perchè un giorno mi va di gasarmi e un giorno mi va di emozionarmi. Ho pensato che potesse essere una scelta dall’ascoltatore con lo stesso criterio, senza bisogno di skippare, considerando la frenesia del tempo in cui stiamo vivendo. Quando ti senti un po’ più frizzante e vuoi sentire qualcosa che ti muova certe corde prendi la parte erotica, mentre quando vuoi spurgare, piangere, emozionarti o dedicare a qualcuno una canzone romantica sai già dove andare. Quindi, ci siamo preoccupati dei tempi dell’interlocutore (sorride, ndr)».
Arisa | Conferenza stampa
«Quello che c’è in questo disco è aderente a quello che vedete sui social o a quello che mostro in televisione – conclude Arisa – c’è una grande voglia di vivere e mettermi in gioco. Per diverso tempo sono stata interiorizzata dai miei precedenti partner discografici come colei che doveva a tutti i costi far piangere ed emozionare. Per un lungo periodo mi sentivo sfiduciata, mi lamentavo spesso e questo non mi piaceva. Così ho pensato che quello che non facevano gli altri per me dovevo farlo io e ho scelto di autoprodurmi. Voglio provare ad andare per la mia strada, fare quello che sento e vedere se funziona. E’ inutile dare la colpa agli altri se non si è felici. Il mio motto è: “se non ti invitano alla loro festa, organizzane una ancora più grande, invitali tu e se non vengono pazienza, vorrà dire che ne arriveranno altri!”».
Ero romantica | Tracklist
- Ero romantica
- Psycho
- Agua de Coco
- Altalene
- Maddalena
- Licantropo
- Cuore
- La casa dell’amore possibile
- Ortica
- Potevi fare di più
- L’Arca di Noè
Ero romantica | Scheda album
Dallo spiazzante e felice esordio nel 2009 con “Sincerità”, quando arrivò sul palco di Sanremo in versione nerd con la nostalgia degli anni ’50, al più recente gusto per la trasgressione in chiave bondage chic, la camaleontica Arisa non smette mai di stupire, grazie anche alla sua instancabile capacità di trasformarsi e di mettersi continuamente in discussione, mutando le (apparenti) contraddizioni in carburante per la creatività. “Ero romantica” è un’altra tappa di questo percorso, un ulteriore capitolo della storia di un’artista sempre, orgogliosamente, fuori dagli schemi.
Il disco si apre subito con la dichiarazione di intenti della title-track, che fin dal titolo gioca sull’assonanza ideale fra erotica e romantica: un brano dance con accenni voguing in cui una sfrenata Arisa canta “Erotica/Ero Romantica/Adesso non lo sono più/Da quando mi hai lasciato tu” fino a spingere l’acceleratore su un urlato “Mi fai venire”. La seconda traccia, “Psycho” è una scatenata e coinvolgente hit, quasi un inno all’indipendenza e alla voglia di poter fare tutto “senza dare adito a chi mi giudica ‘psyco’ solo perché scelgo di essere felice e di vivere come mi va” come dichiara Arisa, per ribadire una nuova consapevolezza di sé, un cambiamento da esibire con fierezza in faccia alle ipocrisie della società.
Con le tre canzoni seguenti si entra nel vivo di uno dei temi principali dell’album, la celebrazione della femminilità ma anche delle sue contraddizioni. “Agua de Coco”, traccia dance di matrice house, è un inno alla bellezza della prosperità femminile che evoca infuocate notti estive mentre “Altalene”, con la collaborazione del duo country pop angloamericano Brown&Gray, è un brano electro-pop dal sapore internazionale che parla di schiavitù volontaria, racconta un uomo narcisista che rende schiava una donna lucidamente disponibile a farsi sottomettere, in cambio di un piacere che è essenzialmente fisico e carnale.
Si arriva così al brano manifesto del disco, “Maddalena”, nome che rimanda al grande equivoco storico nato in tempi lontani e perpetuato ancora oggi, fondamento del pensiero misogino e patriarcale: Maddalena è la peccatrice, Lilith, il corpo femminile che da scandalo, la strega da mandare al rogo. Introdotto da sonorità notturne, il brano si sviluppa in un inaspettato e provocatorio fraseggio rap con cui Arisa rivendica il diritto a essere donna, guerriera, libera, contro ogni stigma, contro quel destino di sottomissione riservatole dall’uomo: “Non mi inginocchio al seme sacro/farò di me il mio simulacro/sparo ai padroni come Django/baby la lupa esce dal branco”.
Questa carnalità, questo insistere sul corpo inizia a mutare di segno e giungere a una sorta di spiritualità. Proprio “Licantropo” è una traccia “spartiacque” del disco, che prelude all’orizzonte sentimentale delle canzoni successive. Avvolto da sonorità pop tardo-anni ’80, il pezzo è una riflessione sul senso di precarietà dell’esistenza, sull’importanza di amarsi gli uni con gli altri perché tutti “siamo esseri creati, siamo polvere di stelle”. Mentre “L’Arca di Noè”, traccia che non a casa chiude l’album, è una sweet ballad chitarra, pianoforte e voce scritta durante i momenti più duri della pandemia da Covid-19 che racconta di un amore messo in salvo dalla fine del mondo.
Nel mezzo, le canzoni d’amore, tinte di amarezza e nostalgia. A partire da “Cuore”, brano di grande intensità che sa di pioggia autunnale, in cui la placida malinconia del dialogo fra pianoforte, archi e arpeggi di chitarra fa librare in volo l’inconfondibile voce di Arisa, che si alza sopra le nuvole e sopra tutti noi. Romanticismo amaro e nostalgico è anche quello di “La casa dell’amore possibile”, ancora una ballata sognante che mette a fuoco, in una storia d’amore, il rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato e non sarà mai più. Lo stesso di “Ortica”, una canzone che parla d’amore attraverso un intimo e poetico testo in napoletano e in italiano. Un amore intenso che quando finisce si lascia dietro un dolore simile al bruciore provocato dal contatto con le foglie dell’ortica.
© foto di Sara Prusiol
Nico Donvito
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