Recensione del nuovo singolo estivo del giovane nuovo fenomeno della musica italiana
Quando si raggiunge la cresta dell’onda la difficoltà sta nel continuare a cavalcarla. Lo sa bene anche Blanco che, dopo un 2021 dei record ed un 2022 iniziato ancor meglio si trova a fare i conti con l’estate e quella sua ‘Nostalgia‘ sempre ben presente nella sua scrittura. Ecco che allora per continuare a guardare al futuro occorre, alcune volte, partire proprio dalle radici e dal passato. Non è un caso che anche questo nuovo singolo estivo del giovane cantautore bresciano parta da quel ‘blanchito baby, Michelangelo mettimi le ali’ che è diventato famoso insieme al suo stesso interprete.
Se di nostalgia si parla ecco, dunque, che Blanco riparte da Michelangelo alla produzione e da una linea narrativa mai troppo distante da quella fin qui esplorata nel suo fresco repertorio. Destinataria di questa nuova missiva in musica è una non meglio identificata “lei” alla quale, ancora una volta, si lega un racconto d’amore. E’ un amore fatto di passione sfrenata e sregolata ma anche di quotidianità, litigate e momenti comuni. E proprio di quei momenti Blanco sentirebbe la nostalgia di cui canta qualora si dovesse realizzare la condizione di essere “senza di te”.
Blanco canta d’amore e lo fa secondo il suo abituale modo di scrivere ed esprimersi. Il sesso, da fare “adesso fino a non sentire più me stesso, fino all’eccesso”, è parte integrante della narrativa e non viene camuffato nemmeno quando si cita espressamente “le scopate che abbiam fatto senza più provare amore”. A fare da contraltare è, però, quel romanticismo nostalgico che da sempre lega la contemporaneità musicale di Blanco al solco della tradizione pop. E allora si ricordano “quante cose devi dirmi ancora” e “i tuoi occhi color mare”.
Ad un anno dalla hit che fu ‘Mi fai impazzire‘ e dalla pubblicazione dell’album ‘Blu celeste’ (di cui qui la nostra recensione), Blanco continua a suonare credibile ed attuale seguendo la propria ricetta musicale. Il suo non è un genere incasellabile. Ci sono dentro la foga e le parole di un oggi inquieto ma, contemporaneamente, anche l’amore ed una struttura vocale interessantemente composta figlia di quel pop dal quale veniamo e che forse, almeno un po’, tutti rimpiangiamo. Con nostalgia.
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Ilario Luisetto
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