giovedì 21 Novembre 2024

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Annalisa rinasce come una “Ragazza sola” e si riscopre – RECENSIONE

Recensione del singolo che anticipa la pubblicazione del prossimo album

Annalisa e la sua Ragazza sola sono tra le cose più interessanti di questa ripartenza post-estiva della musica. Lo si intuisce dalla voce della sempre brava cantante savonese che, però, questa volta ha inserito un elemento in più per raccontarsi. Dopo le scommesse vinte di “Bellissima” (di cui qui la recensione) e “Mon amour” sarebbe stato facilmente pronosticabile il proseguimento del percorso sulla via di hit estemporanee dal facile motivetto applicabile alla dimensione dei social. Annalisa, invece, per lanciare il nuovo album “E poi siamo finiti nel vortice”, ha deciso di aprire l’orizzonte verso un qualcosa di alternativo.

L’arrivo al successo e la costruzione di un posto proprio nella musica |

E’ brava ma non ha ancora trovato la canzone giusta. Quante volte abbiamo usato, noi per primi, questa definizione riferendoci al percorso discografico della rossa interprete lanciata da Amici 11 nell’ormai lontano 2010. E, in effetti, il repertorio pop degli esordi non era riuscito a mettere da parte quei grandi classici che la distinguessero dalle antecedenti ingombranti carriere di Alessandra Amoroso ed Emma che ne avevano condiviso esperienza televisiva e percorso discografico. Le occasioni alla brava Nali non sono mai mancate: tanti passaggi al Festival di Sanremo, qualche caduta, qualche successo ma mai la sensazione di aver trovato il proprio status identificativo generando sorti ondivaghe e canzoni che (con qualche bella eccezione) faticavano ad imporsi.

Se il pop classico non ha funzionato, Annalisa c’ha provato anche con le atmosfere retrò, il pop melodico e l’elettronica. Tante versioni differenti di sé che hanno sempre testimoniato la sua bravura ma raramente hanno raccontato la sua essenza. Dallo scorso autunno qualcosa, però, sembra cambiato. Con il successo inatteso di “Bellissima” Annalisa ha assunto il ruolo di madrina del pop italiano al femminile di questi ultimi mesi. In poco tempo è divenuta artista simbolo del meglio delle classifiche che raccontano di un anno incredibile sotto ogni aspetto.

L’idea di una costruzione di un repertorio che poggiasse su delle hit pop immediate ha pagato restituendo ad Annalisa un successo sconosciuto fino a poco prima. Tre brani  finiti costantemente ai vertici di ogni chart ne hanno fatto l’artista di riferimento dell’attualità musicale coniugando sonorità contemporanee a disimpegno, leggerezza e ad un’immagine fortemente rinnovata in favore della sensualità.

Ragazza sola: la recensione|

“Ragazza sola” presenta una Annalisa consapevole delle conquiste fin qui maturate. Conquiste che rievocano la capacità di risultare leggera ma non sguaiata, contemporanea ma tecnicamente sempre perfetta, accattivante anche nell’immagine ma non eccessiva o fuori luogo. Eppure, il nuovo singolo della cantante savonese ha il merito di aver aggiunto un elemento alla ricetta: il rispetto del percorso da cui Annalisa proviene. Quel gusto retrò, quella voce sopraffina che non rinuncia ad una capacità tecnica invidiabile e quell’eleganza innata nel condurre in porto la canzone tornano ad essere finalmente centrali in un suo brano. Gli elementi migliori del suo essere artista, ingiustamente accantonati per andare alla ricerca di un apprezzamento più immediato e semplice da ottenere sposando i gusti dell’attualità, possono ora tornare ad essere gli elementi portanti di un percorso musicale che deve sentirsi in dovere di valorizzarli.

La Annalisa di “Ragazza sola” è quella di una ballad contemporanea che, però, non ricorre ai grandi crescendo vocali per testimoniare la propria radice pop come spesso la savonese ha scelto di fare soprattutto nei recenti approdi all’Ariston per mostrarsi disposta alla ricerca di un compromesso tra le proprie abilità canore e le esigenze di un mercato interessato ad altro. Questa volta la ballata non rinnega l’apporto della componente ritmica e sintetica, anzi, le esalta e le utilizza da subito. Contemporaneamente, però, concede alla voce di Nali l’occasione di ritagliarsi gli spazi necessari ad una dinamica interpretativa classicheggiante, sospirata e fortemente condizionata da quel gusto retrò delle sue origini artistiche.

Anche il testo, vero punto dolente delle ultime uscite un po’ no-sense in alcuni passaggi, si dimostra qui più attento. Il tema è quella di una solitudine per mostrare come, in realtà, sia possibile scoprirsi più forti di quanto si potesse immaginare. Una scoperta che è propria anche della stessa Annalisa. Una scoperta che, in realtà, è soprattutto una ri-scoperta del proprio talento, della propria voce, del proprio gusto raffinato. Una riscoperta che le ha fatto trovare, finalmente, la canzone giusta. La via giusta.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.