A tu per tu con l’artista calabrese, in uscita con il suo album d’esordio intitolato “Dall’altra parte del giorno“
Tempo di nuova musica per Domenico Barreca, in arte semplicemente Barreca, cantautore classe ’86 al suo debutto discografico con “Dall’altra parte del giorno“, un progetto scritto da Benedetto Demaio, prodotto e arrangiato da Riccardo Anastasi. Un lavoro dinamico e dalla forte identità artistica, anche grazie al mixaggio affidato Taketo Gohara e Marco Borsatti. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Domenico, benvenuto. Partiamo dalla tuo album d’esordio “Dall’altra parte del giorno”, cosa hai voluto raccogliere in questo che, di fatto, è il tuo biglietto da visita musicale?
«Ho immaginato questo album come fosse un viaggio interiore nella mia vita vissuta, quella di un comune trentaquattrenne che si racconta attraverso le sue storie, i suoi sogni, le sue illusioni e le sue paure, che diventano dei veri e propri punti di forza. Grazie a queste canzoni sono riuscito a fronteggiare le mie debolezze, proprio per questo lo considero un lavoro terapeutico, un viaggio alla riscoperta delle piccole cose».
Visto e considerato questo tuo strizzare l’occhio verso la canzone d’autore, ti senti rappresentato dalle proposte dell’attuale mercato discografico?
«Guarda, ci sono degli artisti che possiamo considerare manifesto della canzone d’autore italiana, basti pensare a Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Samuele Bersani, ma anche tante nuove leve. C’è tutto un sottobosco di proposte interessanti, che piano piano vengono conosciute anche dal pubblico mainstream. Da calabrese, sono orgoglioso del percorso di Brunori Sas, lui rappresenta un esempio importante per me perchè è rimasto nella sua terra, dimostrando che si può fare musica anche qui, nonostante sia uno dei pionieri di questo nuovo cantautorato. Questo è un po’ l’approccio che vorrei mantenere anch’io».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe in futuro?
«Mi piacerebbe che chiunque ascolti “Dall’altra parte del giorno” provasse le mie stesse sensazioni, proprio perchè parlo di situazioni comuni, che possono capitare a chiunque. Stando alle prime impressioni e ai feedback che ho ricevuto in questi giorni, sono felice di essere riuscito a trasmettere stati d’animo in cui ci si può immedesimare. Mi rivolgo a chi si sente come me, a chi sta affrontando questa sorta di viaggio interiore verso se stesso».
© foto di Davide Furfaro
Nico Donvito
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