Beato tra le donne: ritratto di Elisa
Omaggio alle voci femminili e alle signore della canzone, autentiche icone di fascino e bellezza che hanno scritto pagine di storia. A cura di Marco Fioravanti
La domenica è l’unico giorno il cui nome è di genere femminile, per questo motivo non potevamo che dedicarlo alle donne che hanno fatto grande la nostra canzone, celebrandone il talento, il coraggio e l’unicità.
In ogni puntata di “Beato tra le Donne”, Marco Fioravanti ci accompagna alla scoperta e riscoperta delle più grandi protagoniste della scena musicale italiana e non. Attraverso un racconto appassionato e ricco di dettagli, si ripercorrono le carriere straordinarie di queste voci femminili che hanno segnato la storia della musica. L’appuntamento di oggi è dedicato ad Elisa.
Elisa, una carriera divisa in due
Nella tarda primavera del 1997, nelle radio italiane si iniziò a sentire una splendida canzone, “Sleeping in your hand”, con un sound internazionale alla Alanis Morissette e molti pensarono si trattasse dell’ennesimo talento targata USA. Invece il talento, la brava Elisa, arrivava da Monfalcone, nell’estremo nord-est italiano, dove le influenze della cultura mitteleuropea sono più evidenti.
Si può tranquillamente dividere la straordinaria carriera di Elisa in due momenti ben distinti, come si ci fossero due artiste quasi in contrasto una con l’altra.
La prima parte è quella in cui una giovanissima ragazza friulana, appena sedicenne, fece avere i suoi provini a Lucio Quarantotto che li girò poi alla Sugar ed a Caterina Caselli. Il fiuto allenato fece capire subito all’ex casco d’oro di avere un diamante grezzo tra le mani. Spedita subito a Berkeley in California, nascono le canzoni del suo primo disco, collaborando con il grande chitarrista e produttore Corrado Rustici.
A settembre del 1997 arrivò il suo primo 33 giri, “Pipes & Flowers”. L’album riscosse subito un gran successo, conquistando ben quattro dischi di platino, vincendo poi la Targa Tenco e il Pim, Premio Italiano della musica. Il disco venne pubblicato in mezza Europa e il nome di Elisa cominciò ad essere conosciuto dal grande pubblico. Il secondo disco sarà nel 2000 “Asile’s world”, dove Asile sarebbe Elisa scritto al contrario. Sempre tutto cantato in inglese, tralasciò alcuni suoni rock del debutto per approdare all’elettronica.
Caselli convince Elisa a partecipare al Festival di Sanremo 2001, presentato da Raffaella Carrà. La gara vide un testa a testa tra lei e Giorgia, che presentava “Di sole e d’azzurro”, scritto con l’aiuto di Zucchero come il brano della stessa giovane friulana, che alla fine però la spuntò, vincendo la kermesse canora. “Luce (tramonti a nord-est)” nacque dalla penna della cantautrice direttamente in inglese, poi venne tradotto con l’aiuto della sua mamma, che non appare però nei crediti della canzone.
Stando a quanto riportato in seguito, l’apporto di Zucchero si limitò alla frase “Siamo nella stessa lacrima”. A Sanremo, oltre alla vittoria, agguantò tutti i premi collaterali. Il brano venne poi pubblicato in Europa in inglese, Come speak to me, e in spagnolo “Hàblame”. E’ diventato un classico del suo repertorio ed anche della musica italiana, evidenziando anche le sue straordinarie capacità vocali.
Nell’autunno del 2001 viene pubblicato “Then comes the sun”, un album dai suoni nettamente pop, che ebbe subito un enorme successo; nello stesso periodo Elisa vinse il MTV Europe Music Award come miglior artista europea.
Un altro successo sarà “Lotus“, nel 2003, dove sono presenti anche tre cover, “Hallelluja” di Leonard Cohen, “Femme Fatale” dei Velvet Underground e la splendida “Almeno tu nell’universo” di Mia Martini. L’arrangiamento è volutamente rarefatto, per allontanarsi il più possibile dall’irraggiungibile versione di Mimì.
Il brano farà parte della colonna sonora del film di Gabriele Muccino “Ricordati di me” ed appena pubblicata schizzò subito al primo posto in classifica. Un altro lavoro notevole sarà “Pearl Days” del 2004, con all’interno la bellissima “Una poesia anche per te”.
La carriera di Elisa prosegue trionfante, la raccolta “Soundtrack ’96-’06″ vende oltre seicentomila copie e vinse il disco di diamante. Nel disco è presente il duetto indimenticabile con Ligabue, “Gli ostacoli del cuore”.
Nel 2008 vede la luce “Dancing”, album che le apre le porte del mercato d’oltreoceano. Nel 2009 pubblica “Heart“, con al suo interno la famosa “Ti vorrei sollevare” con Giuliano Sangiorgi, poi nel 2010 un altro album, “Ivy“.
Nel 2013 il primo album interamente in italiano, “L’anima vola”, un altro grande successo e tra i tanti brani c’è la splendida “A modo tuo“, scritta ancora con Ligabue.
Il nome di Elisa nel primo decennio del nuovo millennio è diventato sinonimo di qualità, bravura e originalità, spesso ospite in Italia e nel resto del mondo a concerti di altri colleghi, scrive brani per colonne sonore e combatte in prima persona per le proprie idee e le cause in cui crede.
Insomma una grande cantante, molto dotata vocalmente, brava autrice e vera artista dal sapore internazionale. Era forse l’unica che portava nelle sue canzoni le sonorità del mondo, filtrandole attraverso la propria musicalità. La finezza della scrittura, della ricerca dei suoni e delle novità, sempre proposte in maniera azzeccata, le avevano disegnato un ruolo di primissimo piano ed un rispetto di tutti, fans e colleghi.
Ma all’improvviso, nel 2015, si precipita nella seconda parte della sua carriera, quella meno brillante e significativa, il suo primo passo falso. Accetta, incredibilmente, di far parte del cast del talent show di Canale 5 “Amici” di Maria De Filippi e, puntata dopo puntata, emerge una Elisa che nessuno del grande pubblico conosceva.
Permalosa, perennemente sospettosa, in contrasto il primo anno e invece in combutta l’anno dopo con la collega Emma, veramente uno spettacolo a cui nessuno pensava di dover mai assistere. Un’Elisa calata totalmente nel carrozzone mediatico defilippiano, piange, aggredisce verbalmente, strabuzza gli occhi… della seria e riflessiva cantante di un tempo non è rimasto nulla, è un continuo polemizzare con chi le rivolge delle critiche.
In mezzo a tutto questo trambusto, nel 2016 pubblica l’album “On”, quello con il gattino in copertina. Le vendite saranno nettamente inferiori ai precedenti lavori, le molte critiche vedono Elisa impreparata a questa situazione ed assolutamente in attacco con chi usa aggettivi negativi verso il suo lavoro. E gli anni delle grandi canzoni sembrano forse finiti per sempre.
La magia che emanava nei suoi brani sembra un po’ scemata, anche le sonorità saranno nel tempo un po’ più ripetitive. Nel 2018 cambia dopo vent’anni anche casa discografica, dalla Sugar approda alla Universal. Forse un altro campanello d’allarme su una situazione artistica diventata poco soddisfacente.
A ottobre dello stesso anno esce “Diari aperti”, un album completamente in italiano, in cui spicca il brano cantato con De Gregori, “Quelli che restano“ e quello scritto da Calcutta, “Se piovesse il tuo nome”. Il resto dei pezzi sembrano ancorarsi all’accozzaglia di canzonette e sonorità banali che imperversano per radio. Per la prima volta Elisa non propone sonorità innovative, ma si accoda a quello che propongono gli altri.
Nel 2022 torna al Sanremo con il brano “O forse sei tu”. Acclamata dalla critica, con un brano che ricorda in alcuni passaggi “Insieme a te non ci sto più”, scritto da Paolo Conte nel 1968 per la sua madrina Caterina Caselli, si deve però accontentare del secondo posto alle spalle di Blanco e Mahmood.
Sono mancati l’effetto sorpresa come nel 2001 ed un brano di maggior presa, condizioni che non le hanno fatto vincere il festival da vincitrice annunciata, come successe con la Mannoia e Gabbani nel 2017. Il singolo sanremese sarà inserito nel disco “Ritorno al futuro / Back to the future“, album doppio con un disco in italiano ed uno in inglese. Il prossimo appuntamento importante sarà per Elisa lo Stadio San Siro il 18 giugno 2025.
Anche lei, come tanti altri artisti nazionali, è presente in molti brani di colleghi, scrivendo o cantando, una moda che ormai ha contagiato tutti. Invece che ampliare gli orizzonti creativi, creando una sorta di contaminazione creativa collettiva, si sta livellando purtroppo tutto verso il basso.
Speriamo a questo punto che arrivi una terza parte di carriera della cantante friulana, che amalgami al meglio la meraviglia dei primi lavori alle mediocrità degli ultimi, coadiuvati come sempre dalla sua splendida voce. Elisa: una voce dall’Italia all’estero e ritorno.