venerdì 22 Novembre 2024

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Daniele Stefani tra il top e la trap racconta la sua “Generazione trentenni” – RECENSIONE

Dal 14 settembre disponibile in radio e su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del cantautore

Dopo aver sviscerato nel profondo le contraddizioni della nostra italianità, l’attenzione narrativa di Daniele Stefani si focalizza su una determinata fascia d’età, la cosiddetta “Generazione trentenni”, sempre impegnata nello spasmodico compito di restare a tutti i costi up to date (come raccontato dallo stesso artista nella nostra recente aperintervista). Il testo analizza in chiave ironica uno spaccato della nostra attuale società telematica, nello specifico, coloro i quali si sono trovati a vivere a cavallo tra due epoche, la prima più spensierata e la seconda decisamente precaria. Un generazione carismatica ed assai enigmatica, che non si rassegna allo scorrere del tempo, adattandosi all’evoluzione digitale, ma con un pizzico di nostalgia rispetto alla precedente vita analogica.

Per dirla alla Piero Angela, l’homo sapiens 3.0 è una sintesi un po’ naif dell’evoluzione umana, idealista ma anche ribelle, con una poco innata predisposizione genitoriale e il Rolex al posto dell’orologio biologico. Tronisti e fashion bloggers impegnati ad arrivare alla fine del mese e preoccupati della propria immagine sui social network, tra storie di vita e stories su Instagram. Tra riferimenti nostalgici alle serie anime giapponesi (da “Mila e Shiro” a “Holly e Benji”) e l’uso smodato di terminologie di matrice staunitense-anglofona (briefing, jet leg, social media strategy, ecc ecc…), va in scena l’attuale spettacolo della nostra umanità, rigorosamente in streaming.

Il tutto condito da una poetica urbana e dallo humor metropolitano tipico dei nostri più grandi cantautori, ai quali lo stesso Daniele Stefani ha attinto giungendo a questa notevole maturazione artistica. Se le strofe rievocano un’interpretazione alla Paolo Conte, l’inciso ci riporta a qualcosa di molto più radiofonico, un bel contrasto che dimostra quanto sia sempre più necessario equilibrare tradizione e innovazione. Fondamentale la reunion con il producer Giuliano Boursier, che riuscirebbe a contestualizzare e a rendere attuale anche l’Ave Maria di Schubert.

Letto per bene il testo offre parecchi spunti di riflessione, una forte critica sociale su fenomeni come la meritocrazia o la “fuga di cervelli”. A sottolineare un aspetto decisamente più ludico e scanzonato, invece, sono le immagini del video ufficiale diretto da Yuli Del Rey e che, a ventiquattro ore dal lancio, viaggia attorno alle 100mila visualizzazioni. Nella clip, il cantautore si improvvisa trapper e gioca con cliché apparentemente distanti dal suo mondo musicale, sfoggiando un istrionico senso dell’umorismo. “Generazione trentenni” è uno stato mentale, per chi si sente privo di ogni tipo di schema sociale, per chi sogna un mutuo e vive in affitto, per chi al giovedì gioca sempre a calcetto, per chi si ritrova da solo a pensare a quanto sia importante, oggi come oggi, stare bene e “avere trent’anni, goderteli in fretta con gli anta alla porta”.

Generazione trentenni | Video

Generazione trentenni | Testo

Oh oh, oh oh, oh oh
oh oh, oh oh, oh oh
oh oh, oh oh, oh oh
oh oh, oh oh, oh oh

Trentenni, generazione di idealisti e ribelli
uomini e donne che hanno sempre dei sogni
di quasi padri e madri in cerca di tate
trentenni, generazione di tronisti e filosofi
di fashion bloggers e di hipster ipnotici
devoti, pronti a competere

Trentenni, quelli che Mila e Shiro è troppo da donne
quelle che Benji era più figo di Holly
che Supermario ci fa simpatia
trentenni, quelli che ancora non si sono sposati
che l’orologio sta per scadere
stasera Champions e Sex and the city

La social media strategy mi dici che cos’è
continui a fare selfie sul letto del mio hotel
la vita storie e streaming
con filtri un po’ retrò
avere trent’anni, goderteli in fretta
con gli anti alla porta

Trentenni, quelli che no la notte non fa per me
con l’oro in bocca della mattina
e il leone parcheggiato al locale
trentenni, quelli che chiamano i neolaureati
con cento master sono espatriati
non c’è merito in questo Paese

Trentenni, quelli che cercano lo status sociale
quelli che il mutuo agevolato non vale
e che l’affitto è l’unica soluzione
trentenni, che il giovedì si gioca sempre a calcetto
quelli che il cinema da soli è noioso
però da soli è necessario star bene

La social media strategy ma dimmi che cos’è
continui a fare briefing, ti svegli col get lag
la è un film in streaming, effetto polaroid
avere trent’anni, goderteli in fretta
con gli anti alla porta

Oh oh, oh oh, oh oh, carismatici
oh oh, oh oh, oh oh, pieni di anestetici
oh oh, oh oh, oh oh, telematici
oh oh, oh oh, oh oh

La social media strategy mi dici che cos’è
continui a fare selfie sul letto del mio hotel
la vita storie e streaming
con filtri un po’ retrò
avere trent’anni, goderteli in fretta
con gli anti alla porta

Oh oh, oh oh, oh oh, democratici
oh oh, oh oh, oh oh, poco diplomatici
oh oh, oh oh, oh oh, enigmatici
oh oh, oh oh, oh oh
generazione trentenni!

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.