A tu per tu con il duo romagnolo, fuori dallo scorso 4 marzo con il loro primo EP intitolato “Amico mio”
A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, Matteo e Luca Dellai, noti semplicemente come i Dellai, gemelli romagnoli che abbiamo avuto modo di conoscere con la loro partecipazione nella categoria Nuove Proposte di Sanremo 2021. “Amico mio” è il titolo del loro progetto discografico d’esordio, pubblicato da Virgin Records lo scorso 4 marzo.
Ciao Matteo, ciao Luca, bentrovati. Partiamo dal vostro primo EP “Amico mio”, come si è svolto il processo creativo di questo lavoro?
«Questo EP nasce da un processo creativo partito ormai due anni fa, abbiamo cercato di rappresentare al meglio l’intero spettro delle cose che vogliamo comunicare, dalla canzone d’autore, alla hit estiva, dai pezzi lenti a quelli più ballabili. Il processo di creazione è stato lungo e non poco difficoltoso, ma siamo molto contenti del risultato, ne è valsa la pena».
Quali riflessioni e quali stati d’animo hanno accompagnato la fase di scrittura di queste tracce?
«Le canzoni di questo EP sono state scritte in momenti diversi l’una dall’altra, con riflessioni e stati d’animo diversi. Sicuramente volevamo raccontarci ancora una volta, mostrando il nostro lato più sensibile, per questo scrivere canzoni come “Amico mio”, e “Mimi e Momò” non è stato facile, perché ci siamo spogliati di qualsiasi maschera raccontandoci nel profondo».
A livello sonoro c’è stata tanta ricerca, come siete arrivati a questo sound?
«Abbiamo sempre cercato di dare una sonorità live ai nostri pezzi, sin dall’inizio del progetto abbiam voluto guardare al futuro, proiettandoci verso la realizzazione di un progetto di musica “suonata”, strumenti veri. Nonostante il periodo pandemico che complica la vita agli artisti, negando la possibilità di fare concerti ed esibizioni, abbiamo voluto lavorare con la speranza e forse la consapevolezza che le cose, il prima possibile, prenderanno una piega diversa».
Quali persone sentite di ringraziare? Chi ha collaborato con voi a questo progetto?
«Tutti coloro che ci hanno accompagnato fino a qui, in questo anno per noi così travolgente. Grazie quindi alla Virgin e alla Lucaredcrew per il supporto, grazie a Davide Tagliapietra che ha curato tutti gli arrangiamenti dell’ EP, e grazie a tutti gli amici che ci hanno accompagnato fino a qui».
A un anno di distanza dalla vostra partecipazione a Sanremo, cosa vi ha lasciato di concreto questa esperienza?
«Partecipare al Festival di Sanremo ci ha reso più consapevoli, non solo delle possibilità che potevamo e potremmo avere, ma anche della realtà che stavamo affrontando; è stato come una sveglia alla mattina, quando hai ancora tutta la giornata davanti, e ti ricorda che il tempo per sognare è finito, ed è arrivata l’ora di cominciare a costruire, di giorno in giorno, qualcosa di sempre più solido».
L’EP è uscito lo scorso 4 marzo, data che corrisponde alla nascita di Lucio Dalla. Cosa vi lega musicalmente alla sua figura artistica?
«Ci teniamo a dire che è stato un caso, stavamo ragionando sulla data di uscita e tra le papabili è apparsa anche il 4 Marzo, e quindi, perché no? Per noi Dalla è un’ispirazione, sin da quando siam bambini, ha sempre fatto parte della nostra vita, e molte sue canzoni sono legate a precisi momenti della nostra crescita: Da “Attenti al Lupo”, a “La sera dei miracoli”, passando per “Disperato Erotico Stomp”».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche vi rendono orgogliosi di “Amico mio”?
«E’ un brano profondo, dai mille sapori, un brano scritto con un amico che si chiama “Amico mio”, ha un valore diverso. Ci riconosciamo in maniera chiara, non romanzata, sento di appartenere a questo brano e viceversa. Oltre a ciò da il titolo al nostro primo EP, di cui siamo estremamente fieri, perché penso che il tempo che ci ha portato fino a qui, possa diventare domani un bellissimo inizio per una storia ancora da scrivere».
Nico Donvito
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