domenica 24 Novembre 2024

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“Cose dell’altro mondo”, suggestioni e riflessioni di provincia per Dente – RECENSIONE

Disponibile a partire dallo scorso 9 gennaio il nuovo singolo del raffinato cantautore emiliano

Tempo di nuova musica e di nuove domande per Giuseppe Peveri, alias Dente, ispirato artista che nel corso della sua decennale carriera si è imposto per la sua originalità, sia dal punto di vista della scrittura che per quanto concerne la sfera interpretativa. “Ma di noi due che cosa rimane?” è uno degli interrogativi ricorrente del singolo “Cose dell’altro mondo”, disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali dallo scorso 9 gennaio.

Una canzone ambientata in provincia, che racconta tutto il disincanto e il radicamento emotivo di chi si sente a volte estraneo del proprio tempo (“il mondo che mi gira intorno è diverso da me”) perdendosi tra le stradine e la nebbia. Una periferia spesso mentale, se vogliamo cronica, che ci aiuta a fare pace con i nostri ricordi, con ciò che siamo o siamo stati, per poi partire all’avanscoperta del mondo e, magari, spingersi anche oltre, lì dove tutto scorre in fretta e “un anno passa in un secondo”.

Suggestioni e pensieri che prendono spunto dai sobborghi del nostro animo, prima ancora che da una località ben precisa, che fanno da sfondo ad una storia universale, volta a riflettere sulla duplice importanza del ricordare ma anche del dimenticare perché, a seconda delle situazioni, è necessario riuscire a sviluppare entrambi gli esercizi della nostra memoria, talvolta conservando, talvolta cancellando. Il tutto declinabile sia ad una relazione di coppia, ma anche al rapporto che ognuno di noi instaura con se stesso.

Dopo aver parlato del distacco inteso come occasione di rinascita nel precedente singolo “Adieu” (qui la nostra recensione), Dente torna ad analizzare e sviscerare la complessità dell’essere umano in tutta la sua interiorità, declinandone e semplificandone i tratti somatici per facilitare in qualche modo un processo di comprensione. In tal senso, Cose dell’altro mondo abbraccia sia i dubbi che le incertezze, per favorire un’attenta panoramica di quelle che sono le più comuni e contemporanee emozioni.

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Cose dell’altro mondo | Audio

Cose dell’altro mondo | Testo

Il mondo che mi gira intorno è diverso da me
Anna legge ad alta voce il fondo del caffè
e poi mi dice che sta bene qui dov’è
e che mi sogna spesso
(anch’io ti sogno spesso)
un anno passa in un secondo
ci sono cose dell’altro mondo
in questo qui che è come un girotondo

Dimmi com’è l’America come Milano
Napoli e la luna, tu che ci sei stato
io ti dirò del giorno in cui ti ho dimenticato
e che sei sempre uguale
ma di noi due che cosa rimane?

Hai fatto pace con la nebbia
hai fatto pace con me
con tutti i bar della provincia
e quelli come te
con i sabati pieni di birra e di filosofia
e le luci dei lampioni spenti nella tua via
un anno passa in un secondo
alba e poi tramonto
il tempo fila e non fa più ritorno

Dimmi com’è l’America come Milano
Napoli e la luna, tu che ci sei stato
io ti dirò del giorno in cui ti ho dimenticato
e che sei sempre uguale
ma di noi due che cosa rimane?

E il tempo da ingannare
ammazzare

Dimmi com’è l’America come Milano
Napoli e la luna, tu che ci sei stato
io ti dirò del giorno in cui ti ho dimenticato

Dimmi com’è l’America come Milano
Napoli e la luna, tu che ci sei nato
io ti dirò del giorno in cui ti ho dimenticato
e che sei sempre uguale
ma di noi due che cosa rimane?

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.