La storia della kermesse canora europea: la seconda vittoria italiana e l’ultimo saluto al millennio
Dopo aver ripercorso quanto accaduto negli anni ’50, anni ’60, anni ’70 e anni ’80, prosegue il nostro viaggio nella storia dell’Eurofestival, o come lo conosciamo oggi Eurovision Song Contest. Le prime trentaquattro edizioni hanno visto trionfare cinque volte la Francia e il Lussemburgo, quattro volte il Regno Unito e i Paesi Bassi, tre volte l’Irlanda, due volte la Svizzera, la Svezia, la Spagna e Israele, una volta la Danimarca, la Norvegia, la Jugoslavia, il Principato di Monaco, l’Austria, la Germania e la nostra Italia. Il nostro viaggio riprende dagli anni ’90, l’ultimo decennio del secolo a cavallo del nuovo millennio.
1990: insieme, unite unite Europe
La trentacinquesima edizione dell’Eurovision ha luogo a Zagabria, si registrano ventidue nazioni partecipanti. Un’edizione quasi monotematica, fortemente influenzata dalla caduta del Muro di Berlino, avvenuta sei mesi prima. A ventisei anni di distanza dalla vittoria avvenuta nel ’64 con Gigliola Cinquetti, l’Italia si aggiudica il suo secondo (e per ora ultimo) titolo grazie a Toto Cutugno e la sua “Insieme: 1992”. Nell’anno in cui vengono ospitati i mondiali di calcio, il nostro Paese svetta in Europa anche dal punto di vista musicale. Il cantautore di origini siciliane è reduce dal quinto secondo posto consecutivo al Festival di Sanremo, prende parte alla kermesse europea grazie alla rinuncia dei Pooh e ci regala quella che possiamo considerare, almeno finora, la nostra vittoria più bella. Il sogno di una nuova Europa non lontana, il trionfo della canzone italiana.
1991: welcome to Rome
La manifestazione torna per la seconda e ultima volta in Italia, come città ospitante viene scelta Roma, dopo una prima candidatura sfumata di Sanremo. Per la conduzione vengono scelti i nostri due vincitori, Toto Cutugno e Gigliola Cinquetti, mentre in gara viene selezionato internamente Peppino Di Capri con la canzone “Comme è ddoce ‘o mare”, che si classifica al settimo posto. In prima posizione si stabiliscono a pari merito due nazioni, il regolamento prevede l’assegnazione del titolo al Paese con il maggior punteggio ricevuto più volte. Si classifica dunque seconda la Francia di Amina con “C’est le dernier qui a parlé qui a raison” e prima la Svezia con “Fangad av en stormvind” di Carola.
1992: applausi per Mimì
Dal mar Tirreno al mar Baltico, il trentasettesimo concorso europeo della canzone ha luogo a Malmö, in Svezia. In rappresentanza dell’Italia torna per la seconda volta Mia Martini, reduce dal ritrovato successo ottenuto negli ultimi anni. La sua “Rapsodia” si classifica al quarto posto, mentre in prima posizione si impone l’Irlanda, che agguanta il suo quarto titolo con “Why Me?”, cantata da Linda Martin e scritta da Johnny Logan, sempre lui: Mister Eurovision, l’unico ad aver trionfato per ben due volte.
1993: sole d’Eurovision
La manifestazione europea torna nell’isola irlandese, questa volta nella piccola cittadina di Millstreet con circa 1.500 abitanti, la location con minor popolazione ad aver ospitato l’evento. Venticinque le nazioni partecipanti, si ritirano Jugoslavia e Lussemburgo, mentre debuttano Bosnia Erzegovina, Croazia e Slovenia. L’Italia partecipa con il vincitore di Sanremo Enrico Ruggeri, che si classifica al dodicesimo posto con “Sole d’Europa”. Ad aggiudicarsi il titolo è per la quinta volta l’Irlanda padrona di casa, con la canzone “In your eyes” di Niamh Kavanagh.
1994: il monopolio dell’Irlanda
L’Eurovision trasloca di soli 270 km da Millstreet a Dublino. Tanti i debutti dei Paesi partecipanti, tra cui Russia, Polonia, Romania, Estonia, Lituania, Slovacchia e Ungheria, mentre si ritirano Belgio, Danimarca, Israele, Turchia, Slovenia e la nostra Italia, a causa di uno scarso interesse nei confronti della manifestazione da parte del pubblico. Vince per la terza volta consecutiva l’Irlanda, la sesta nella sua storia, superando nell’albo d’oro sia la Francia che il Lussemburgo. La canzone “Rock ‘n’ roll kids” di Paul Harrington e Charlie McGettigan ottiene ben 226 punti, il maggior punteggio sino ad allora mai raggiunto.
1995: da Dublino a Dublino
La quarantesima edizione dell’Eurovision Song Contest non si sposta di un metro, la sede della kermesse resta per il secondo anno consecutivo a Dublino. L’Italia decide di restare nuovamente a casa, mentre si aggiudica il titolo la Norvegia, a dieci anni dalla precedente e unica vittoria, grazie al duo dei Secret Garden, composto da un pianista e da una violinista, con il brano “Nocturne”, pressoché quasi tutto strumentale.
1996: tira e molla
La manifestazione fa ritorno in Scandinavia, nella capitale norvegese di Oslo. Nemmeno il tempo di arrivare che si torna subito in Irlanda, con la nazione che si aggiudica il settimo titolo della competizione con Eimear Quinn e la canzone “The Voice”. L’Italia sceglie di restare ancora assente.
1997: ciao Italy
Dublino torna, per la quarta volta in cinque anni. L’Italia partecipa con i Jalisse, già vincitori di Sanremo, con la celeberrima “Fiumi di parole”, che si aggiudica un buon quarto posto. Si tratta dell’ultima partecipazione del nostro Paese prima di un lungo, quasi interminabile, periodo di assenza. Stravince il Regno Unito, al suo quinto titolo, con la canzone “Love shine a light” dei Katrina and the Waves.
1998: arriva la Diva
La quarantatreesima edizione dell’Eurovision si tiene a Birmingham, nella contea inglese del West Midlands. Viene introdotto il sistema di televoto in tutti i Paesi partecipanti, per facilitare il coinvolgimento del pubblico europeo nello show. Ad aggiudicarsi il titolo è per la terza volta Israele, con la canzone “Diva” eseguita da Dana International, la prima cantante transgender a vincere il concorso musicale europeo.
1999: l’ultima edizione del millennio
Il secolo dell’Eurovision si chiude a Gerusalemme, in un’edizione piena di cambiamenti. Per la prima volta ci si esibisce con le basi musicali e non accompagnati dall’orchestra, in netta controtendenza rispetto al nostro Festival di Sanremo. In più, viene abolita definitivamente la regola per cui ogni Paese deve partecipare con la propria lingua d’origine. Al primo posto si impone per la quarta volta la Svezia, con la canzone “Take me to your heaven” eseguita da Charlotte Nilsson.
Nico Donvito
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