venerdì 22 Novembre 2024

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“Romanzo cattivo”, le nuove pagine di Giulia Mutti – RECENSIONE

Disponibile dallo scorso 6 dicembre il nuovo singolo della cantautrice toscana, intitolato “Romanzo cattivo

Continua a sorprendere l’evoluzione di Giulia Mutti (qui la nostra recente intervista), di canzone in canzone l’artista di Pietrasanta è riuscita a seguire un percorso lineare e conforme alla propria indole. Non è facile oggi cercare di mantenere una propria integrità, non lasciarsi scalfire da ciò che, sempre più freneticamente, si muove attorno. “Romanzo cattivo” è l’ennesima proposta azzeccata della cantautrice toscana, la risposta alle mode e alle tendenze, la prova che si può ancora concepire la musica in maniera personale, senza il bisogno necessariamente di omologarsi. Una canzone in perfetta sintonia con i tempi, compreso l’ottimo arrangiamento suonato, impreziosito dal giusto tocco di elettronica.

Il brano, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali dallo scorso 6 dicembre, rappresenta il manifesto di una generazione confusa ed abbattuta, figlia dell’epoca in cui viviamo, che ha quasi perso la voglia di sognare ma non del tutto quella di combattere. E’ sempre più difficile oggigiorno cercare di condurre un’esistenza fuori dagli schemi, in piena libertà, senza sentirsi in qualche modo influenzati dal giudizio di chi ci circonda. Sentirsi liberi è un lusso che dobbiamo tornare a concederci, senza pensare troppo alle conseguenze o al parere di chi ci è accanto. Buttiamoci, rischiamo, perché è solo sbagliando che miglioriamo, la verità è che dagli errori si impara sempre un po’ qualcosa.

In tal senso, Romanzo cattivo vuole essere un invito a non ritagliarci un ruolo secondario, bensì un’esortazione a riprendere in mano le redini della nostra esistenza per tornare ad essere protagonisti della nostra stessa vita. Giulia Mutti lo racconta in maniera ispirata e credibile, convincente perché autentica, personale e al tempo stesso universale. Lo fa con coraggio, lo stesso che caratterizza questa bella canzone, spronandoci a fare della nostra vita un’opera meravigliosa, brutta o cattiva che sia, semplicemente a nostra immagine e somiglianza, proprio come lei stessa sta facendo impegnandosi a scrivere nuove interessanti pagine del pop italiano.

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Romanzo cattivo | Video

Romanzo cattivo | Testo

Di favole non ne vogliamo più
di amori da TV
buonisti e paraventi
qui siamo a corto di virtù
in mutande o poco più
nudisti in pieno inverno
tanto no, non siamo fatti per toccarci
con i guanti
non saremo mai distanti
ma nemmeno peccatori così grandi

Potremmo scrivere il nostro
romanzo cattivo
con bombe atomiche
di inchiostro
nel nostro giardino
io e te una rapina
senza la pistola
può darsi pure che funziona
e non rimpiangeremo la condotta buona
dietro alla lavagna come a scuola

Di favole non ne vogliamo più
di amori al sangue blu
di lacrime d’argento
qui siamo sprovvisti di bijou
e ci diamo del tu
stesi sul pavimento
tanto no non siamo fatti
per dettagli eleganti
non saremo mai dei santi
ma nemmeno peccatori così grandi

Potremmo scrivere il nostro
romanzo cattivo
versare lacrime
di inchiostro
che sciolgono il viso
io e te una rapina
senza la pistola
può darsi pure che funziona
e non rimpiangeremo la condotta buona
ne sopra ne sotto le lenzuola

Ed entreremo gratis a un concerto
e troveremo prati nel deserto
non siamo capitati al governo
cosa ce ne facciamo del consenso

Per poter scrivere il nostro
romanzo cattivo
con bombe atomiche
di inchiostro
nel nostro giardino
io e te una rapina
senza la pistola
può darsi pure che funziona
e non rimpiangeremo la condotta buona
ne sopra ne sotto le lenzuola

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.