“I ragazzi stanno bene”, il bilancio musicale dei Negrita – RECENSIONE
L’analisi sul nuovo inedito presentato in concorso alla 69esima edizione del Festival di Sanremo

Il rifiuto delle regole imposte dall’odierna umanità è il tema centrale del testo, dal quale ci si può svincolare con un po’ di karma o di sana fortitudine. Un’analisi sociale sull’attuale “mondo dei confini e passaporti, dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto”, in cui ci si sente sempre più confusi e soli, fino ad esplodere nel corale e liberatorio “non mi va” dell’inciso.
Le atmosfere sonore ricordano le migliori produzioni dei Negrita, tra tutte l’album “Reset“ che proprio quest’anno celebra vent’anni dalla sua uscita. Un sound riconoscibile, che è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica. “I ragazzi stanno bene” è una piacevole dichiarazione di intenti, da parte di chi non si arrende e non si piega a qualsivoglia tipo di imposizione, la rivoluzione interiore di chi và dritto per la propria strada senza timori o rimpianti.
Una canzone-manifesto nel complesso azzeccata, giusta e rappresentativa di un percorso lungo un quarto di secolo. I Negrita tornano al Festival a sedici anni dalla loro unica e poco fortunata partecipazione del 2003 con “Tonight”, lo fanno in modo riconoscibile, consapevole e decisamente più maturo rispetto al passato. Il loro è un grido denso di positività, fatto di resilienza e della voglia di non rendere vano alcun istante della nostra esistenza, perché “la vita è una poesia di storie uniche”.
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