Dopo qualche stagione di “relax” ecco che Natale torna ad essere un periodo ghiotto per la musica
Che il Natale fosse un periodo discograficamente ricco ed allettante è una verità da tempo nota e riconosciuta. Si sa, un bel disco messo sotto l’albero fa sempre la propria figura. Raramente, poi, si corre il rischio di sbagliare dono conoscendo almeno un po’ i gusti altrui. Da qualche stagione, però, anche le feste natalizie avevano perso il proprio potere di fronte alla crisi del sistema-musica, al crollo vertiginoso delle vendite su supporto fisico e, perchè no, anche al cambiare delle mode, dei generi e degli stili. Se il 2021 ha voluto fare un regalo alla musica italiana, però, verrebbe da dire che questo è proprio la riscoperta del periodo natalizio come catalizzatore delle vendite musicali. O almeno questo è quello che si vorrebbe che fosse.
Già da qualche settimana si susseguono sugli scaffali dei negozi di musica una quantità crescente di nuovi titoli, artisti e progetti. Un susseguirsi che testimonia come la musica italiana, la discografia e soprattutto i grandi artisti siano intenzionati a rimpossessarsi del Natale. E con esso, ovviamente, del proprio posto tra i doni sotto l’albero e di uno dei pochi periodi dell’anno capace di risollevare le sorti di un mercato fisico in costante declino.
E’ vero, nemmeno nell’ora più buia della musica il periodo natalizio ha smesso di risultare un’allettante tentazione per l’uscita di nuovi dischi, riedizioni e progetti. Il 2021, però, da questo punto di vista è assolutamente imbattibile, almeno per i tempi recenti.
Così, a novembre hanno giocato d’anticipo veri e propri mostri sacri della musica italiana. Tra questi Loredana Bertè, che ha pubblicato l’inedito “Manifesto”, o Vasco Rossi, con l’atteso “Siamo qui” arrivato dopo 7 anni dall’ultimo progetto. Ad accodarsi, però, sono stati anche i contemporanei Rocco Hunt con “Rivoluzione”, Fedez con “Disumano” e Marracash con “Noi, loro, gli altri”: tutti convinti di saper trasformare anche un tradizionale momento come il Natale in una nuova occasione di conquista per il rap nostrano.
Non da meno sono stati i progetti-acchiappa-regalo come quelli de Il Volo per omaggiare Morricone, Mina e Adriano Celentano con la raccolta di tutti i loro duetti o Zucchero con il primo disco di cover, “Discover”. D’altronde, si sa, questi dischi suonano sempre come un qualcosa da collezione. Non sono mancati, poi, nemmeno mini-dischi come quello dei Modà per “Buona fortuna – Parte Prima” o riedizioni come quelle di Ornella Vanoni con “Unica” e Michele Bravi con “La geografia del buio“.
Dicembre non è stato e non sarà da meno. Sono stati calati due assi importanti come quelli forniti dai nomi di Marco Mengoni con “Materia (Terra)” e di Coez con “Volare”. Ma come dimenticare, poi, le uscite-evento della riedizione di Gazzelle con “OK un cazzo” e di Claudio Baglioni con la nuova raccolta “Tutto”? Insomma, chi ha saputo davvero resistere all’idea di un Natale capace di tornare a salvare la musica come negli antichi fasti? Pochi assai a giudicare dalle lunghe liste di uscite. Le vendite avranno davvero ripagato? Difficile trarre bilanci ma la sensazione è che ci si stia accontentando di spartirsi le briciole…
Ilario Luisetto
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