Prodotto da Fabrizio Barbacci, il primo album della cantautrice toscana è il risultato di diversi anni di lavoro
“La testa fuori” di Giulia Mutti è un progetto discografico completo. Ci sono le canzoni, i contenuti, la musica fatta di ottimi arrangiamenti e una voce che si identifica in ogni parola che canta. La maturità messa in gioco per questo lavoro è evidente. In poche parole è un disco realizzato perché sentito e mosso da esigenze comunicative reali. Ascoltandolo non puoi non sentirti a contatto con quella sensibilità che muove la vita, il mondo e di conseguenza anche la musica.
“La testa fuori”, titolo dell’intero lavoro e anche del singolo che lo apre, presenta 9 tracce. Tra queste ce ne sono alcune che abbiamo imparato a conoscere in questi due anni ed altre totalmente inedite. Il filo conduttore è una leggera malinconia che sembra alla base di tutti i brani e che viene sempre affrontata con forza da Giulia Mutti. Il risultato è una voce che sfida le difficoltà emotive di tutti i giorni ma non si arrende ad esse. Grazie ad uno stile deciso che si muove tra pop e rock a prevalere, infatti, non sono i momenti di nostalgia ma la voglia di reagire e di andare sempre avanti.
Tra Il bisogno di condividere i sentimenti espresso nella ritmata “La testa fuori” e la volontà di rimanere fedeli a se stessi per scrivere con autenticità le pagine della propria storia in “Romanzo cattivo” si approda alla traccia numero 3, “Un posto per pochi”: una canzone da vero e proprio viaggio emozionale in cui l’artista di Pietrasanta canta la rarità di avere per davvero qualcuno accanto. Molto bella la contrapposizione tra la normalità con cui la gente si sposta e viaggia in tutti i luoghi della terra e la rarità di avere qualcuno che sieda sempre accanto a noi.
Il singolo numero 4 si intitola “Lontana” ed è un brano alla continua ricerca di equilibri anche per quanto riguarda l’arrangiamento a tratti delicato, a tratti decisamente più spinto. Segue “Monet”, profonda pagina di diario ad alta intimità musicale in cui ci si pone delle domande e ci si risponde che per molte situazioni non esistono perché.
Prevale, invece, la forza dell’arrangiamento in “Le rovine di Pompei” in cui la giovane cantautrice non nasconde la rabbia che prova quando si domanda dove vada a finire tutto l’affetto che alle volte si dona ma che sembra non essere accolto dall’altra parte. Perla assoluta la traccia numero 7 dal titolo “Acciaio”, riproposta nell’album in chiave più complessa rispetto all’essenzialità della versione precedente. Riproposizione che non stravolge ma impreziosisce l’essenzialità di una canzone che nasce per essere pura. Chiudono il disco “L’estate con me”, ragionamento sulle contraddizioni dei nostri tempi e “Almeno tre”, canzone con cui la Mutti partecipò a Sanremo Giovani nel 2018.
“La testa fuori” è un disco da ascoltare con calma. Ogni traccia è una parte di storia, una parte di vita che si mescola inevitabilmente con quella raccontata nelle altre canzoni. C’è davvero tanto, nello sfondo e nei dettagli.
Migliori tracce: Acciaio / Un posto per pochi / Romanzo cattivo
Tracklist |
- La testa fuori
- Romanzo cattivo
- Un posto per pochi
- Lontana
- Monet
- Le rovine di Pompei
- Acciaio
- L’estate con me
- Almeno tre
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