martedì 8 Ottobre 2024

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“Estate nucleare”, Laura Ciriaco canta il valore della vita autentica – RECENSIONE

Disponibile dal 7 giugno il nuovo singolo della cantautrice abruzzese, intitolato “Estate nucleare

Tempo di nuova musica per Laura Ciriaco (qui la nostra recente intervista), artista che abbiamo avuto già modo di ascoltare ed apprezzare con i precedenti singoli L’inizio e Macerie. A distanza di qualche mese la ritroviamo in piena forma con la sua personale proposta estiva, intitolata “Estate nucleare”, una canzone pregna di ritmo ed energia, all’insegna della leggerezza. Un’insolita incursione musicale per la cantautrice pescarese, che sin dai tempi della sua partecipazione a The Voice ci aveva abituato ad atmosfere più intime ed emotivamente profonde, che ben si prestano alla sua poderosa e originale timbrica vocale, per nulla scalfita da questa curiosa sperimentazione.

Al sound solare e sbarazzino fa da contraltare un testo piuttosto intrigante e futurista, in cui l’artista si immagina catapultata in un mondo dove i telegiornali non daranno più notizie, in cui le comunicazioni virtuali saranno interrotte, riscoprendo il valore delle cose che realmente ci fanno sopravvivere. Abbandonare il superfluo e riscoprire i valori veri, questo il messaggio evinto tra le righe di Estate nucleare, un inno alla vita autentica, quella che si può toccare con mano senza l’ausilio del touch screen.

Estate nucleare | Video

Estate nucleare | Testo

E’ finita la guerra
e la televisione
dice di uscire per strada e ballare
con le infradito sulle rovine
le luci al neon
e le macchine esplose
facciamo due tiri in tangenziale
c’è chi si abbronza sulle autostrade

Le buche delle bombe piene d’acqua
sono le piscine
i cellulari fritti meno male
sono da buttare
tutti sopra un ponte che finisce sull’oceano
un tuffo come i missili che cadono

Il telegiornale
ha chiuso per sempre
il commercialista
non paga le tasse
c’è pieno di gente a tutte le ore
c’è solo da fare e rifare l’amore

Nell’estate nucleare
è l’estate nucleare
c’è un’estate nucleare
un’estate nucleare

E’ finita la guerra
siamo tutti in pensione
una sola stagione pensa che bello
si muore da dio se si muore di caldo
le luci UV fanno male alla pelle
chi se ne frega scottiamoci pure
chi se ne frega se avremo le rughe

Bruciano montagne di ombrelloni
come picchia il sole
ci spalmiamo l’olio dei motori
come protezione
segni sulla faccia di battaglie primordiali
dai che si ritorna tutti uguali

Il telegiornale
ha chiuso per sempre
il commercialista
non paga le tasse
c’è pieno di gente a tutte le ore
c’è solo da fare e rifare l’amore

Nell’estate nucleare
è l’estate nucleare
c’è un’estate nucleare
un’estate nucleare

Com’è che basta una canzone
dov’è che trovo il tuo sapore
cos’è che ci pulisce il cuore
la sabbia e poi la neve non te andare no non te andare

Com’è che vola un aquilone
dov’è il vento che ci muove
cos’è che salva le persone
che spazza via il dolore
ci serve un temporale

Nell’estate nucleare
è l’estate nucleare
c’è un’estate nucleare
un’estate nucleare

Il navigatore
ha perso le mappe
e l’economista
si vende le scarpe
c’è sempre più gente che balla per ore
qui c’è da sudare anche a fare l’amore
il telegiornale
ha chiuso per sempre
il commercialista
non paga le tasse
c’è pieno di gente a tutte le ore
qui c’è da sudare anche a fare l’amore
nell’estate nucleare

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.