Laura Pausini

Laura dov’è? Quello che sappiamo e quello che vorremmo dalla Pausini del futuro

Trent’anni anni di carriera e una mancanza di coraggio sono le maggiori evidenze della nuova Laura Pausini alla vigilia del nuovo album (qui tutte le notizie), che arriva dopo cinque anni di attesa e di tentativi di rimanere a galla. Al netto di una fan base storica e salda, va preso atto che gli ultimi tre singoli non hanno riscosso un successo tale da riuscire a rinnovarla con la generazione più giovane. Le possibili cause? In parte la scelta di tematiche troppo classiche, che paiono richiamare la Laura degli esordi.

Nel gennaio del 2022, non è bastato scegliere Madame per “Scatola” (qui la recensione). L’artista veneta, che ha cambiato la scrittura metrica del pop e il modo di cantarlo, scrive per Laura sull’amicizia, descrivendola col simbolo di una scatola, dove racchiudere i ricordi di un legame amicale passato. Quanto è boomer e demodé quest’immagine, descritta con un testo nostalgico e quasi infantile? (“Ti ho lasciato in una scatola per poterti ricordare Perché cucire di ricordi il sole serve a non dimenticare Ti ho trovato in una scatola, c’era il tuo numero di cellulare Ti ho cercato ma niente da fare, chissà se mi hai dimenticata Ma io non ti ho dimenticata, io non ti ho dimenticata Ricordati che io, ricordati che tu, siamo la stessa cosa”).

Per altri versi, alcune dichiarazioni della stessa Laura (qui) non l’hanno certamente aiutata. Per esempio, sulla possibilità di una partecipazione in gara al Festival di Sanremo, che nell’era di Amadeus ha registrato un rinnovato impatto mediatico e risultati eccellenti in termine di vendite, Laura ha scartato ogni speranza, anzi dicendosi in disaccordo con i colleghi affermati che scelgono di gareggiare. Nell’affermazione “io non ho questo coraggio”, vi leggiamo la paura del confronto con le personalità artistiche più giovani sul palcoscenico che fu, per lei giovanissima, il trampolino di lancio a una carriera internazionale.

A marzo 2023, è  Laura stessa a augurarsi “Un buon inizio” (di cui qui la nostra recensione), il singolo scritto insieme a Riccardo Zanotti, frontman e autore dei Pinguini Tattici Nucleari, in cui ritorna sul tema della mancanza di coraggio (“tu lo sai dove va La vita senza il coraggio Rimane vera a metà Come una statua di ghiaccio Scomparirà pian piano quello che ho passato Come dediche a mano sopra un libro usato Bisogna dare il giusto peso ad uno sbaglio Le cicatrici servono a volare meglio”).

È uno scatto intimo e fotografico di come sta Laura nell’anno celebrativo della sua carriera trentennale e, come si può facilmente intuire, non è tutto rose e fiori. A darne conferma sono le dichiarazioni della cantante: “Nonostante io abbia vissuto esperienze incredibili come L’Oscar, il Golden globe, l’Eurovision e il film Piacere di conoscerti, devo ammettere che mi sono sentita più volte persa, forse suggestionata da persone che attorno a me nel mio lavoro mi hanno fatto capire che non credevano più in me. Ci ho messo più di due anni a trovare il coraggio di non ascoltare più quelle parole che come bombe lasciavano cicatrici”.

Quindi, cambio di rotta con il singolo estivo? No, di certo! “Il primo passo sulla luna”, uscito lo scorso giugno, appare come una buona premessa di cambiamento, ma soltanto nel titolo, visto che è  la stessa Laura a dirci che tratta di “un’amicizia che si interrompe per divergenza di idee, perché si giudica fermandosi al proprio pensiero, senza la volontà di trovare una soluzione. Tutto finisce perché è più facile fare un passo sulla luna che incontrarsi a metà strada”.

Probabilmente, la stessa direzione che pare voglia seguire la nostra artista, finora incapace di attuare un vero cambiamento con proposte interessanti in un settore discografico richiedente, oggigiorno, repentine trasformazioni artistiche, che seppur non obbligatorie per una personalità consolidata come Laura, dovrebbero essere compensate almeno da un lavoro di ricerca sui contenuti. A questo punto, riponiamo tutte le speranze nell’album che verrà, augurandoci che le aspettative siano soddisfatte almeno a metà.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio. Da quel vuoto sonoro nasca un nuovo concerto.

By Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio. Da quel vuoto sonoro nasca un nuovo concerto.

One thought on “Laura Pausini: breve storia di una crisi artistica e di speranze a metà”
  1. La Pausini, così come Giorgia, toppano alla grande per questa smania che i criticoni hanno di farle cambiare. Tutti a voler fargli cambiare musica per approdare in canzoni inutili come quella scritta da Madame e da Riccardo (e infatti si sono visti i risultati…). Giorgia che porta a Sanremo un pezzo indecente, che era stato anticipato da un altro singolo inutile che strizza l’occhio al nuovo…nuovo da cosa poi? Quando torneranno a fare le Pausini e Giorgia che conosciamo ce lo facessero sapere e allora torneremo ad acquistarle, fino ad allora, continueranno ad essere ignorate. La musica in giro è una M perché addetti ai lavori e discografici hanno voluto portarla a livelli accessibili anche alle capre, in modo da poter sostituire un “artista” con un altro, alla stessa velocità con cui si mastica una gomma. E le pecore seguono…
    Spero che il nuovo album della Pausini che purtroppo non ascolto più da tempo, viste queste infelici uscite, torni ad essere all’altezza dei precedenti. Non si è boomer perché si vuole bella musica da sentire e risentire negli anni e che ti trasmetta emizioni. Questa musica attuale sparirà tutta…tranne rare eccezioni. Io da una Elisa, Giorgia e una Laura mi aspetto che facciano cose da loro, mi aspetto (e spero) le cose per cui le abbiamo apprezzate tutti, non cose che farebbero altri e che non me le rendono minimamente interessanti. Poi se vogliono cambiare musica, ce ne faremo una ragione. Amen

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