giovedì 21 Novembre 2024

ULTIMI ARTICOLI

SUGGERITI

Laura Pausini fruga nella “Scatola” e trova sé stessa – RECENSIONE

Il singolo scritto con Madame è un intenso tuffo nei ricordi

S’intitola “Scatola” il singolo che mette il punto alla trepidante attesa internazionale che circonda il ritorno discografico di Laura Pausini. La cantante romagnola fa seguire così ad un 2021 colmo di soddisfazioni un 2022 dall’agenda altrettanto ricca, a partire dal Festival di Sanremo, al quale parteciperà in veste di super ospite.

La nuova proposta della voce de “La solitudine” è un affettuoso salto indietro verso la sua stessa adolescenza. Le liriche del brano, stese in collaborazione con Madame, raccontano di una donna nostalgica ma convinta e appagata, che guarda al passato senza scadere nel facile topos dei rimpianti e dei rimorsi. Il ricordo della tenera età rafforza l’immagine della Laura oggi 47enne, che non rinnega ciò che era ma lo coinvolge nella composizione di una personalità sempre in evoluzione.

Sulle note di una ballad prodotta da Shablo e Luca Faraone, piuttosto incline allo stile abituale del pop made-in-Laura, la stella della nostra musica appoggia le parole in maniera decisa, decidendo di oscillare su 3 registri vocali principali. Non mancano le batterie, strumento che storicamente accompagna l’energia della Pausini nei suoi brani e la voglia di esplodere che ne caratterizza la vocalità.

In “Scatola” il calore dell’ugola romagnola ha un’importanza vitale nello sviluppo del testo. Il cambio di tonalità nell’inciso, che in apparenza risulta ingiustificato e inutilmente sfarzoso, rappresenta la scossa definitiva. La canzone non necessitava, dal punto di vista dell’intensità, di un ulteriore salita di tono dopo il pre-ritornello. Alzando la voce per un verso cruciale come “io non ti ho dimenticata: ricordati che io, ricordati che tu siamo la stessa cosa” l’artista ripercorre tutti i 30 anni che la distanziano dal destinatario del testo. In qualche modo posiziona il francobollo ed invia la lettera.

Il risultato dei 3 minuti e 27 della canzone è un tenero abbraccio all’età infantile. A questo leggendo tra le righe, si unisce un invito ad accettare il proprio passato, anche quando lo si sente lontano. Insomma, rompere le doghe del letto mentre si ascolta Billie Jean rappresenta l’autenticità, il nostro essere più puro. Un essere che non conosce limiti di tempo e che perdura tutt’oggi.

Acquista qui il brano |