Le dichiarazioni della conferenza stampa sanremese
Le Vibrazioni tornano a in gara Sanremo e lo fanno con il brano “Tantissimo“, scritto dal frontman Francesco Sarcina in compagnia di Roberto Casalino e Niccolò Verrienti. La band, che ad aprile tornerà con un nuovo EP e il prossimo 1 ottobre suonerà al Fabrique di Milano, torna sul palco dell’Ariston a distanza di due anni dall’ultima fortunata partecipazione con “Dov’è“ del 2020. Ecco quello che Le Vibrazioni ci hanno raccontato durante la loro conferenza stampa:
“È strano essere l’unica band – esordisce Francesco Sarcina – Sicuramente, per quanto riguarda la performance, sul palco non è facile mettere a posto tutto in breve tempo, legando il suono della band a quello dell’orchestra, ma siamo super soddisfatti per come sta andando. La classifica? Sappiamo bene che a volte ti premia altre no, siamo veterani e siamo esperti. Veniamo a Sanremo per proporre la nostra musica e farla conoscere alla gente. Essendo qui possiamo poi fare i concerti e arrivare a più persone. Il brano è in qualche modo un invito a fare i conti con sè stessi. Tra i giovani mi è piaciuto molto Aka7even, gran voce. Anche Mahmood e Blanco hanno fatto grandi cose, dimostrando il loro valore sul palco. Della cosiddetta ‘vecchia guardia’ ha spaccato Iva Zanicchi”.
A proposito della serata cover di stasera, dove porteranno sul palco “Live and let die” di Paul McCartney con Sophie and the Giants e Peppe Vessicchio, dicono: “È un grande onore su questo brano, con il quale siamo cresciuti tutti, e potevamo farlo solo su questo palco, prevedendo un orchestrazione importante. Lo faremo nella versione più vicina possibile a quella di Paul McCartney. Se avessimo dovuto scegliere un pezzo in Italiano la scelta sarebbe stata difficile: Lucio Battisti, Mina, Dalla… tante idee”.
“Le mie cicatrici le ho – prosegue Sarcina – ma averle non è un male. Ci sono tante ferite che si sono chiuse col tempo. In questo momento mi sento molto felice, sono appena diventato papà per la terza volta, anche se preferisco tenere la mia vita privata lontana dai riflettori, soprattutto dal mondo dei social. L’omaggio a Stefano D’Orazio – va avanti Alessandro Deidda, batterista – è quello dovuto a un grandissimo musicista, le band sono esempio perfetto di cosa vuol dire condividere, siamo una squadra e ne andiamo fieri”.
“Per andare avanti abbiamo bisogno di questa adrenalina, a Sanremo sono tre minuti, ai concerti un po’ di più. Roberto Casalino è un grande autore, avevamo bisogno di nuova linfa e di un confronto con qualcun altro. Abbiamo collaborato con numerosi autori importanti in questo periodo di stop forzato. L’unico intento, alla fine, è sempre quello di proporre canzoni belle. I Maneskin sono stata una bella sorpresa rock l’anno scorso, ma se si va vedere paradossalmente il grande successo è arrivato grazie all’estero. Alla fine, un anno dopo, l’unica band a Sanremo siamo solo noi. Speriamo torni la voglia di fare musica insieme”.
Giuseppe Currado
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