venerdì 22 Novembre 2024

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Ligabue presenta il suo “Start Tour”, nove tappe negli stadi italiani

Tutto quello che c’è da sapere sulla tournée del rocker emiliano che accompagnerà la nostra estate 2019

Tra palco e realtà Ligabue trova sempre la sua dimensione ideale, si sà. Alla vigilia della partenza del suo atteso Start Tour, lo troviamo in piena forma fisica e vocale nel post prova generale organizzato per la stampa, quattro chiacchiere informali su quello che è stato uno spettacolo ricco di spunti e di buona musica. Al via il prossimo 14 giugno dallo stadio San Nicola di Bari, il viaggio dal vivo del cantautore proseguirà nei campi sportivi più importanti d’Italia, vale a dire: il San Filippo di Messina, l’Adriatico di Pescara, l’Artemio Franchi di Firenze, San Siro di Milano, l’Olimpico di Torino, il Dall’Ara di Bologna, l’Euganeo di Padova, per poi concludere in bellezza all’Olimpico di Roma (qui tutte le date ed i biglietti).

Partiamo dai numeri dello show che si preannuncia davvero imponente, grazie a: un palco di 58 metri di lunghezza, 22 di altezza e 20 di profondità; un impianto audio di ultima generazione, per un’istallazione di una potenza complessiva di un milione di watt; luci e video di altissima qualità, numericamente superiori al passato, per garantire uno spettacolo visivo di grande impatto, con la regia in 4K e ben dieci camere Ultra HD. Per quanto riguarda le canzoni, invece, in scaletta trovano spazio ben sette brani del suo ultimo disco Start, a cominciare dall’ultimo singoloPolvere di stelle“, per proseguire con “Ancora noi”, “La cattiva compagnia”, “Luci d’America“, “Mai dire mai”, “Vita morte e miracoli” e Certe donne brillano.

«Spesso si dice che io sia un tipo riservato – racconta Liga – ma attraverso le mie canzoni mi sono raccontato più di quanto si possa immaginare. “Start” è un disco diretto e questo aspetto arriva maggiormente, ma per quanto mi riguarda ho sempre messo intimità nella mia musica. A livello musicale, non è stato facile portare il suono di questo album nei brani precedenti, l’obiettivo iniziale era quello di realizzare un discorso omogeneo, anche se credo che i grandi classici debbano restare fedeli a loro stessi, suonare come hanno sempre suonato». 

Numerosi i successi provenienti dagli anni ’90: da “Balliamo sul mondo” a “Piccola stella senza cielo”, passando per “Bambolina e barracuda”, “Non è tempo per noi”, “Marlon Brando è sempre lui”, “Sogni di rock ‘n’ roll”, “Libera nos a malo”, “Urlando contro il cielo”, “A che ora è la fine del mondo”, “Vivo o morto X”, “Quella che non sei”, “Certe notti”, “I ragazzi sono in giro”, “Tra palco e realtà”, “Il giorno di dolore che uno ha”, “Si viene e si va” e “L’odore del sesso”; mentre direttamente dal suo repertorio del nuovo millennio ci propone: “Eri bellissima”, “L’amore conta”, “Il giorno dei giorni”, “Niente paura”, “Un colpo all’anima”, “Il meglio deve ancora venire”, “Tu sei lei” e “A modo tuo”.

«La scaletta è sempre un po’ un problema – confida il cantautore – nel mio repertorio ormai ho 182 canzoni, scegliendo di farne una trentina ben 152 restano fuori, per cui si scontenta sempre qualcuno. Negli stadi, oltre ai fan, arriva anche gente occasionale, persone che magari vengono per la prima volta, curiosi, per cui reputo importante far sentire buona parte del materiale nuovo, soprattutto oggi che tutto va così tanto veloce e si rischia di non far conoscere a dovere gli inediti. Ho trovato l’escamotage a questo giro di fare due medley, uno acustico e l’altro club-rock, che mi permette di far ascoltare alcuni assaggi di canzoni del passato. La parte voce e chitarra cambierà ogni sera, nelle nove tappe che farò ci saranno cinque canzoni diverse, anche perché è molto semplice perché basto io e la mia compagna di viaggio».

Tra i grandi assenti di questa prova generale, infatti, alcuni singoli importanti come: “Ho messo via”, “Viva”, “Hai un momento, Dio?”, “Leggero”, “Ho perso le parole”, “Metti in circolo il tuo amore”, “Una vita da mediano”, “Almeno credo”, “Sulla mia strada”, “Questa è la mia vita”, “Tutti vogliono viaggiare in prima”, “Voglio volere”, “Ti sento”, “Cosa vuoi che sia”, “Le donne lo sanno”, “Happy Hour”, “Il mio pensiero”, “Ci sei sempre stata”, “Il peso della valigia”, “Per sempre”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della terra”, “G come giungla” e “Made in Italy”. 

«Ho sempre voluto essere un cantautore che dal vivo ripropone il suono di una vera e propria band – conclude l’artista – perché mi piacciono le dinamiche che si creano in un gruppo e mi sento di dover ringraziare i miei musicisti, perché negli scorsi giorni hanno dedicato ore e ore a provare i pezzi, anche più del necessario. Il palco è la mia dipendenza, mi mancava da un anno e mezzo, dopo questi nove concerti sarà dura fare a meno del contatto con il pubblico, per me di fondamentale importanza».

Ad accompagnarlo in questo ennesimo bagno di folla, cinque musicisti di tutto rispetto: Federico Poggipollini (chitarre elettriche e cori), Max Cottafavi (chitarre), Favide Pezzin (basso) e la new entry Ivano Zanotti (batteria e percussioni).

Start Tour | Photogallery

© foto di Jarno Iotti

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.