Analisi su “Locura”, il nuovo disco di Lazza, una sorta di sequel apocrifo di “Sirio” sotto il punto di vista puramente musicale, ma che gode di una sua vita personale
Uno dei commenti più in voga di TikTok può descrivere in una sola sintetica frase tante recensioni che si possono fare su “Locura”, l’ultima fatica musicale del rapper milanese, è: “A cantare è Jacopo, non Lazza”.
Il suo successo è stato inarrestabile e ricolmo di soddisfazioni. Il grande clamore di “Re Mida”, i featuring in ogni album (vedi alla voce anno 2020) e l’esplosione di “Sirio” hanno confermato la sua parabola ascendente. Ma senza dubbio nessuno, lui compreso, si sarebbe aspettato una situazione come quella che si è creata nel post Sanremo 2023, dopo l’ascoltatissima e quasi disco di diamante “Cenere”.
I grandi risultati live, che stavano nascendo da ben prima del Festival come citato sopra, hanno portato ancora di più un’amplificazione di quella che è diventata poi una parte della sua locura, la fama. Ed è proprio con il suo arrivo, quella totale e nazionalpopolare, che nasce invece “Locura” il disco. Una sorta di sequel apocrifo di “Sirio” sotto il punto di vista puramente musicale, ma che gode invece di una sua vita personale per quanto riguarda il lato testi, figli di due anni che probabilmente farebbero perdere la testa a praticamente chiunque si trovasse nella sua stessa situazione.
“È un album pop, d’amore” dicono altri commenti social, soffermandosi probabilmente solo alla superficie di molte tracce (superficie che esiste, chiariamolo subito), non indagando una certa profondità e un malessere che dai testi sicuramente emerge negli ascolti successivi, riflettendo su molte frasi scritte o sull’intenzione di Lazza nel rapparle (o nel cantarle, come volete). I vari sottotesti lasciati animano davvero un sottobosco musicale molto vario ed estremamente ben composto.
In “Locura” il rapper parte carichissimo con “Zeri in più (Locura)” in una combo inedita (e molto apprezzata) con Laura Pausini, quasi a dare un messaggio: molti di voi si aspettano un certo tipo di canzone da questa collaborazione, nello specifico una canzone pop, e io vi porto una cosa opposta.
Da questa presa di posizione in poi, Lazza decide di fare quello che gli pare e come spesso accade, vince. Dalla trappata di “Hot” al rap di “Giorno da cani”, perfino il tanto criticato pop, parliamo di tracce come “Certe cose”, pezzo comunque estremamente valido, e il singolo portato al Suzuky Music Party di Amadeus “Male da vendere”.
Il gusto musicale di Lazza (qui la nostra intervista) sembra essere nei suoi giorni (anni) migliori e lo dimostrano le sue linee melodiche nella bellissima “Canzone d’odio”, dove il rapper tiene benissimo testa a un featuring internazionale e molto importante come Lil Baby.
“Locura” da queste parti quindi porta a casa un’importante vittoria, confermando le qualità viste negli anni ed esplose in “Sirio”, ponendoci infine già ad una successiva e ansiogena domanda: e ora? A Lazza la risposta.
Mattia Cantarutti
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