giovedì 21 Novembre 2024

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Michelangelo Vood: “Attraverso la musica ho esorcizzato la mia malinconia” – INTERVISTA

A tu per tu con il talentuoso cantautore lucano, in uscita con il suo EP d’esordio intitolato “Rio Nero

A qualche mese di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Michelangelo Paolino, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Michelangelo Vood. Si intitola “Rio Nero” l’EP che segna il suo debutto discografico, disponibile negli store digitali e sulle piattaforme streaming a partire dallo scorso 23 giugno per Mango LDD, distribuito da The Orchard. Sei tracce in scaletta, tra cui spiccano le già conosciute Ruggine”, “Van Gogh” e “Paris, più nuove tre canzoni inedite: Triplete”, “Atollo” e “Le cose belle.

Ciao Michelangelo, bentrovato. Partiamo da “Rio Nero”, il tuo EP d’esordio pubblicato lo scorso 23 giugno. Partiamo dal titolo che ha un duplice significato, spiegacelo un po’…

«“Rio Nero” è ambiguo come significano, nel senso che letto e pronunciato tutto attaccato rappresenta il nome del mio paese d’origine, la mia cittadina in Basilicata a cui sono super affezionato e che in realtà porto sempre dentro, nonostante mi sia trasferito da qualche anno a Milano, città che mi ha accolto e che mi ha permesso di ricominciare con la musica. In più “Rio Nero” gioca anche sull’etimologia dal latino di “fiume nero”, a significare un fiume in piena di sensazione, di malinconia, di emozioni che ho provato ad esorcizzare con queste sei tracce del disco».

Quali riflessioni e quali stati d’animo ti hanno accompagnato in questo racconto molto intimo e così personale?

«Devi considerare che le sei tracce sono state composte nell’arco diciotto mesi, quindi all’interno di questo lavoro c’è veramente di tutto, a partire da questa forte malinconia che provo a sconfiggere e che mi assale soprattutto di notte, ovvero il momento in cui generalmente scrivo. Questo disco lo immagino proprio come un primo mattone, in un certo senso anche la chiusura di un primo capitolo, cominciato appunto con “Ruggine” e concluso tra virgolette con l’uscita di questo progetto, con un occhio rivolto già alle prossime canzoni alle quali sto lavorando».

Questo EP esce d’estate, in un’estate che non sarà come le altre. Tu, personalmente, come te la immagini?

«Quest’estate sarà, secondo me, in un certo senso speciale. Tendo a vedere il lato positivo delle cose e, dopo tutto questo casino, la gente non vede l’ora di riprendere banalmente anche di andare al mare, qualcosa che abbiamo sempre dato per scontato ma che, mai come quest’anno, non lo è affatto. L’augurio che mi faccio è riuscire a suonare un po’, non so in che termini sarà possibile, però ci spero fino alla fine».

Per concludere, ora che hai fatto il tuo “debutto in società” con questo tuo biglietto da visita musicale, quali sono i tuoi obiettivi, i sogni e le aspettative per il futuro?

«Durante la quarantena ho già cominciato a lavorare alle prossime tracce, sto iniziando a mettere in ordine le idee, anche se al momento vorrei concentrarmi sulla promozione di “Rio Nero” almeno fino al prossimo autunno, far ascoltare queste canzoni e cercare di portarle il più possibile in giro dal vivo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.