Intervista al rapper genovese che torna con un nuovo progetto
L’ultimo lavoro discografico di Moreno si chiama “Karma“, un nome che di per sé evoca la resa dei conti, un ritorno di tutto ciò che poteva concretizzarsi ma non si è materializzato. Moreno torna così con un disco in cui è racchiuso il suo cambiamento.
Da quel 2013 che lo ha visto debuttare (e vincere) ad Amici di Maria de Filippi sono successe tante cose ed il talent stesso è cambiato, come sono cambiati mode e costumi. Di seguito l’intervista con il rapper che durante il colloquio si è lasciato andare anche a considerazioni sulla musica di oggi.
Salve Moreno, come sta? In questo periodo più che mai si sta dedicando alla sua musica, come definisce questo momento della sua vita?
«Ciao! Diciamo che la musica fa sempre parte della mia vita e mi ci dedico sempre, ci sono periodi in cui dai più spazio alla scrittura, altri in cui sei più sui live, questo è un periodo in cui sono riprese le uscite. Possiamo definirlo, rispetto da altri, un periodo musicalmente più produttivo, sì. Cerco di ritagliarmi sempre del tempo per poter essere in studio e vivere di musica e con la musica».
È stato il primo rapper italiano ad aver vinto il talent show di Amici nel 2013. A distanza di molti anni che cosa porta con sé di quell’esperienza?
«Rimane un ricordo molto piacevole di quel periodo che, in qualche modo, mi ha riportato al regime scolastico, durante gli anni di studio che ho frequentato. È stato un momento importante, ho avuto la possibilità di fare lezione con persone del calibro di Roberto Vecchioni, conoscere Beppe Vessicchio e aver vinto il programma mi rende ancora, dopo tanto tempo, orgoglioso e stupito perché è stato difficile per un rapper-freestyler come me».
Ha seguito le ultime edizioni? Trova il programma cambiato rispetto a quando partecipò?
«Lo trovo cambiato com’è normale e fisiologico che sia. Sono cambiate le dinamiche, i ragazzi, i professori ma io sono super favorevole ai cambiamenti. Ho vissuto delle bellissime edizioni, lo vedo nella gente che incontro quando sono in giro, si ricordano cose di quel periodo che non ricordo nemmeno io! Durante il covid è stato un momento difficile anche per un programma affermato come Amici dover ripartire senza pubblico, c’è voluto un momento di assestamento ma ormai sono ripartiti alla grandissima».
È iniziata da poco la 23esima edizione, che cosa direbbe ai nuovi allievi di canto?
«Direi di godersi l’esperienza e trarne tutto il meglio, cercare di non fare errori che possano essere evitati perché poi, con il tempo, uno se ne pente. Amici è un grande privilegio ed una grandissima occasione».
Tornando a parlare di lei, ha da pochissimo lanciato il nuovo singolo intitolato “Karma”. Da dove nasce l’ispirazione e quali sono i messaggi che veicola il testo?
«Più che singolo è, come preferisco definirla, una pillola. Un estratto di un pezzo che nasce con un altro titolo, da un’altra base e su un altro mood. Per chi mi segue e mi ha seguito sui social è stato interessante seguirne lo sviluppo, prendere una strumentale dei The Prodigy ed in pochissimo adattarlo e farlo uscire per i social così da poter “assaggiare” il testo e la scrittura senza rendere ancora pubblica la versione ufficiale.
In Karma “tutto torna” e per tornare bisogna cercare di farlo in un certo modo. Mi sembrava un modo adatto e simpatico in cui poter sottolineare, grazie anche ai video precedenti più cupi se vogliamo, un mood più leggero e le mie origini. Sono partito dai parcheggi e dalle panchine di Genova, un posto di cui faccio ancora parte e a cui sono legato perché la mia famiglia vive ancora lì. Grazie alla musica ho potuto togliermi tante soddisfazioni, girare video in posti bellissimi, potermi permettere cose che in passato non avrei potuto senza questo “mestiere”, come dice Massimo Ranieri».
Il freestyle è sempre stato il suo habitat naturale, ha mai pensato di sconfinare in altri generi musicali?
«Ho sempre fame di sapere, mi guardo attorno, leggo molto. Ho pensato di affinare la mia cultura musicale, ho preso lezioni di chitarra, di deejaying per potermi approcciare alla consolle per le produzioni, ho scritto molto anche con l’intento di scrivere per altri».
Con chi amerebbe scrivere e produrre un nuovo pezzo musicale?
«Devo essere sincero, mi è molto più facile dirti con chi non vorrei scrivere e produrre. A volte in quest’ambiente capita di fare solo cose organizzate a tavolino, senza viverle veramente ed è quello che percepisco sentendo alcune collaborazioni. Mi piace prendere qualcosa dall’altro, contaminare e vorrei lavorare con qualcuno che la vede allo stesso modo».
In prospettiva futura, ad oggi, che cosa c’è in cantiere? Vedremo Moreno protagonista anche in altri orizzonti, che non siano quelli musicali?
«Sono diventato la voce di una squadra di Hockey, l’Ares Sport, che vive la sua realtà in maniera molto americana potremmo dire. Giocano ad Aosta, all’inizio dei loro match girano su delle macchine di ghiaccio, Ares è marchio che fa loro da sponsor, hanno delle ragazze pom-pom, ci sono spettacoli e show prima di ogni gara e tra i tre tempi che scandiscono la partita. La mia voce è diventata quella della squadra, per me è stata una cosa nuova e molto stimolante. Prima del covid ho anche iniziato le riprese di un cortometraggio – che diventerà un vero e proprio lungometraggio – che abbiamo dovuto mettere in pausa e riprendere proprio ora nel 2023. Il mio personaggio richiama sempre la musica. Sono stato anche speaker radiofonico ed è stata un’esperienza molto divertente».
Concludiamo con questa domanda: cosa consiglierebbe ai cantanti emergenti di oggi, qualora volessero intraprendere il suo stesso percorso?
«Quello che ho consigliato anche prima ai ragazzi di Amici. Poter lavorare di musica, nella musica, fare quello che ci piace è un’occasione unica. Bisogna godersela, cercare di rimanere umili e connessi con quelle che sono le scelte che uno fa. È la cosa più difficile ma anche la più bella, si è da soli perché nessuno può scegliere per te. Gli altri possono darti dei consigli ma la decisione finale è la tua, fa paura ed è un’arma a doppio taglio ma può essere anche la tua vittoria. Questo mondo è una montagna russa, ci vuole tanto fegato e tanta pazienza ma le cose arrivano quando meno te l’aspetti».
Lorenzo Pugnaloni
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