sabato 5 Ottobre 2024

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Nesli: “Vengo in pace in tempi di guerra”

L’artista marchigiano racconta il suo decimo disco in studio, in uscita il prossimo 22 marzo

Sorridente e con tutti i pianeti allineati del proprio segno zodiacale, con questo spirito Nesli presenta il suo decimo capitolo discografico, intitolato Vengo in pace, un album che non rappresenta solo una dichiarazione di intenti, ma anche una concreta e piacevole ventata di ottimismo: «La pubblicazione di questo progetto è per me motivo di festa, non è così scontato per chi fa questo lavoro, me ne rendo conto oggi più che mai. Sono sereno e vengo in pace, non che prima fossi un guerrafondaio, ma riconosco il clima ostile che c’è intorno e tendo la mano proprio come nella copertina dell’album».

Ad anticipare il progetto è stato scelto il singolo “Le cose belle” (qui la nostra recensione), uno di quei pezzi che ti arrivano dritti come un pugno nello stomaco o come una carezza, a seconda dello stato d’animo con il quale lo si ascolta. Una canzone autobiografica e contemporaneamente universale, perché racconta e racchiude un vissuto comune, facilmente immedesimabile.

«Cambiano i tempi ma non le persone – dichiara il cantautore – ognuno di noi può cercare di adattarsi ai vari cambiamenti. Ho la fortuna di venire da un’era a cavallo tra l’analogico e il digitale, passando dal cd fisico allo streaming liquido, pur non essendo un veterano della musica, non è una questione di età. Mi reputo fortunato perché ho un pubblico molto giovane ma, al tempo stesso, sono apprezzato anche dai miei coetanei, forse il segreto è quello di non nascondersi e di mettere nelle canzoni ciò che sei. In questo disco non parlo di sentimenti o di relazioni, ma cerco di raccontare la vita nella maniera più semplice possibile, anche attraverso il disagio, mi piace l’idea di poter indurre una riflessione in chi mi ascolta».

Parla di pressioni Nesli, di alcune dinamiche tipiche di questo settore e del suo mestiere, senza troppi peli sulla lingua: «Una delle possibili soluzioni potrebbe essere rivedere il sistema di classifica e il conteggio delle copie vendute, credo che sarebbe utile in primis per l’interlocutore, ossia il pubblico che compra il fisico rispetto a chi scarica in digitale con un abbonamento da 9 euro e 90 centesimi al mese. Credo ci sia una differenza di fondo, è una questione di attitudine e sarebbe giusto differenziare le classifiche dei dischi più venduti e di quelli più streammati. Non disconosco le nuove tecnologie, anzi, dico solo che sarebbe giusto rendere pubblici i dati di chi vende e di chi viene scaricato, anche per non sminuire il lavoro di tutte le persone che ci sono dietro ad un determinato progetto, oltre che rischiare di alterare la vita e il processo naturale di un disco, relegandolo ad una durata media di un mese e mezzo. E’ triste pensare questo, perché probabilmente ci siamo persi un sacco di dischi belli e ci siamo sorbiti un sacco di dischi brutti».

“Vengo in pace”, in uscita per Polydor/Universal Music dal 22 marzo, chiude idealmente la trilogia iniziata nel 2015 con Andrà tutto bene e proseguita l’anno seguente con Kill Karma, progetti nati separatamente, ma classificabili in un’unica saga musicale.

Vengo in pace | Tracklist

  1. Nuvole e santi
  2. Vengo in pace
  3. Sempre qui
  4. Viva la vita
  5. Le cose belle
  6. Ma che ne so
  7. Troppo poco
  8. Immagini
  9. 22 giorni
  10. Ricorderò
  11. Maldito

Vengo in pace | Acquista

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.