Affrontiamo un tema collegandoci ad una canzone
A distanza di circa due anni dalla pubblicazione del primo disco “La testa fuori” (qui la recensione) Giulia Mutti torna a raccontarsi con il nuovo singolo “Notte fonda”. La canzone per la verità mi pare in strettissima continuità con alcune canzoni del lavoro precedente sia a livello tematico che di struttura sonora.
Il confronto con le contraddizioni
Questo concetto di scontro e confronto tra le contraddizioni dell’essere era emerso ad esempio già in “Lontana” (qui per un’analisi), prova inconfutabile del fatto che la brillante artista toscana abbia a cuore il tema degli opposti. “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior”. Poneva già la questione il poeta romano Catullo nel carme Odi et amo, intendendo sottolineare che avere consapevolezza degli opposti significa difatti soffrire. “A volte bello ed a volte inferno” afferma in modo lapidario Giulia, riferendosi ai contenuti della nostra emotività “e per quello che ci abbiamo dentro”, paragonando poi all’inferno persino la paura della promessa di amore eterno.
E con i paradossi
Insomma, comprendiamo che esistono spinte di forze contraddittorie e di conseguenza ci sentiamo sbagliati. Non abbiamo ancora imparato ad accettare il fatto di non essere una cosa sola e credo sia fondamentale che ogni tanto le canzoni lo ricordino. Tuttavia indagare le contraddizioni è estremamente complicato perché obbliga a mettere a nudo tutte le fragilità e soprattutto le cose che di noi non ci piacciono o non capiamo. E allora chi si dipinge forte forse a notte fonda muore di paura, e analogamente la persona che amiamo può farci soffrire tantissimo. Che paradosso enorme. Più ami e più rischi di soffrire, se non ami invece stai nella tua lineare e noiosa tranquillità. Anche “Lontana” nello specifico raccontava di queste forze pluridirezionali che incatenano l’individuo ai dubbi. E allora non sai mai se fare un passo avanti o stare fermo, saltare o tornare indietro.
Piangerò sulle tue spalle
In ‘Notte fonda‘ però emerge anche un fortissimo elemento di condivisione e di ricerca di conforto come accadde già in ‘Monet’ (qui). Ho trovato molto dolce l’idea di ammettere di piangere e in particolare di avere qualcuno con cui farlo nonostante l’età. Le paure possono destabilizzarci, annientarci, privarci del presente. Bene che se ne parli in modo così netto. In conclusione in “Notte fonda” Giulia mette in mostra ancora una volta le proprie qualità vocali che hanno modo di esprimersi al meglio negli incisi. La canzone come anticipato richiama il mondo sonoro e tematico di due anni fa con un testo attento che affronta un tema complicato.
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