Alcune ultime novità della musica indipendente italiana
PABLO AMERICA: l’ultimo acquisto di Maciste Dischi è rappresentato dal cantautore Pablo America che ha da poco pubblicato il singolo di debutto “Noi non siamo il punk“. Da Uber driver a cantante indie il passo è stato breve. Il suo è pop realista che stringe però a denti stretti una sensibilità gigante dai risvolti psichedelici, alimentata da un’abissale urgenza di coralità.
ARTICO: “Mezzanotte e sei” è il titolo dell’ultimo singolo di Artico. Un brano intimo e nostalgico che racconta di quello che rimane quando una storia d’amore finisce. Al cantautore reggino rimangono solamente un vinile e un mal di testa cronico che non vuole passare.
DENTE: torna nella nostra rubrica il buon Giuseppe Peveri, in arte Dente, con il suo nuovo singolo “Questa libertà“. Nata in un periodo di privazioni, questa canzone prova a raccontare con semplicità la complessità della vita di questo pianeta il cui fragile equilibrio è messo in pericolo dai suoi stessi abitanti, ospiti ingrati di una casa fragile e stupefacente. Sotto questo tetto di stelle non ci sono confini e a guardarci bene siamo tutti uguali. Il brano è uscito a poche settimane di distanza da “Morsa“, singolo nato in coppia con il cantautore Alberto Bianco.
FLEMMA: da venerdì 11 dicembre è disponibile il nuovo brano di Flemma dal titolo “Piuttosto che“. Il testo gioca sul classico sproposito grammaticale, una locuzione usata male, ma entrata ormai in uso e quindi tollerata. Flemma utilizza proprio questo concetto per parlare di un momento storico e sociale in cui è diventato normale il bisogno di essere visti e notati, a volte prescindere da ciò che si ha da dire. “Piuttosto che”, sembra dare un tono alla conversazione, ma in realtà è solo un disgiuntivo errante, privo di un concetto forte; qualcosa che non aggiunge alcun contenuto alla conversazione ma che ci tiene a essere lì o quantomeno a segnalare la propria presenza.
FRAH QUINTALE: gradito ritorno nella nostra rubrica anche per Frah Quintale con il nuovo singolo “Gabbiani“. Il brano è una lettera di addio scritta tutta d’un fiato su una spiaggia deserta sorseggiando birre in lattina di bassa qualità. È un saluto amaro che sa di sconfitta, ma che nel suo tono di rassegnazione riesce a trovare una spinta per voltare pagina.
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Donato Cappiello
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