Da Novembre a Mi parli piano i mille successi dei nostri giorni targati Casalino
Ecco, Roberto Casalino è l’autore dei nostri giorni ma lo è da un bel po’ di tempo. Lo è, in realtà dal 2008: momento in cui ha conosciuto la sua vera affermazione riuscendo negli anni ad imporre il proprio sentire facendo schola con il proprio pop. Sua è la firma autorale che negli ultimi 10 anni vanta i maggiori successi, il più alto numero in assoluto di copie vendute collezionate con la propria penna: oltre 1 milione e 300 mila conteggiando soltanto i singoli certificati ufficialmente.
Il fil rouge della sua scrittura, come autore ma anche come interprete delle sue stesse liriche come avvenuto nell’ultimo riuscitissimo album Errori di felicità (di cui qui la nostra recensione), sta nella delicatezza disarmante della sua poetica, fatta di stupefacenti immagini di quotidianità e malinconia, di una sensibilissima visione del sentimento con conseguente espressione senza filtro dell’amore che, poi, a volte si maschera con la purezza altre con il dolore e la sofferenza interiore.
Tutto nasce 10 anni fa quando sboccia il tormentone di “Non ti scordar mai di me” che nell’estate 2008 lancia e consacra in un colpo solo Giusy Ferreri, primo vero cavallo di razza dei talent show italiani, ed il suo stesso autore che la hit multiplatino l’aveva nel cassetto da 3 anni. “Farei anche a meno della nostalgia che da lontano torna per portarmi via” scrive Roberto raccontando di sé e non potendo immaginare il grande successo che da lì in poi accompagnerà ogni sua creazione. Un binomio, quello con Giusy, che con fedeltà e coerenza si mantiene nel tempo portando prima a Novembre e poi alla struggente e speciale Ti porto a cena con me che, nel 2014, disegna uno dei più bei quadri poetici sentenziando “Avrei voluto scriverti una lettera anche se ormai si usa poco, se fosse contagiosa la felicità adesso è fuori moda”.
Si susseguono successi e conferme: Diamante lei e luce lui e Senza riserva per Annalisa e Distratto e Sola per Francesca Michielin. Tutte precedono l’esordio sanremese del 2012 quando Nina Zilli canta la sua Per sempre lanciando lame ai cuori recitando “Le parole tue mi hanno fatto male ma tanto vale che adesso sia per sempre”. Ed è proprio il palco dell’Ariston ad incoronare il successo di Casalino l’anno successivo, nel 2013, con il trionfo di quella L’essenziale capace, poi, di lanciare davvero la carriera di Marco Mengoni affidandosi all’inconico inciso “mentre il mondo cade a pezzi io compongo nuovi spazi e desideri che appartengono anche a te che da sempre sei per me l’essenziale”. Una di quelle canzoni che con il suo amore semplice e puro non è solo destinata a scalare le classifiche ma anche ad entrare a far parte della storia della musica leggera italiana per gli anni a venire.
È l’amore il motore del mondo e dell’arte musicale di Roberto che con semplicità e naturalezza si trova a raccontarlo canzone dopo canzone riuscendo sempre a catalizzare l’attenzione sulle parole mai banali o già sentite: “prima che commettessi il grave errore di credere che l’amore vero non esiste e che tutto intorno a te sia triste” canta Renga nel 2014 all’Ariston con A un isolato da te aprendo le braccia a quella celeste malinconia per il cuore perduto e l’amore finito che costringe l’ascoltatore ad un obbligato e naturale senso di appartenenza ed immedesimazione.
“Siamo il bello noi siamo il cattivo tempo, siamo il peggio dietro ogni difetto, noi da sempre noi lasciare o prendere, noi che ad ogni errore sappiamo ridere, non c’è colpa non c’è scusa che ora tenga, non c’è una misura a questa sofferenza di cui siamo parte in causa, di cui siamo parte lesa” è il manifesto del più recente Casalino, sempre profondo ma anche maggiormente consapevole, che canta un’affine Alessandra Amoroso ne Sul ciglio senza far rumore.
A Roberto ci si trova, per forza di cose, a dover dire grazie per aver incarnato con così tanto successo e profondità l’anima e lo spirito dei nostri ultimi dieci anni musicali. Grazie per aver avuto finora la forza ed il coraggio di esporre il proprio vissuto senza filtri o imbarazzi all’orecchio altrui riuscendo sempre a raccontare quel “vento caldo” che è l’amore, un vento, a volte, fin troppo soffocante tant’è che spesso ci “si muore”… ma, in fin dei conti, sarebbe pur sempre una morte con una gran colonna sonora!
Ilario Luisetto
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