venerdì 6 Dicembre 2024

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Sanremo 2017: le pagelle alle canzoni della quarta serata

Ci siamo, questa sera sapremo chi vincerà la 67° edizione del Festival di Sanremo. Ieri sera abbiamo scoperto quali sono stati gli ultimi 4 eliminati tra i big che non hanno avuto accesso alla finale oltre a conoscere il vincitore del circuito delle Nuove Proposte.

Veniamo, però, alle canzoni e ai loro voti:

NUOVE PROPOSTE:

  1. LEONARDO LAMACCHIA

Era e rimane il mio preferito. Basta non aggiungo altro. VOTO: 8

  1. LELE

Vince. Ma va? Non aveva effettivamente alcun competitor che davvero potesse tenergli testa a livello di televoto vista la sua popolarità già precedente. Per di più quest’anno canzoni davvero meritevoli tra le Nuove Proposte non ce n’erano quindi l’effetto bomba improvvisa dello scorso anno con Gabbani non si è manifestato. Vedremo quanto resterà. VOTO: 7

  1. FRANCESCO GUASTI

Rimane fuori da ogni tempo e soprattutto dal nostro. La sua la ritengo tutt’ora una presenza inappropriata ed inspiegabile perché non avrebbe alcuna possibilità fuori da qui. Lo scopo delle Nuove Proposte dovrebbe essere lanciare un artista sconosciuto facendogli cantare tre volte al massimo un pezzo, se questo non è adatto al mercato attuale di cosa stiamo parlando? Inappopriato. VOTO: 5

  1. MALDESTRO

Vedasi direttamente sopra e moltiplicate per due (tranne il voto). VOTO: 4

CAMPIONI:

  1. RON – L’OTTAVA MERAVIGLIA

La sua è una delle ballata più tradizionalmente sanremesi in gara quest’anno ed ha un’orchestrazione che potrebbe far suola. Ron sa come si scrive e non lo scopriamo certo oggi. Un testo romantico ed efficace è l’ideale per lui da sempre così morbido. Viene eliminato (prevedibilmente) ma solo perché è lui; fosse stata cantata da qualcun altro la canzone avrebbe fatto centro. Maestro. VOTO: 7

  1. CHIARA – NESSUN POSTO E’ CASA MIA

Festival tutto sottotono per la giovane veneta che non ne azzecca davvero una. Il suo brano può anche risultare apprezzabile per il tentativo (folle) di elevarsi a grande interprete visto che non esiste alcuna traccia di orecchiabilità che permetta di buttarsi sul pop. Bella voce, non si discute, ma il brano non è pervenuto. Brano sbagliato. VOTO: 5

  1. SAMUEL – VEDRAI

Orecchiabile, radiofonico, trascinante ma all’Ariston non colpisce lasciando indifferente alla fine di ogni esibizione tutto il pubblico. Ha l’arrangiamento più contemporaneo (tutto marchio Subsonica comunque) ma a Sanremo non spicca anche se bisogna ammettere che il suo Festival l’ha già vinto mostrandosi sempre sul pezzo anche dopo tutti questi anni. Se stesso. VOTO: 6+

  1. ALBANO – DI ROSE E DI SPINE

Altro eliminato d’eccezione che in pochi si aspettavano soprattutto dopo la performance di ieri sera dove il vocione era finalmente uscito. Lui rimane un pezzo di storia ma il suo brano di quest’anno era decisamente troppo lontano dai nostri tempi. Peccato perché aveva mostrato cose molto più contemporanee a Sanremo. Old style (troppo). VOTO: 5.5

  1. ERMAL META – VIETATO MORIRE

Vanta il testo più personale e forse il più bello dell’intera edizione. Paga dazio soltanto vocalmente non essendo sempre impeccabile: è anche vero che è un cantautore e non vocalist vero e proprio ma talvolta qualche parole se la mangia. Il brano è sicuramente la sua cosa migliore fino ad oggi e riesce furbamente a tenere insieme quel suo lato impegnato nel testo a quello mainstream dell’orecchiabilità melodica. Brano azzeccato e carriera in ascesa. Cantautore contemporaneo. VOTO: 7.5

  1. MICHELE BRAVI – IL DIARIO DEGLI ERRORI

Mengoni entra all’Ariston attraverso il giovane Michele che sfrutta il testato modello di “Guerriero” e sequel per rilanciarsi nella grande platea televisiva. Il testo di Cheope è davvero ben scritto e adattissimo all’esperienza del giovane interprete che si perde solo in un arrangiamento davvero troppo scarno nella parte iniziale: fosse stata arrangiata tutta come la parte finale avrebbe convinto molto di più oltre che valorizzato la sua voce così delicata. Ottimo pezzo comunque per ripartire alla grande. Mengoniano ma centrato. VOTO: 7+

  1. FIORELLA MANNOIA – CHE SIA BENEDETTA

E’ data da tutti come la vincitrice certa ormai da settimane e sul campo sta dimostrando di poter davvero ambire a quella vittoria che ancora le manca in carriera. Una potente canzone dedicata alla bellezza della vita scritta dalla talentuosissima Amara degna di essere annoverata tra le migliori penne del nostro panorama musicale. Fiorella interpreta come nessuno e quella è la sua marcia in più. Bel pezzo che ha il suo punto forte nel bridge finale capace di far venire la pelle d’oca. Può vincere ma non datelo per scontato.  VOTO: 9

  1. CLEMENTINO – RAGAZZI FUORI

Avventura deludente per il rapper partenopeo che quest’anno appare sfuocato rispetto all’esperienza dell’anno scorso quando aveva fatto un figurone. Pezzo troppo moscio, troppo cantato, troppo pop per uno come lui e per un tema così duro e crudo affrontato qui con i guanti. Ci si aspettava più incisività. VOTO: 5

  1. LODOVICA COMELLO – IL CIELO NON MI BASTA

La ragazzina della Disney butta nel cestino l’opportunità di dimostrarsi cresciuta. Pezzo che tutto sommato rientra nel pop più banale ma che non sarebbe nemmeno da buttare (magari all’Ariston l’avrei evitato però in un disco potrebbe starci come pezzo riempitivo) se non fosse cantato da un timbro del tutto fanciullesco incapace di valorizzare una bella apertura melodica nel ritornello. Una vergogna vederla arrivare in finale. VOTO: 3

  1. GIGI D’ALESSIO – LA PRIMA STELLA

E’ forse l’eliminato che nessuno si aspettava ma cade vittima anche lui forse della necessità di voltare pagina. Il suo pezzo, comunque, non convince malgrado una bella orchestrazione adatta al Festival ed un testo ben scritto e a tratti anche polemico. Forse ciò che non va è proprio lui che nella sua melodicità ha fatto cose molto migliori di questa. VOTO: 4.5

  1. PAOLA TURCI – FATTI BELLA PER TE

Grande ritorno per Paola che dopo anni torna a Sanremo con uno dei suoi pezzi migliori che la porta in una dimensione pop-rock internazionale con esplicito riferimento ai Coldplay. Lei è in formissima e il pezzo spacca e spaccherà in radio. Un’artista ritrovata. VOTO: 8-

  1. MARCO MASINI – SPOSTATO DI UN SECONDO

E’ la mia più grande delusione in questo Festival. Marco cade vittima di Zibba che insieme a lui ha firmato il brano. Ne cade vittima nelle strofe che rispecchiano il suo stile in cui Marco perde di spessore e di capacità interpretative. Il ritornello come al solito fa valere la sua voce e le sue doti ma non brilla forse anche a causa di un arrangiamento troppo pop per un melodico come lui. Festival sfuocato per lui. VOTO: 5

  1. FRANCESCO GABBANI – OCCIDENTALI’S KA

    RMA

E’ lui il vincitore del derby radiofonico scalzando in un colpo solo tutti gli altri pretendenti. Dopo “Amen” ripetersi era difficile ma con qualche trucchetto del caso è riuscito nell’impresa e il suo Festival è in continua ascesa tant’è che la platea lo loda alla fine di ogni esibizione più di tutti i suoi colleghi. La canzone la balleremo per mesi. E’ nata una stella. VOTO: 9-

  1. MICHELE ZARRILLO – MANI NELLE MANI

Altro ritorno gradevole pur se con un brano che non svela grandi novità per Zarrillo che però dalla sua ha ancora una grande vocalità che fa vedere anche questa volta. Il brano è anche carino e orecchiabile se non fosse per quel tremendo verso “tu sei aurora e tramonto”. Inascoltabile per la sua banalità. Il resto è ok. VOTO: 6.5

  1. BIANCA ATZEI – ORA ESISTI SOLO TU

Massacrata dalla critica (spesso anche senza motivo) ieri sera si libera scoppiando in un pianto sincero durante l’esibizione davanti al suo amore Max Biaggi. Il pubblico poi la osanna e sposa la sua causa: che sia stato lo sblocco di una situazione ormai satura? Glielo auguro perché il suo pezzo nella sua banalità del testo funziona avendo dalla sua una buona voce ed una melodia costruita ad oc con un bell’arrangiamento funzionale. Liberatoria. VOTO: 7.5

  1. SERGIO SYLVESTRE – CON TE

Il gigante buono trova all’Ariston il suo migliore di sempre grazie ad una potente ballata soul e gospel che valorizza la sua potente vocalità in grado di colpire a fondo. Un’orchestrazione tutta piano ed archi si contrappone alla grandezza della voce di Sergio che alterna potenza e delicatezza fino al finale quando a sorpresa entra il coro con cui finalmente si libera totalmente la voce. Dal vivo è da brividi, in radio perde. VOTO: 8

  1. ELODIE – TUTTA COLPA MIA

Lei si sente una grande interprete del secolo scorso e nel suo modo d’interpretare, di stare sul palco e di porsi è esattamente così che appare. La canzone è immensamente meno forte delle sue potenzialità interpretative struggenti e passionali ma come inizio di una lenta e proficua costruzione di carriera è il passo giusto per risuonare in radio con quel potente ritornello “amore amore amore amore andiamo via” facendo notare anche la sua classe vocale nelle strofe. Un buon traguardo. VOTO: 8

  1. FABRIZIO MORO – PORTAMI VIA

E’ il più bel Fabrizio Moro mai visto al Festival, un ritorno che riaccende in lui la poesia e il sorriso come non vedevo da anni. La sua è la più bella dedica d’amore universale di quest’edizione (e non solo) con chiari momenti d’ispirazione a “La cura” di Battiato ma una struttura melodica che esalta la sua lenta crescita orchestrale mano a mano che l’interpretazione si fa viva e sincera. Non vincerà ma è una ripartenza importante. Arriva al pubblico ed emoziona. VOTO: 10

  1. GIUSY FERRERI – FA TALMENTE MALE

E’ l’eliminata d’eccezione, l’unica tra i quattro che poteva avere un futuro fuori dall’Ariston. Nuovamente al Festival non ha gran fortuna e stavolta non entra nemmeno in una finale in cui lo spazio per lei poteva esserci. Il rimpianto, però, non può che essere quello di aver portato un brano non perfettamente sanremese, difficile da rendere con l’orchestra e complicato da cantare per lei che in tutte le serata fatica con più o meno problemi. Ora staremo a vedere se fuori da qui andrà meglio. Da valutare. VOTO: 7

  1. ALESSIO BERNABEI – NEL MEZZO DI UN APPLAUSO

Un altro di quelli bersagliati dalla stampa pesantemente finalmente ieri sera tira fuori il coraggio e l’energia che lo caratterizza tornando a saltellare durante il ritornello. Rispetto alla passata edizione è cresciuto con un testo più matura ed una melodia più orchestrale e adatta al Festival. In radio piacerà assai vincendo il premio contemporaneità e attualità. Tutto sommato mi piace anche grazie a quei soliti cori coldplayani nel ritornello che fanno tanto effetto folla. Ritrovato. VOTO: 6.5

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.