venerdì 22 Novembre 2024

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Tommaso Paradiso e i Baustelle sono gli anticorpi alla pandemia delle collaborazioni estive

In mezzo a tante collaborazioni prevedibili, l’estate ci propone anche una coppia sorprendente

È un mercato musicale sempre più ricco di collaborazioni e l’estate esaspera ancora di più questa strategia che rende molto labile il confine tra incontri realmente voluti e incontri studiati a tavolino, opportunistici. Perché il campionato del tormentone estivo si gioca ormai quasi unicamente sugli streams e quindi unire più fanbase, arruolando i nomi più incisivi del momento, rappresenta un sicuro vantaggio sugli avversari.

E così, solo nello scorso fine settimana, abbiamo avuto Fedez che è sempre infallibile nel cavalcare la viralità: se nel 2021 il must, in questo senso, era Achille Lauro (con Orietta Berti in “Mille) e l’anno scorso lo era Tananai (con Mara Sattei in “La dolce vita“), oggi è d’obbligo la presenza di Annalisa, forte dei successi di “Bellissima” e “Mon amour“, nel nuovo trio che vede anche la presenza degli Articolo 31 per “Disco paradise“. Atteso da anni era poi il connubio tra il re e la regina del pop attuale, Marco Mengoni ed Elodie, che si realizza ora con “Pazza musica“. Mentre Fabri Fibra ha portato in squadra Ernia e Bresh nel trio a tutto rap di “Parafulmini“.

Tante collaborazioni già uscite e tante ne arriveranno |

Nelle scorse settimane abbiamo poi già visto il duo di producer Zef e Marz arruolare Elisa e La Rappresentante di Lista (“Tilt“), Mr.Rain con Sangiovanni per continuare a cavalcare i numeri post-Sanremo (“La fine del mondo“), e gli idoli dei giovani Ava, Anna e Capo Plaza insieme in “Vetri neri“. Nelle prossime arriveranno invece i Boomdabash che si accaparreranno la spinta della rèunion di Paola & Chiara, Tananai con Marracash, il comeback tra Fred De Palma e Ana Mena e, infine, il trio che, almeno su Spotify, spazzerà via facilmente tutti composto da Blanco, Sfera Ebbasta e Lazza, con il rapper di “Cenere” che ritroveremo anche in un altro trio con Dardust e Noemi (e, a voler allargare ancora di più la corsa, ci sarebbero anche le coppie Fabio Rovazzi/Orietta Berti, Shade/Federica Carta e Boro Boro con l’emergente Oriana Sabatini, fidanzata del calciatore Paulo Dybala, che partono però sicuramente indietro rispetto agli altri).

Praticamente la Superlega della musica italiana. Nomi che, a parte rare sorprese, sono sempre, costantemente, ricorrenti e attenzione, perché potrebbe non essere finita qui: mancano infatti ancora notizie su altri protagonisti delle ultime estati che difficilmente non timbreranno ancora il cartellino e che potrebbero dare vita ad altre alleanze (Takagi & Ketra, Baby K, Irama, Rocco Hunt, Rkomi…). Una pandemia praticamente, che rende lecito chiedersi se c’è ancora spazio per qualche sorpresa, per qualche outsider, per qualche alternativa, per qualche ribellione orgogliosa a tutto ciò che è già scritto e studiato ad hoc.

Tommaso Paradiso arruola i Baustelle nel duetto più spiazzante |

Risposta: c’è, per fortuna. Perché Tommaso Paradiso, anche lui volto principe dell’estate degli ultimi anni sia con i Thegiornalisti che da solista, stavolta ha deciso di chiamarsi fuori dalla gara arruolando una band tutt’altro che mainstream, i Baustelle, in un incontro che nessuno si sarebbe mai aspettato. E il risultato, “Amore indiano“, è una gran bella canzone. Una proposta che nasce senza secondi fini, non ha obiettivi da alta classifica, non ha slogan o motivetti pensati per diventare meme. È arrivata solo per il gusto che provano due cantautori nello scrivere qualcosa insieme.

A raccontarne la genesi, nelle Instagram Stories, è il frontman della band toscana, Francesco Bianconi: un primo incontro qualche anno fa su un treno da Roma a Milano, la promessa di scrivere a quattro mani qualcosa rimasto poi nel cassetto fino al ritrovarsi di poco tempo fa che ha dato vita proprio ad “Amore indiano“, inizialmente pensata per altri interpreti ma poi incisa direttamente da loro perché “siamo noi, facciamola noi“. Una canzone che sarà contenuta nel nuovo album di Paradiso, in uscita il prossimo autunno, e che – si legge – “esce adesso nella giungla delle wannabe hit dell’estate, nel mare agitato dei duetti, dei featuring, fra margaritas, culi, ritmi tropicali e casse in quattro“.

Racconto di un’estate diversa dai cliché attuali |

E, infatti, “Amore indiano” racconta un’estate nettamente diversa da quella che balza in vetta alle classifiche, tutta pressapochismo e leggerezza che spesso si trasforma in superficialità. Questa è quella di una coppia costretta a salutarsi in una stazione, tra le lacrime di lei e la necessità di lui di tornare al call center dove ha trovato impiego, per mettere da parte i soldi e un giorno poterla sposare.

Arrivederci amore indiano, io devo andarmene lontano in un call center di Milano, per star bene ancora insieme, poter chiederti la mano“, si canta nel ritornello di un racconto che si sviluppa attraverso la malinconia dei due protagonisti, resa ancor più efficace dalle tinte retrò care ad entrambi gli autori e che rendono il brano un tuffo nel passato lontano anni luce dai cliché dell’attualità e vicino alle suggestioni evocative e nostalgiche tipiche delle estati anni ’60-’70.

Necessità di dare piccoli colpi a un’omologazione di massa |

I due cantautori non lo fanno per mostrarsi diversi “dal resto del mondo“, così dicono, e non voglio neanche proporsi come un antidoto alle tante proposte più leggere, ma è inevitabile che l’ascoltatore non amante dei tormentoni li veda esattamente così. Siamo davanti a una pandemia di collaborazioni studiate a tavolino e loro rappresentano gli anticorpi giusti per combatterla.

Come nel nostro corpo umano, infatti, c’è un esercito di cellule immunitarie che hanno ognuna la propria specializzazione nel combattere il nemico e, in questo senso, gli anticorpi sono quelli che iniziano a lanciare giavellotti cercando di indebolirlo prima dell’assalto all’arma bianca, anche nel sistema musicale serve chi cerca di combattere da dentro, di ribellarsi, di cercare soluzioni che possano iniziare a dare dei piccoli colpi a un’omologazione senza freni.

Paradiso e i Baustelle difficilmente potranno indebolire un nemico che è sempre più forte, ma in radio saranno sicuramente un’ottima difesa per i tanti poveri ascoltatori costretti per i prossimi tre mesi a subire continue minacce a ritmi urban, trap, elettronici e reggaeton.

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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.