venerdì 22 Novembre 2024

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Ultimo, cantautore estemporaneo sostenitore di una poetica senza veli

Dal 25 maggio in radio il nuovo singolo del vincitore delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2018

Parlare di Ultimo è sempre un piacere, perché con il suo stile inconfondibile riesce a mettere d’accordo davvero tutti: uomini e donne, bambini e anziani, amanti della melodia e appassionati del rap, fans dei Duran Duran con quelli degli Spandau Ballet, grillini e leghisti. Capacità comunicativa che oggi è sempre più rara e molto spesso viene fraintesa e riassunta in un “politically correct” che, tradotto in italiano, si scrive “politicamente corretto” ma, tra le righe, si legge “paraculo”. E’ vero, di paraculi in giro e in musica ce ne sono tanti e, forse per questo, ci siamo dimenticati del significato della parola “carisma” e del dono di affascinare che hanno solo i veri artisti. In poco tempo, Niccolò Morriconi ha già dimostrato tanto e, siamo certi, continuerà a farlo.

Viviamo in un’epoca discografica talmente frenetica che, addirittura, consideriamo come un veterano un giovane cantautore che, di fatto, ha da poco rilasciato il suo secondo album e ha appena vinto la categoria Nuove Proposte del Festival con Il ballo delle incertezze. Certificazioni, riconoscimenti (tra cui il prestigioso Premio Lunezia) e il balzo dai club ai palazzetti dello sport nel giro di pochi mesi, tutti risultati che lo collocano di diritto nel girone dei fenomeni. Un po’ come Tiziano Ferro, Cesare Cremonini e Calcutta, anche Ultimo si ritrova ad impugnare la pesante eredità lasciataci dai padri della canzone d’autore, un vuoto artistico che da anni stenta ad essere colmato.

In tal senso, Poesia senza veli rappresenta un manifesto della leggerezza e della saggezza urbana, scelto come secondo singolo estratto da Peter Pan, una decisione sicuramente difficile data la massiccia presenza in scaletta di potenziali hit. Un coro di voci bianche a servizio dell’interpretazione di un testo crudo, ma al tempo stesso romantico, di quelli di cui si sentiva da tempo la mancanza. Non ci sono tracce di retorica o banalità, nemmeno a cercarle con il luminol, ma l’autenticità di un messaggio che viene raccontato attraverso la storia di due bambini, che incarnano la verità e la purezza dei veri sentimenti e, scusate tanto se ci tengo a sottolinearlo ancora una volta, di questi tempi è meno complicato trovare un ago in un pagliaio che positività in una canzone. In un mondo giovanile rappresentato in parte da una massa di Young Signorino, teenager che tendono a fingere di essere più grandi di quanto riportato sui rispettivi documenti d’identità, c’è chi ancora possiede il coraggio di urlare: “tira fuori il bimbo che hai dentro e non nasconderlo più” e penso ci sia davvero poco da aggiungere, perché tutto il resto è già contenuto all’interno delle sue produzioni. Insomma, Sanremo 2018 l’ha vinto Ultimo e sarà il tempo a dimostrarlo.

Poesia senza veli | Video

Poesia senza veli | Testo

E quando il mondo ti schiaccia provaci anche tu
tira fuori il bimbo che hai dentro, non nasconderlo più
e ti ho portato due fiori, uno sono io e l’altro sei tu
e vorrei essere anch’io bello come sei bella tu

Ehi, sai è difficile restare calmi
sei la certezza in cui ripararmi
la luce filtra tra gli alberi spogli
ma il sole è nulla in confronto ai tuoi occhi
tu sei la prima missione compiuta
sei il desiderio che muta è riuscita
è una poesia senza veli
io vivo con i tuoi piedi
io vivo e grazie a te se sto in piedi
e non ci credi?
prova ad aspettarmi nel fiore
più nascosto del mondo
e sarò li prima di te
non è amore, è solo conoscerti a fondo
scusa il disordine, è che mi confondo
ma tu sei troppe cose insieme
non riesco a scrivere bene
non riesco e scrivo quello che viene

E quando il mondo ti schiaccia provaci anche tu
tira fuori il bimbo che hai dentro, non nasconderlo più
e ti ho portato due fiori, uno sono io e l’altro sei tu
e vorrei essere anch’io bello come sei bella tu

Ehi, qualcosa per i tuoi giorni
quando ti chiamo e ti chiedo
più o meno per che ora ritorni?
e tu sei nel traffico e strilli
perché ti senti incastrata
però poi torni e sorridi
perché sai che in fondo è passata
io lo capisco
che a volte ti manca tuo padre
io nei tuoi occhi lo leggo
vorresti avere avuto un Natale
non tanto per un regalo
ma per sentirti un regalo
che per qualcuno vali
e sei il diamante più raro
per me sei questo
per me sei questo e altro
e non nascondere le lacrime
che tanto scendono in basso
tu falle cadere fino
a che non diventano fango
poi ritorna in quel posto
ci sarà una rosa e sarà Maggio
vorrei che ti guardassi con i miei occhi
vorrei che ti ascoltassi con i miei sogni
sai la mia vita è soltanto un insieme di sogni
e tu sei l’unica parte reale che voglio nei giorni, ehi

E quando il mondo ti schiaccia provaci anche tu
tira fuori il bimbo che hai dentro, non nasconderlo più
e ti ho portato due fiori, uno sono io e l’altro sei tu
e vorrei essere anch’io bello come sei bella tu

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.