sabato 23 Novembre 2024

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Un “Ciclone” suonato, il tormentone analogico di Takagi & Ketra – RECENSIONE

Squadra che vince si cambia, i due producer si rinnovano e piazzano una delle sicure hit dell’estate 2020

Nel marasma estivo dei tormentoni preconfezionati, Takagi & Ketra si distinguono ancora una volta, loro che hanno prodotto “Roma-Bangkok” ed inaugurato questa nuova era di hit stagionali con L’esercito del selfie, Amore e capoeira e Jambo. Al loro quarto anno consecutivo centrano nuovamente l’obiettivo con “Ciclone”, un brano che non mancherà di accompagnarci fino a settembre, facendoci ballare battendo le mani a tempo come una ballerina di flamenco. Funziona, ancora una volta, ma questa è la cosa che francamente stupisce meno, piuttosto è apprezzabile la scelta di puntare sull’imprevisto, preferendo un litorale di sonorità gitane piuttosto che imbottigliarsi nel traffico del reggaeton, genere che ha stancato l’Italia intera, isole comprese.

Ottimo l’innesto di Elodie, che già con Margarita e Nero Bali aveva saputo mostrarci il suo lato più esotico e sbarazzino. Interessante tocco internazionale apportato della giovane Mariah, con l’aggiunta della lingua spagnola che rievoca quelle belle canzoni anni ’90 cantate in spanglish, una su tutte “The rythm is magic” di Marie Claire D’Ubaldo, nonché colonna sonora del noto film di Leonardo Pieraccioni che, di sicuro, avrà ispirato il titolo e il sound di questo pezzo, oltre al look caliente della stessa cantante romana, che sembra essersi calata nei panni di Lorena Forteza.

Bando alla ciance, bisogna ammettere che il valore aggiunto di questo brano lo danno Nicolás Reyes e Tonino Baliardo dei Gipsy King, fior fior di musicisti che impreziosiscono con le loro chitarre l’intero ascolto. “Bamboleo”, “Baila me” e “Djobi, djoba” sono soltanto alcune delle loro celebri canzoni che hanno fatto letteralmente il giro del mondo, passando spesso e volentieri dal nostra Paese, instaurando quasi un rapporto privilegiato sin dai tempi della loro personale rivisitazione di “Volare”, passando per la partecipazione a Sanremo 2004 con “Quando l’aria mi sfiora” di Massimo Modugno e il duetto con Gigi D’Alessio in “Solo lei” datato 2008.

Insomma, generazioni e mondi a confronto che danno vita ad un “Ciclone” di musica suonata per davvero, forse un pochino troppo effettuata per quanto riguarda le tracce vocali, ad esempio Elodie si fatica a riconoscerla, a tratti sembra Stash. Detto questo, Takagi & Ketra non fanno altro che il loro mestiere, confezionando il pezzo insieme a Federica Abbate, Davide Petrella e Miky La Sensa per l’adattamento spagnolo. Sonorità ipnotiche per un testo martellante, ma non banale, che promette di far ballare le nostre sinapsi fino all’arrivo del prossimo autunno. Un pezzo tutto da ascoltare e da cantare in questa estate meteorologicamente uguale alle altre, ma profondamente così diversa.

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Ciclone | Audio

Ciclone | Testo

Scriverò di amarti sulle note di un iPhone
fisso la parete tanto non ti chiamerò neanche stasera
non vale la pena, è agosto ma si gela
anche se non serve a niente

Yo e intentado llamarte
pero con miedo a
equivocarme
contestas me enredas no quiero
esa vaina te imaginas
yo moria port ti no se
si tú por mi
lo que queda
claro es que
no nos funcionó

Prima di te
ero sola ero mia
era tutto più facile
ora in questa follia
ho imparato a danzare
cento giorni senza rincontrarsi
non credevo che poi mi mancassi

Scriverò di amarti sulle note di un iPhone
fisso la parete tanto non ti chiamerò neanche stasera
non vale la pena, è agosto ma si gela
anche se non serve a niente
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
stanotte solamente
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
mi sfiori appena
sei un brivido sulla mia schiena

Mirando hacia la pared
pensando en llmarte
contestas me enredas
no quiero esa vaina tú me restas
a veces pienso ques si después
me digo no
no te puedo llmar
aunque
quiera de ti

Prima di te
ero sola ero mia
era tutto più facile
ora in questa follia
ho imparato a danzare
zingara è la notte per cercarsi
sei un ciclone in cerca dei miei passi

Scriverò di amarti sulle note di un iPhone
fisso la parete tanto non ti chiamerò neanche stasera
non vale la pena, è agosto ma si gela
anche se non serve a niente
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
stanotte solamente
sottovoce dirti di sì
sottovoce dirti di sì
mi sfiori appena
sei un brivido
sulla mia schiena

sulla mia schiena
sulla mia schiena
sulla mia schiena

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.