venerdì 22 Novembre 2024

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“Un fatto tuo personale”: ecco Fulminacci, il nuovo che avanza dal cantautorato romano – RECENSIONE

Recensione dell’ultimo singolo del giovane cantautore romano

Fulminacci, nome d’arte di Filippo Uttinacci, è un cantautore romano classe 1997. Faccia da bravo ragazzo e look sbarazzino, nel 2019 ha ufficialmente esordito nel mondo della musica pubblicando i singoli ‘Borghese in borghese’ e ‘La vita veramente’, stesso titolo del suo primo album ufficiale pubblicato anch’esso nel 2019 per l’etichetta Maciste Dischi, album che ha permesso all’artista di aggiungere al curriculum  numerosi premi e rinascimenti, tra cui l’ambita Targa Tenco come Miglior Opera Prima e il Premio MEI come miglior giovane dell’anno. Tanta roba per un solo anno di carriera, tantissima se si aggiunge al conto, per il prossimo marzo, anche la sua prima partecipazione al Festival di Sanremo con il brano ‘Santa Marinella’, come annunciato nella serata finale di Sanremo Giovani condotta da Amadeus e andata in onda lo scorso 17 dicembre (qui i dettagli).

Il 4 dicembre è arrivato su tutte le piattaforme digitali ‘Un fatto tuo personale’, il nuovo singolo inedito del cantautore prodotto dal duo Frenetik & Orang3 (al secolo Daniele Mungai e Daniele Dezi) che segue i precedenti ‘San Giovanni’ e ‘Canguro’ e che con quest’ultimi sarà inserito all’interno del suo secondo album che con tutta probabilità vedrà luce questa primavera, dopo l’esperienza sanremese.

L’artista coglie la ghiotta occasione di potersi confortare con un prodotto musicale di primo livello, stavolta con meno chitarrine e più synth, perfettamente apparecchiato dai due producer, sul quale imposta un testo che ha la sua forza nell’incisività delle parole scelte e dosate con cura e sapienza. Fulminacci gioca con il lessico utilizzando la solita ironia tagliente che risulta qui il perfetto strumento narrativo, simbolo di una generazione di giovani affamati pronti a prendersi tutto quello che gli spetta. Le strofe, praticamente rappate, mantengono alta la frequenza e preparano al forte e potente ritornello, martellante al punto giusto da entrare in testa senza più uscirne.

Un testo pieno di rimandi ed immagini in cui ad uscire sono tutte le influenze del cantautore: impossibile infatti non sentire gli echi di un certo tipo di cantautorato romano, tra Daniele Silvestri e Max Gazzè per intenderci, di cui Fulminacci si porta dietro la capacità di raccontare la società con distacco ed eleganza, pur essendoci immerso, e ponendosi quasi come uno spettatore del circo che osserva, rimargina e sputa le sue sentenze fregandosene delle conseguenze. 

“Ma a me mi fa paura tutto e non lo vedi che divento matto, ma se lo faccio ci sarà un motivo, non sarò solo finché sono vivo” è un grido che mischia speranza e paura, un perfetto riassunto della poetica del cantautore. La musica di Fulminacci guarda al passato e lo fa con rispetto e soprattutto senza scimmiottare qualcosa che è già esistito, ma con la capacità di costruirsi una strada originale seppur “classica”. In un periodo storico in cui la maggior parte dei suoi coetanei cerca a tutti i costi l’innovazione, questo giovanotto romano, al contrario, sembra rappresentare al meglio il perfetto punto d’incontro tra l’energia del nuovo che avanza e l’eleganza della grande tradizione musicale italiana che persiste.

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Un fatto tuo personale | Testo

Scusate ho bisogno di dire quello che penso
Scusate se il testo non è poetico e intenso
Ma i tempi ci cambiano pure il senso
Di quello che scrivo, ho scritto e scriverò adesso
Problemi di lingua che dite “chi?” Uei
Chiave si dice key, k si dice key
Problemi di assegnazione di ruoli senza pensare
Che l’ultima ruota del carro è anche essa fondamentale
Che poi qual è l’ultima è un fatto tuo personale
Dipende da dove cazzo cominci a contare
Per questo motivo qualcuno inizia a cantare
Le cose che vede, che fa e che riesce a sognare
Si scandalizzano invece di contraddirsi
Da quando sono nati cercano di definirsi
Però se li spaventa persino il modo in cui ti vesti
Vuol dire che non poi così convinti
Lo so che non è facile un giorno lo accetterò
Si scrive la storia e poi si butta la spazzatura
E il senso stesso di civiltà che è contro la natura
E tutto quello di cui non si parla poi ti fa paura
Ma a me mi fa paura tutto
E non lo vedi che divento matto
Ma se lo faccio ci sarà un motivo
Non sarò solo finché sono vivo
Togliamo il male da quel piedistallo
Non evitare mai di nominarlo
E se ti basta un codice morale
Diamogli una spolverata
È un po’ vecchiotto e poi
Somiglia troppo al codice della strada
Scusate ho bisogno di fare quello che sento
Scusate se il testo non è da storico esperto
È bello sfruttare la direzione del vento
Ma è giusto cambiare la direzione col tempo
Ancora c’è chi si schiera dalla parte dei buoni
C’è chi l’ha fatto ed è convinto che basti
Solamente appropriarsi dei valori correnti
Per non avere rimorsi
E benvenuto nell’era delle parole senza articolo
Di quello piuttosto che quello piuttosto ridicolo
Del sogno più grande del mondo che diventa piccolo
E chissà qual è il prossimo bullo che diventa un idolo
Dai tempi in cui fiero copiava il compito in classe
Qui vince chi se ne frega e non paga le tasse
Del bene e di tutti davvero un po’ ci importasse
Terremmo le braccia e le aspettative più basse
Ma a me mi fa paura tutto
E non lo vedi che divento matto
Ma se lo faccio ci sarà un motivo
Non sarò solo finché sono vivo
Togliamo il male da quel piedistallo
Non evitare mai di nominarlo
E se ti basta un codice morale
Diamogli una spolverata
È un po’ vecchiotto e poi
Somiglia troppo al codice della strada
E tutti quanti dobbiamo parlare
Ma siamo soli in mezzo all’universo
Dove si sa che persino chi grida
Sembra fare silenzio
E tutti quanti dobbiamo sentire
Ma cazzo è già scoppiato il putiferio
Da queste parti persino chi canta
Sembra fare sul serio
Ma a me mi fa paura tutto
E non lo vedi che divento matto
Ma se lo faccio ci sarà un motivo
Non sarò solo finché sono vivo
Togliamo il male da quel piedistallo
Non evitare mai di nominarlo
E se ti basta un codice morale
Diamogli una spolverata
È un po’ vecchiotto e poi
Somiglia troppo al codice della strada