venerdì 22 Novembre 2024

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Valentina Giovagnini, il ricordo a dieci anni dalla sua scomparsa

Stile inconfondibile e talento indecifrabile, riascoltiamo insieme le canzoni dell’artista toscana

Ci sono voci destinate a restare incastrate nel cuore e nella memoria del pubblico più attento, lo stesso che non ha mai dimenticato Valentina Giovanigni e che, nel decimo anniversario della sua tragica morte, la ricorda con affetto e commozione. Stiamo parlando di una tra le più interessanti giovani artiste dell’ultimo ventennio, prematuramente scomparsa all’età di ventotto anni in un incidente stradale avvenuto nel pomeriggio del 2 gennaio 2009. Lo stile inconfondibile e il suo talento indecifrabile si sono imposti nel corso della 52esima edizione del Festival di Sanremo, presentata nella categoria Nuove Proposte con Il passo silenzioso della neve, classificandosi al secondo posto alle spalle di Anna Tatangelo.

Una canzone-manifesto della sua identità artistica, composta a quattro mani da Davide Pinelli e Vincenzo Incenzo. Quest’ultimo, nel corso di una nostra recente intervista, ha ricordato quel momento con le seguenti parole: «Arrivammo a Sanremo con questa ragazzina e la sua unica forza senza poter contare su alcun altro tipo di supporto. Da subito ci fu un consenso incredibile che si esaltò durante il Festival quando tutta la giuria le diede 10. Era una fusione perfetta fra l’artista e la canzone. Credo che davvero lei avrebbe potuto fare un percorso artistico incredibile in Italia ma credo che abbia lasciato, con questo suo piccolo passaggio, una traccia importante per la musica. Molte altre artiste hanno usato il suo linguaggio, hanno mischiato l’elettronica con gli strumenti tradizionali… E’ un momento che ricordiamo sempre con grande affetto e che ogni anno viene celebrato con un concorso a lei dedicato».

Il brano ha fatto da apripista al suo album d’esordio “Creatura nuda”, dal quale è stato estratto il singolo estivo “Senza origine”. Un disco innovativo e per certi versi illuminante, il pop viene rivestito da influenze celtiche che rievocano atmosfere sonore emotivamente importanti e, per certi versi, insolite per una ragazzina di soli ventidue anni. Invece, il risultato risulta credibile e il sound diventa un marchio di fabbrica che colpisce sia gli ascoltatori attenti che quelli più distratti, tra brani più orecchiabili ed altri di grande impatto qualitativo, come “Il trono dei pazzi”, lo strumentale “Accarezzando ai piedi nudi l’erba delle colline di Donegal” e “Madrigale”, in cui l’artista sfoggia al meglio il proprio strumento vocale e approcciandosi a questa affascinante tecnica musicale barocco-rinascimentale.

Negli anni successivi tenta di tornare sul palco dell’Ariston per ben quattro volte, nel 2003 con “L’amore non ha fine”, nel 2004 con “L’attesa infinita”, nel 2005 con “Inimmaginabile” e nel 2008 con “Sonnambula”, senza essere selezionata. Negli anni Valentina ha sempre continuato a comporre musica e ad esibirsi dal vivo, ottenendo un buon riscontro da parte del pubblico nelle sue varie tournée. A pochi mesi dalla sua scomparsa, nel 2009 esce il suo secondo album postumo, che racchiude dodici tracce inedite più due intense rivisitazioni delle cover “Hallelujah” e “Somewhere Over the Rainbow”.

In sua memoria è stata fondata l’associazione Valentina Giovagnini Onlus, che si occupa di diffondere e salvaguardare il suo patrimonio artistico attraverso manifestazioni di carattere benefico-musicale, come l’annuale Premio Valentina Giovagnini che si tiene a Pozzo della Chiana, concorso canoro riservato agli emergenti. Lo scorso luglio, infine, è stato lanciato il brano inedito“Inimmaginabile”, pezzo che troverete nella playlist che noi di RecensiamoMusica abbiamo creato per raccogliere la musica senza tempo di Valentina Giovagnini.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.