venerdì 22 Novembre 2024

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Wind Music Awards 2017: la prima serata tra top e flop

E’ andata in onda ieri su Rai 1 la prima delle due serate evento dei Wind Music Awards 2017 trasmesse anche quest’anno dall’Arena di Verona con la conduzione dagli ormai abituali Carlo Conti e Vanessa Incontrada. Tra gli artisti premiati coloro che nell’ultima annata musicale (maggio 2016- maggio 2017) hanno ricevuto almeno un disco di platino digitale per le 50.000 copie vendute con un singolo o un disco d’oro per le almeno 25.000 copie ottenute con un album. Premio speciale, istituito per la prima volta in quest’edizione, quello per i live più seguiti. Ma chi sono, tra i premiati, gli artisti che passano l’anno indenni, coloro da rimandare alla prossima occasione e coloro, invece, che non hanno affatto brillato in quest’annata e in questa serata? Scopriamolo insieme:

PROMOSSI:

FRANCESCO DE GREGORI. Apre la serata un pezzo da 90 della nostra musica e lo fa con uno dei suoi più grandi classici con cui, oramai, campa da qualche anno. Certo, non sarà più quello di una volta ma, anche solo per tutti i capolavori scritti da questo signore, il premio dovrebbe essere davvero il minimo. VOTO: 7

ELODIE. Fa un percorso rispettoso e di classe pur provenendo dal marasma mediatico di Amici. Conquista un disco d’oro con un ep (video-recensione) che, se pur pop, contiene delle vere perle autorali e realizza un secondo album (recensione e video-recensione) davvero denso di classe interpretativa, di quella classe che non si sente tanto spesso. Con la svolta di management le si potrebbe aprire un futuro interessante che ha dimostrato di meritare anche con questa esibizione tecnicamente sempre perfetta (alla faccia dei bamboccioni, e non solo, che non sanno beccare una nota). VOTO: 7-

FABRI FIBRA e THEGIORNALISTI. Fibra è sempre Fibra e ogni volta che ritorna lo dimostra. “Fenomeno” ne è l’ennesima conferma e lo sarebbe stato anche senza la band rivelazione dell’anno (i Thegiornalisti) che in questa estiva “Pamplona” intervengono nel ritornello con la voce di Tommaso Paradiso che sta diventando piuttosto conteso anche a livello autorale. VOTO: 7

GIORGIA. Le boicottano l’esibizione con un audio pessimo che non fa assaporare la sua grande vocalità in brano (“Credo” di cui qui trovate una mini-recensione) capace di esaltarne potenza, espressività e dinamica. A lei poco importa e continua a cantare a squarciagola dimostrando ancora una volta la bravura di una delle più belle voci della nostra musica. Un anno da incorniciare (qui la video-recensione dell’album) per lei accolta in tour denso di sold-out anche senza la sovraesposizione mediatica il che testimonia quanto il suo pubblico le sia legato. VOTO: 9

FIORELLA MANNOIA. E’ la regina dell’interpretazione da sempre e continua ad esserlo: la sua “Che sia benedetta” è stata capace di conquistare radio e pubblico giovane raccontando la bellezza della vita, fatto non scontato per un’artista di questo tipo. Per lei le vendite non si arrestano nemmeno con il tempo grazie ad uno zoccolo duro di fan che la sostiene da sempre e che apprezza la profondità delle sue parole (qui la recensione dell’album e qui la video-recensione). Una delle cose migliori della musica italiana dell’ultimo anno. VOTO: 7.5

ALESSANDRA AMOROSO. Fa ballare quella stessa Arena che da sola ha riempito per due serate consecutive nemmeno un mese fa a conclusione dell’era “Vivere a colori” (recensione e video-recensione) che per lei è stata davvero la migliore di sempre. La ragazzina del Salento balla e canta (perdendo talvolta il fiato ma almeno lo fa dal vivo alla faccia dei tanti playback) sulle note della sua più grande hit in carriera, “Comunque andare”, e viene acclamata dal pubblico che, durante le premiazioni, fa partire un un’ovazione intonando un altro suo grande successo di quest’annata (“Vivere a colori”) causando l’immancabile commozione che racconta di una ragazza che ha saputo crescere e levarsi tante etichette di dosso. VOTO: 9

FEDEZ e J-AX. Sbancano i Wind Music Awards con ben 7 premi e si confermano la realtà discografica più proficua discograficamente parlando. Dopo 3 singoli capaci di conquistare per settimane le vette delle classifiche presentano il nuovo singolo estivo che fa ballare il pubblico decisamente di più di “Despacito” alla faccia dei detrattori della musica italiana. La canzone non è di certo la loro cosa più riuscita ma, d’altronde, non serviva nemmeno. VOTO: 8

RENATO ZERO. L’artista di sempre che, nel momento in cui inizia a parlare, è sempre pronto a lanciare messaggi al pubblico. La sua genialità creativa più eccentrica ormai si è spenta da anni e anche sul piano più intellettualistico la sua penna ha perso forse del suo miglior smalto ma anche questo nuovo progetto sinfonico testimonia come Renato non si voglia fermare mai. Un artista. VOTO: 7

FRANCESCO GABBANI. Forse il più atteso della serata vista l’attesa creta dal suo padrino che ritrova, anche questa volta, alla conduzione. Anche senza scimmia riesce a far ballare l’Arena e si conquista di diritto il titolo della realtà più interessante e di più successo dell’anno. La sfida era confermare un successo clamoroso conquistato con una canzone ma “Magellano”, il suo nuovo album, contiene cose anche migliori che escludono l’idea dell’abbaglio. VOTO: 9

ERMAL META. Ha conquistato quest’esibizione dopo anni di gavetta e decine di canzoni scritte per altri che (raramente) si sono ricordati di lui una volta sul palco. Dopo il trionfo sul piano delle vendite in quel di Sanremo (il suo è ancora l’album sanremese più venduto di cui qui trovate la video-recensione) il giovane cantautore non può che continuare su questa strada grazie al forte sostegno dei suoi lupi. Non è la voce del secolo (anche ieri sera qualche passo falso l’ha fatto) ma è uno che sa il valore delle parole che scrive e che canta. VOTO: 7.5

RIMANDATI:

MARRACASH e GUE’ PEQUENO. Sono stati gli unici veri competitors della coppia Fedez-Ax per quanto riguarda il rap anche se il loro ha accantonato i facili duetti pop sposati, invece, dall’altra più fortunata coppia. Il loro progetto in coppia ha regalato ad entrambi grandi soddisfazioni e una nuova conferma di quanto il pubblico ormai li segua instancabilmente da anni. Hanno però perso il confronto diretto (e di gran lunga) e visto che il vincitore è solo uno… VOTO: 6

LITFIBA. Rimessisi insieme continuano ad essere sempre una realtà indiscutibile dell’ormai appiattito (e scomparso) rock italiano. Non li scopriamo di certo ora nella loro dose energica e nell’estro dell’intramontabile ed instancabile Piero Pelù che nemmeno stavolta rinuncia ai suoi pantaloni in pelle da buon rocker del secolo scorso. Il pubblico continua a seguirli (anche se non più come un tempo) ma forse non sono più loro a dettare legge nel mercato discografico e a livello di proposta artistica (anche questa, forse, un po’ appassita rispetto ai grandi successi di un tempo). VOTO: 6+

EROS RAMAZZOTTI. Premio speciale rilasciato dalla SIAE non si sa bene per quale motivo ma ai nostalgici degli anni ’90 va benone così con Eros che delizia con un classicone come “Più bella cosa” ed una più recente ballatona “Sei un pensiero speciale”. In quanto a vendite, il reale motivo per cui dovrebbe essere stato presente, periodo di magra per lui che con l’ultimo album (“Perfetto”) ha fatto abbastanza cilecca. Speriamo che si riprenda (musicalmente parlando) presto. In attesa VOTO: 6

NEK e J-AX. Anche Nek si è affidato al rap dello zio per quest’estate a supporto di un tour andato benissimo e che ha toccato anche l’Arena qualche giorno fa. In radio suona decisamente meglio che dal vivo ma i due hanno un feeling che ben funziona e che in classifica sta generando buoni riscontri. Per Filippo un buon anno, anche se i tempi d’oro son lontani, passato sulle orme del solito electropop (qui la recensione dell’album e  qui la video-recensione) di cui lui è stato uno dei primi promotori. VOTO: 6+

IL VOLO. I tre tenorini continuano a percorrere il mondo in lungo e in largo sulle note dei più grandi classici della lirica del nostro Paese in attesa di un nuovo progetto d’inediti che dovrebbe arrivare per la prossima stagione. L’Arena ormai li conosce bene e li accoglie con una standing ovation dopo una ponderosa esibizione di “Nessun dorma”. A loro va il merito di essere riusciti a far riscoprire la tradizione del nostro bel canto in una dimensione nazional-popolare, fatto da non sottovalutare. Anche se io rimango scettico su alcune cosette… Aspetto cose loro per valutare. VOTO: 6.5

RIKI. E’ il fenomeno del momento che è riuscito a conquistare le classifiche e un disco d’oro in appena due settimane dopo Amici di Maria de Filippi. Il pubblico lo aspettava con attesa fin da inizio serata per vedere come avrebbe reagito di fronte alla sua prima esibizione live al di fuori della scuola di Canale 5. A prima vista rimane un bamboccio ancora troppo immaturo per prendersi la carriera in mano come dovrebbe fare se punta a voler andare avanti in questo mondo. Per il resto, troppo presto dare una valutazione: aspetto la prova del nove del secondo album, al primo era fin troppo facile. VOTO: 6=

RAPHAEL GUALAZZI. Sempre estremamente timido, riservato e fuori da ogni dimensione socievole il gigante buono di Gualazzi ripropone quella che è stata una delle hit della scorsa estate con cui ha conquistato ogni classifica tanto da indurlo a riprovarci quest’anno. Rimane un nome forse di nicchia ma di qualità (non a caso la sua etichetta è la Sugar) che talvolta riesce a conquistare il largo pubblico con un prodotto che, però, non rinuncia mai alla ricerca. VOTO: 6.5

MARIO BIONDI. Altro gigante che si sta trasformando sempre più in un lord inglese di metà Ottocento. Il soul è la sua anima ed è difficile immaginarlo al di fuori di questa dimensione tant’è che, oramai, manca da qualche anno un suo brano davvero capace di conquistare le radio e il pubblico più esteso. VOTO: 6-

BOCCIATI:

LIGABUE. Torna a cantare per l’occasione dopo due mesi di stop forzato a causa di problemi vocali che lo hanno obbligato a rimandare il tour a sostegno di un mediocre album “Made in Italy”. Mediocre come la canzone proposta ieri sera (“Ho fatto in tempo ad avere un futuro”) davvero priva di ogni guizzo del Liga geniale. Per lui le 150.000 copie dell’album senza alcun singolo diventato una vera hit è davvero poco, anzi pochissimo. VOTO: 5

FABIO ROVAZZI e GIANNI MORANDI. Quando si ricorre al playback per non stonare o perché non si sa cantare davvero… Il brano in sé ha come obiettivo quello di far scatenare le masse sull’onda del tormentone di “Andiamo a comandare” della scorsa estate ed il Gianni nazionale ha intuito la grande possibilità espositiva che il ragazzo gli poteva offrire. Tutto bene ma cantare dal vivo di fronte all’Arena sarebbe stato davvero il minimo. VOTO: n.c.

SERGIO SYLVESTRE. L’ex vincitore di Amici rimane dotato di una gran bella voce che, però, non ha ancora trovato i giusti brani (tranne un paio d’eccezioni) per sfondare e conquistare il favore generale in un momento che musicalmente è abbastanza lontano dalla sua proposta (perlomeno in Italia). Lontano dall’onda di Amici e, nonostante il buon Sanremo da lui condotto, il successo pare già essersi esaurito. VOTO: 5.5

ROCCO HUNT. Anche Rocco ha perso il suo guizzo geniale che aveva caratterizzato il suo esordio: ogni nuova avventura e proposta si adagia su di un terreno già battuto, già esplorato, già abbondantemente impoverito con il risultato di non riuscire più a sfoderare quelle armi che lo avevano fatto apprezzare inizialmente. VOTO: 4.5

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.