La nostra prima lista dei desideri per Sanremo 2024, con 10 artisti che mancano da molti anni dall’Ariston e che ci piacerebbe rivedere
Mancano meno di 100 giorni all’inizio di Sanremo e il web inizia, inevitabilmente, a pullulare di liste tra nomi più sicuri, alcuni meno e altri improbabili (smentita recentemente da Fiorello l’ipotesi che Jovanotti possa presentare un brano). Noi, al momento, non vi proporremo un elenco di possibili partecipanti ma, semplicemente, due liste di desideri: una che riguarda i ritorni, l’altra gli esordi.
Questa settimana partiamo dai ritorni e, in questo senso, abbiamo considerato solo artisti che non salgono sul palco dell’Ariston da moltissimi anni, o che si sono segnalati per alcune importanti presenze negli anni ’10 ma che poi non hanno più preso parte a nessuna delle finora quattro edizioni di Amadeus.
La speranza di uno sguardo più attento anche verso i meno in vista |
Il conduttore ravennate ha portato il Festival in un’altra dimensione, convincendo i grandi nomi a tornare in gara, ma aprendo anche spiccatamente lo sguardo alle nuove tendenze e i risultati di vendita, infatti, parlano chiaro: nell’ultimo anno, ad esempio, ben 22 brani su 28 sono arrivati alla certificazione, per un totale di 3.700.000 copie certificate.
Questo ha però portato anche a chiudere molto spesso la porta a chi non fa parte delle solite èlite che muovono il mercato e quello che ci auguriamo ora da Amadeus è che nel 2024 possa mostrare una maggior sensibilità verso i meno in vista. Perché è sicuramente un merito far conoscere al grande pubblico dei giovani artisti che godono comunque già di un’ottima rampa di lancio, ma sarebbe ancora più gratificante per lui riportare ai grandi numeri qualche nome che, al momento, non gode del favore di radio, tv e piattaforme streaming. La nostra speranza, quindi, è proprio questa: che da questa lista possa uscire qualche partecipante al prossimo Festival, e non solo tra quelli che sarebbero da considerare grandi colpi.
Uomini |
Partiamo dagli uomini e qui il colpo che metterebbe d’accordo tutti è senza dubbio quello del grande ritorno di Biagio Antonacci a 31 anni dalla sua ultima partecipazione con il brano “Non so più a chi credere“. Nell’ultimo periodo ha sofferto anche lui, dal punto di vista discografico, come tutti i big della musica italiana i durissimi colpi inferti dallo streaming agli artisti più tradizionali e un Sanremo con un brano in linea con i tanti classici del suo vastissimo repertorio potrebbe rappresentare un ottimo biglietto da visita per il suo nuovo album ormai pronto. A patto, appunto, che lasci la strada un po’ troppo modaiola e danzereccia percorsa quest’estate con “Tridimensionale” per percorrerne una molto più in linea col suo passato.
E altro colpo sarebbe quello che coinvolgerebbe uno tra i più ispirati e originali poeti della nostra canzone, Samuele Bersani. Il Festival l’ha visto in gara solo due volte in più di 30 anni di carriera eppure gli ha donato grandi gioie, considerando che in entrambe le occasioni ha portato a casa il Premio della Critica “Mia Martini”, prima con “Replay“, poi con “Un pallone“. Manca dal 2012 e il prossimo anno sarà protagonista di una tournèe orchestrale: qual è il miglior palco possibile dove poter presentare un nuovo progetto con l’orchestra? Quello dell’Ariston, ça va sans dire.
Manca dal 2015 (anno in cui ha presentato la bellissima, e sottovalutata, “Un attimo importante“) Alex Britti che il Festival l’ha già anche vinto tra i Giovani nel 1999 con “Oggi sono io” e gli ha visto presentare altri successi come “7000 caffè“, “…Solo con te” e “Sono contento“. Oggi c’è un progetto che sta facendo conoscere piano piano attraverso l’uscita di alcuni singoli (in primavera “Tutti come te” e “Nuda“, questa settimana arriva “Supereroi”) e la nostra speranza è che possa vedere definitivamente la luce proprio sul palco dell’Ariston.
Manca, invece, addirittura dal 2008 Sergio Cammariere che all’Ariston ha presentato una delle più belle canzoni dell’intera storia del Festival: “Tutto quello che un uomo“, in gara nel 2003 quando ha ottenuto il terzo posto, il Premio della Critica “Mia Martini”, il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale, oltre a due dischi di platino. Ad aprile, in occasione dell’uscita del suo più recente album “Una sola giornata“, ha dichiarato di essere stato illuso da Amadeus che aveva inizialmente scelto due brani contenuti nel progetto ma poi non gli aveva più fatto sapere nulla. Il nome del cantautore calabrese sarebbe di assicura affidabilità in termini di qualità e, quindi, speriamo possa essere coinvolto nell’edizione 2024.
Donne |
Il capitolo donne lo inauguriamo con Bianca Atzei. Due partecipazioni in carriera per la cantante sarda, entrambe firmate da Kekko Silvestre dei Modà, in cui ha dimostrato di essere in grado di ottenere ottimi risultati davanti alla giusta occasione: nel 2015 “Il solo al mondo” ha lanciato un album – “Bianco e nero” – rimasto poi per quattro mesi consecutivi tra i più venduti, nel 2017 “Ora esisti solo tu” ha ottenuto un disco d’oro e addirittura 48 milioni di visualizzazioni su YouTube, nonostante in entrambe occasioni abbia ricevuto l’ostracismo della stampa dovuto al suo legame di allora con RTL 102.5. Ora per lei è iniziato un nuovo percorso con l’etichetta Apollo Records – con cui ha già pubblicato due album, “Veronica” nel 2022 e “Il mio canto libero” (qui una nostra intervista a riguardo) la scorsa estate – ma nel frattempo è anche diventata mamma e oggi avrebbe quindi anche una motivazione e spinta in più: cantare per il piccolo Noa Alexander, la realizzazione del suo sogno più intimo.
Manca dal 2013 una delle cantautrici più eleganti e raffinate del nostro panorama musicale, Simona Molinari. L’abbiamo conosciuta proprio a Sanremo nel 2009, quando gareggiava tra i Giovani con il brano “Egocentrica“, ed è poi sbarcata tra i Big quattro anni dopo in coppia con Peter Cincotti con “La felicità“, tra le canzoni ancora oggi più ricordate di quell’edizione. Dopo un periodo di silenzio discografico, è tornata sulle scene con l’album “Petali” nel 2022, anno in cui ha provato a tornare in riviera venendo ingiustamente esclusa, come dimostra la Targa Tenco poi vinta dal progetto. Un suo ritorno dopo tanti anni sarebbe il giusto riconoscimento a un percorso che ha messo sempre la qualità in primo piano.
Altra artista uscita da Sanremo Giovani è Dolcenera che l’ha vinto nel 2003 con il brano “Siamo tutti là fuori” ed ha poi partecipato da Big in altre quattro occasioni presentando successi del calibro di “Com’è straordinaria la vita“, “Il mio amore unico” e “Ci vediamo a casa“. Manca dal palco dell’Ariston da ben sette anni, periodo in cui ha continuato a pubblicare brani degni di nota come “Un altro giorno sulla terra“, “Amaremare” e “Calliope“, e la sua presenza riporterebbe in primo piano una cantautrice coraggiosa, che sa sperimentare e attraversare diversi stili pur rimanendo sempre sè stessa.
Tra le voci più belle uscite dai talent-show non possiamo invece dimenticare Chiara Galiazzo che al Festival ha partecipato finora in tre occasioni presentando sempre brani interessanti e diversi tra di loro: prima la sperimentale “Il futuro che sarà” scritta da Francesco Bianconi dei Baustelle, poi l’indimenticabile “Straordinario” scritta da Ermal Meta e, infine, l’intima “Nessun posto è casa mia” che vedeva come produttore Mauro Pagani. Manca come Bianca Atzei dal 2017 e troveremmo ingiusto, e impensabile, continuare a lasciare nelle retrovie delle voci di questo calibro.
Band |
Parlando di band, non possiamo non inserire i The Kolors: solo una presenza all’attivo finora, nel 2018 con la potente “Frida“, e si dice che ci abbiano provato più volte a tornare con Amadeus venendo però sempre respinti. In questo momento sarebbe però quasi impossibile dire di no a Stash e soci dopo il successo di “Italodisco“, indiscusso tormentone dell’estate scorsa e in grado anche di varcare i confini nazionali. E, in questo senso, il loro sarebbe anche il nome oggi più adatto in ottica Eurovision.
Chiudiamo questa lista con i Tiromancino. Federico Zampaglione non ha mai avuto un grande feeling col Festival – solo due partecipazioni in più di 30 anni di storia, nel 2000 tra le Nuove Proposte con “Strade” e nel 2008 tra i Big con la coraggiosa “Il rubacuori” – e la sua miriade di successi non è mai stata figlia dell’occasione festivaliera. La presenza del progetto del cantautore romano garantirebbe però un posto al pop più elegante e tradizionale, con però anche ottime possibilità commerciali come dimostrano i risultati radiofonici e sulle piattaforme streaming degli ultimi singoli, da “Finché ti va” al più recente “Due rose” in duetto con Enula.
Nick Tara
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