giovedì 21 Novembre 2024

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Enrico Ruggeri, trent’anni di “Oggetti smarriti”

Album Amarcord, i dischi più belli da riascoltare: un viaggio nel tempo nei ricordi di progetti che hanno lasciato il segno e che vale la pena riportare alla nostra attenzione

Tra i progetti discografici che quest’anno festeggiano trent’anni dalla loro prima pubblicazione, troviamo “Oggetti smarriti”, il decimo album in studio da solista di Enrico Ruggeri, artista che non ha di certo bisogno di presentazioni. Sulla scia del successo del precedente album di inediti “Peter Pan” e, soprattutto, dopo la vittoria al Festival di Sanremo 1993 con “Mistero”, il cantautore milanese ha pubblicato un lavoro estremamente personale, incentrato sul racconto di un suo momento di vita molto particolare, ossia la separazione dalla sua ex moglie.

Il disco non ottiene grandi riscontri commerciali e le canzoni presenti non vengono proposte nel tempo da Ruggeri durante i suoi concerti, ma personalmente considero questo album tra i suoi più belli, non solo perché il protagonista si mette a nudo, ma perché lo reputo un lavoro istintivo, onesto e ben a fuoco, non che gli altri lavori non lo siano, anzi, ma per un songwriter del suo calibro, che ha scritto brani memorabili anche per altri colleghi, non deve essere stato semplice tirare fuori un pezzo come “Non piango più”, che ritengo essere un piccolo capolavoro, al punto che mi piacerebbe venisse riproposto e valorizzato, perché contiene un messaggio così universalmente importante che non potrà mai passare di moda: nella vita ci si rialza sempre.

Riascoltando oggi “Oggetti smarriti” risuona come un album abbastanza omogeneo, tutte le tracce sono qualitativamente nella media, nessuna sgomita o prevale sull’altra, questo aspetto rende il disco piacevole all’ascolto dall’inizio alla fine. Un disco più pop e forse meno rock, con qualche richiamo simil-prog e diverse ballad degne di nota, che incarnano appieno la poetica di Enrico Ruggeri, abile a destreggiarsi sulla pista dei sentimenti come un pilota di MotoGP. Il risultato? Un lavoro gradevole e garbato che andrebbe riscoperto o riascoltato, perché sottolinea sia il lato umano che le eccelse doti da musicista di uno dei nostri più ispirati baluardi della canzone d’autore.

Oggetti smarriti | Tracklist e stelline

  1. Piccole persone
    (Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone, Alberto Tafuri)
  2. Non piango più
    (Enrico Ruggeri)
  3. Lunghe strade dipinte
    (Enrico Ruggeri)
  4. Speranza
    (Enrico Ruggeri)
  5. L’orizzonte (di una donna sola)
    (Enrico Ruggeri)
  6. Non è una canzone d’amore
    (Enrico Ruggeri)
  7. Senza terra
    (Enrico Ruggeri)
  8. La vita davanti
    (Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone)
  9. Cuori solitari
    (Enrico Ruggeri)
  10. Paranormale
    (Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone)
  11. Oggetti smarriti
    (Enrico Ruggeri)
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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.