L’inventario di Sanremo 2025 da parte del direttore artistico Carlo Conti, che in un’intervista scioglie il riserbo e svela qualche piccolo dettaglio in più sul suo prossimo Festival
Mancano 114 giorni alla partenza di Sanremo 2025 e molto meno della metà dalla chiusura delle candidature, il direttore artistico Carlo Conti fa il punto della situazione sulle pagine de Il Messaggero, intervistato da Andrea Scarpa.
Il conduttore toscano ha messo in luce le dinamiche della rassegna e le sue aspettative riguardo ai brani che sta ascoltando, in vista della scadenza per l’invio delle candidature che, da regolamento, è fissata per il prossimo 26 novembre.
Riguardo al panorama musicale italiano che emerge dalle proposte finora ascoltate, Carlo Conti ha affermato: «C’è di tutto. Pezzi leggeri e più impegnati. Fra i giovani ci sono molti che hanno presentato brani simili ad altri di successo, quindi senza originalità, la prima cosa che cerco. Per i Big è diverso, hanno già la loro identità. Tante sono allegre e altre affrontano questioni più familiari che collettive. Sono tutti concentrati sul loro microcosmo».
Un tema che suscita discussioni, a volte anche in maniera esasperata, è quello della musica rap e trap, spesso associata a contenuti di violenza e sessismo. Il direttore artistico ha precisato: «Da quel mondo lì, per ora, sono arrivate soprattutto canzoni d’amore sui rapporti difficili uomo-donna. Niente di più. Stanno maturando». E in merito ai dissing e agli insulti che caratterizzano spesso la scena musicale contemporanea, ima aggiunto: «Che ognuno faccia quello che vuole, ovviamente pagandone le conseguenze soprattutto di immagine».
Quando si è parlato di artisti come Fedez e Tony Effe, che potrebbero partecipare al suo quarto Festival, Carlo Conti ha sottolineato: «Dipende dal brano. Io prima ascolto quello, poi guardo chi lo canta». E a quanto pare, almeno per il momento, non sono partiti nemmeno chiamate ufficiali da parte del conduttore: «Aspetto sempre che siano gli artisti a proporsi. Non faccio inviti».
Un tema molto atteso riguarda l’ipotetica reunion dei Pink Floyd (ne abbiamo parlato qui) o la possibilità di avere ospiti Roger Waters e David Gilmour rispettivamente la prima e l’ultima serata. Il direttore artistico ha ammesso: «Averli sarebbe bellissimo. Ma costano e sono in pessimi rapporti. Temo che resterà un sogno».
E riguardo agli ospiti internazionali, ha precisato: «Non credo. Sono un po’ passati di moda questi interventi al Festival», un po’ come le presenze dei comici: «Più che un lungo monologo credo sia più efficace una comicità spalmata nel corso delle serate». E sull’ipotesi di riunire il trio con Panariello e Pieraccioni, Carlo Conti conclude seccamente: «Non credo proprio».
Nico Donvito
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