giovedì 21 Novembre 2024

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Damiano David in salsa Harry Styles, dov’è finita la sua unicità?

Analisi sul percorso solista di Damiano David, dopo l’uscita dei singoli “Silverlines” e di “Born With A Broken Heart”, brani che segnano un netto cambio rispetto al repertorio dei Maneskin

La doppia uscita dei primi due singoli da solista di Damiano David, prima “Silverlines” e poi “Born With A Broken Heart” ha segnato un netto cambio di rotta rispetto al repertorio dei Maneskin. Mentre il mondo attendeva un’evoluzione naturale, i brani presentati dal giovane romano sembrano allontanarsi non solo dal rock, genere che ha caratterizzato l’ascesa internazionale della band, ma anche dalla vocalità distintiva con cui ha conquistato il pubblico dei sette continenti.

Se “Silverlines” poteva apparire come un episodio isolato, con “Born With A Broken Heart” è emerso un quadro ben più chiaro: ovvero il fatto che non ci sia un quadro ben più chiaro. Qui, Damiano sembra marcatamente seguire le orme sonore di Harry Styles, quasi camuffando la propria identità. Non parliamo solo di stile, ma di un cambiamento radicale nel suo modo di cantare. Lontano dall’energia emotiva e dal pathos graffiante che lo contraddistingueva, in questi brani emerge un Damiano che pare rifugiarsi in una comfort zone melodica e orecchiabile, di matrice accentuatamente pop.

Born With A Broken Heart” ha tutte le potenzialità per diventare un successo radiofonico, almeno qui da noi. È assai probabile che lo sentiremo su tutte le emittenti italiane, ma a che prezzo? Il brano pur ben prodotto, richiama in modo evidente il sound di artisti già affermati, rendendo difficile non notare la somiglianza con qualcosa di già sentito. Se “Silverlines” era meno d’impatto, pur vantando la freschezza della collaborazione con Labrinth, questo nuovo pezzo sembra essere stato confezionato per ‘ex One Direction, non portando nulla di nuovo a galla.

Certo, è innegabile che il video e la canzone siano infiocchettati in maniera del tutto impeccabile, ma ciò che ci si chiede è: dov’è finita l’unicità di Damiano David? Quell’identità, che fino a poco tempo fa era così chiara e marcata, sembra ora sfumata in una rappresentazione più commerciale, lontana da ciò che lo ha reso interessante alle orecchie del pubblico. Se l’intento è quello di sperimentare, bisognerebbe farlo con un progetto più coeso, in grado di chiarire una direzione precisa. “Silverlines” e “Born With A Broken Heart” risultano slegate tra loro, creando confusione anziché dare una visione chiara del nuovo percorso.

Pur comprendendo la volontà di non ripetere il sound dei Maneskin, ci si domanda a cosa serva diventare il “clone” di altri per il bene del proprio percorso solista. Se Harry Styles avesse rilasciato “Born With A Broken Heart”, sarebbe probabilmente rimasto in cima alle classifiche per intere settimane. La produzione è di alta qualità, certo, ma l’originalità sembra essersi smarrita.

Il passaggio da rockstar a baluardo del pop non è necessariamente sbagliato, ma è importante non sacrificare l’identità originale per seguire tendenze già esplorate. Il rischio è quello di perdere il legame con il pubblico che ha amato Damiano David per la sua autenticità e il suo coraggio artistico, nel riprendere più da passato che dal presente. La musica è ciclica, oltre che un viaggio di scoperta e di crescita, auguriamo al giovane cantante di ritrovare la sua bussola affinché possa continuare a rappresentare al meglio la musica italiana nel mondo.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.