Recensione del secondo album d’inediti dell’interprete
Dopo l’esordio ad Amici c’è stato quello a Sanremo ed ora Elodie si può dire davvero pronta a dare avvio ad un percorso musicale importante da costruire passo passo con consapevolezza e attenzione. Il disco arrivato contemporaneamente alla sua prima partecipazione al Festival a febbraio 2017 porta il titolo di “Tutta colpa mia” e ha confermato la produzione di Emma e Luca Mattioni oltre alla cifra stilistica dell’artista dai capelli rosa sempre sofisticata ed elegante.
L’album non poteva non che aprirsi con Tutta colpa mia il brano presentato a Sanremo nonché il più orecchiabile e pop del disco grazie ad un incisivo ritornello che ripete “amore amore amore andiamo via, chiudo gli occhi non mi importa ma tu portami via” mentre racconta un amore difficile finito per colpa di un lui che scappa ogni volta. Elodie sposa mondi musicali del passato riportando in voga quel mood anni ’60/’70 della nostra musica con un arrangiamento orchestrale ed una voce che si pone al di sopra di tutto per interpretare con una netta particolarità vocale. Emma che co-firma il testo entra in gioco anche in Fine, dove il beat si fa più sostenuto per raccontare un amore chiuso per sempre in un ritornello tracimante cantato con una vocalità soul, e Verrà da sè, basata tutta su un battito di mani che sancisce il ritmo delle strofe prima di un ritornello pop che racconta una notte di passione “di quelle che ti bruci”.
Si parla d’amore in tutto l’album declinandolo nelle sue diverse declinazioni: dall’amore folle di Sono pazza di te (della coppia autorale Camba-Coro che inquadra l’anima di Elodie con delle strofe cupe che arrivano al passionale ritornello con un lungo crescendo) a quello complicato de La gelosia dove la bellezza del puro sentimento si scaglia contro i troppi dubbi portando a sperare di farsi “illudere ancora un po’” mantenendo una timbrica leggera e scanzonata.
Tra le cose più contemporanee c’è sicuramente Semplice firmata da Abbate-Amati che tira fuori nuovamente quelle timbriche sporcate di black tipiche di Elodie che interpreta sentitamente. I suoni moderni vengono mantenuti anche per La cosa che rimane massimizzandone l’utilizzo in una base tutta elettronica davvero ben confezionata e che esalta la vocalità dall’interprete unica vera protagonista. La mano di Emma alla produzione in queste cose si sente eccome e già ce la si immagina sul palco a destreggiarsi con luci e danze adatte a queste atmosfere.
A chiudere c’è la parte più popolare e classica a partire da La mia strada verso il sole, che recita “voglio ancora ammalarmi d’amore io” in un ritornello senza troppe pretese oltre a quello di essere scanzonato, fino a Giorni bellissimi di Giovanni Caccamo e Alessandra Flora che portano la loro più tipica intimità in una ballata che racconta una vita come un sogno vissuto ad occhi aperti. Parte con buone intenzioni La differenza che poi però si apre in un ritornello pop senza troppe novità raccontando i rimpianti per non aver fatto abbastanza “alla fine di un amore”.
Bene fa anche la rodata coppia autorale di Ermal Meta e Dario Faini che per Una favola non è raccontano (a loro modo senza cercare troppe innovazioni) un amore reale e non di certo ideale. Nelle sua semplicità il pezzo risulta efficace e ben cucito addosso alla voce che lo interpreta continuando a ricordare quel bel vecchio mondo musicale italiano degli anni ’60/’70.
Il duetto del caso è quello con Zibba che scrive Amarsi basterà a cui poi dona la sua vocalità profondissima cantando la libertà da inseguire in un rapporto di coppia da vivere senza troppe regole o restrizioni.
Chiude l’album il vero gioiellino del disco, non a caso firmato da Amara: La verità è una lentissima ballata al pianoforte che dal presente racconta un passato amoroso difficile. Dalla voce profonda e struggente di Elodie il brano acquista ancor più forza e si presenta come la miglior cosa fatta ascoltare in questo disco.
Elodie compie un buon passo avanti inquadrando in modo più preciso il mondo musicale a cui aspira e lo fa in un album costruito su di lei velocemente in occasione del Festival di Sanremo a cui ha comunque presentato il pezzo migliore che avesse a disposizione per quell’occasione. Bene la produzione del duo Emma-Mattioni che l’ha valorizzata, bene la scelta di autori vari ed efficaci, bene la grande capacità interpretativa che emerge in alcuni brani. Ora c’è da continuare a lavorare nel cercare un repertorio sempre più efficace e a fuoco, in dei testi di maggior spessore e una varietà di temi più importante. A mancare a questo disco è forse proprio questo: un peso specifico importante che il poco tempo a disposizione non ha permesso di trovare come si era intravisto nel primo progetto discografico (Un’altra vita qui la video-recensione) che conteneva qualche piccola perla dal punto di vista autorale. Elodie dalla sua, però, ha talento interpretativo, classe, tempo e una voce riconoscibile.
MIGLIORI TRACCE: La verità – Tutta colpa mia – Fine – Semplice
VOTO COMPLESSIVO: 8/10
TRACKLIST [autore testo – autore musica]:
- Tutta colpa mia [Emma, Cosimo Angiuli, Giovanni Pollex, Francesco Cianciola – Cosimo Angiuli, Giovanni Pollex, Francesco Cianciola]
- Amarsi basterà [Zibba, Dario Ciffo]
- Fine [Emma, Paolo Barillari – Emma Rohan, Jez Ashurst, Mark Bates]
- Semplice [Andrea Amati, Federica Abbate]
- Sono pazza di te [Federica Camba, Daniele Coro]
- Verrà da sè [Emma, Luca Mattioni, Mario Cianchi – Luca Mattioni, Mario Cianchi]
- La mia strada verso il sole [Emiliano Cecere, Alberto Pioppi]
- La differenza [Jack Jaselli, Mario Cianchi, Massimiliano Elli]
- Giorni bellissimi [Giovanni Caccamo – Alessandra Flora, Giovanni Caccamo]
- La gelosia [Giulia Anania, Jonny Lattimer, Marco Ciappelli]
- Una favola non è [Ermal Meta, Dario Faini]
- La cosa che rimane [Roberto Angelini]
- La verità [Amara, Salvatore Mineo – Amara]
VIDEO-RECENSIONE
Ilario Luisetto
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