Recensione dell’EP di debutto di Einar
Più volte è stato detto che il talent show costituisce un’arma a doppio taglio: un trampolino di lancio per il talento vero, cristallino ma emarginato o non considerato dalle distratte etichette discografiche oppure una ghigliottina pronta a recidere con un colpo secco il capo dello sventurato che capita per quelle parti. Einar Ortiz, giovane e puro talento cubano ha tentato la sorte ed ha scelto la via di Amici di Maria de Filippi dove si è classificato al terzo posto finale. Difficile, però, sostenere che questo suo tentativo abbia arriso positivamente al suo talento, lo abbia incoraggiato e guidato per lanciarlo nel firmamento della musica italiana. Più semplice, e corretto, pensare che il talent per lui non sia stata la strada più giusta da intraprendere o, per meglio dire, non quella migliore per questo momento della sua vita. A testimoniare per questa tesi è il suo primo EP, intitolato semplicemente Einar, e pubblicato dalla Sony Music Italia a conclusione del suo percorso musical-televisivo.
Sette tracce totali, quattro inediti e tre celebri cover, per raccontare chi è Einar oggi, chi lo è stato ieri e dove ha intenzione di andare domani. Il problema, però, è che tutto ciò Einar non è ancora in grado di farlo con la giusta e necessaria consapevolezza e maturità e lo si capisce dallo stesso viaggio musicale che offre con questo album.
La partenza avviene con l’ibrida Chi ama non dimentica scritta da Tony Maiello e a metà strada tra il pop dell’apertura intima e sussurrata ed il ritornello quasi rock con l’apertura della ritmica. Il brano racconta, ovviamente, d’amore e lo fa riflettendo sulla differenza che c’è tra cuore e mente concedendosi un cantato melodico ed orchestrale che viene poi espresso anche nella più riuscita Salutalo da parte mia. Daniele Magro, che ne firma testo e musica, riesce a confezionare il miglior inedito per il giovane interprete che qui non ha bisogno di strafare con una vocalità ancora parecchio incerta riuscendo a dedicarsi unicamente al racconto che, in questa occasione, arriva sincero, vero, preciso. Si paga, forse, lo scotto di una mancata aderenza ai diktat della contemporaneità musicale ma la bella ballata pop che ne risulta è la dimensione che meglio si addice all’Einar di oggi riuscendo a valorizzarne, per quanto possibile, le intenzioni e la resa. Una canzone che, probabilmente, già da sola sarebbe stata in piedi ma che con questo interprete di certo non manca il bersaglio dell’emozione.
Maiello torna anche per l’elettronica e sintetica Notte d’agosto dove il presente s’impossessa del sound spaziando tra sintetizzatori e tastiere rispondendo all’obbligata proposta di un beat facile da assimilare nelle estati d’oggi pur senza riuscire, però, ad appartenere davvero al suo interprete che ne esce piuttosto dissestato. A concludere la lista degli inediti c’è Non c’è che per la firma dello stesso Einar dovrebbe risultare l’episodio più personale pur non riuscendo, però, a trasmettere tale sensazione con la giusta convinzione mantenendosi in un territorio poco stimolante.
Anche nel reparto cover le scelte sono poco ponderate e giustificate passando dall’attuale (e riuscita) Il diario degli errori, in cui Einar ricalca le orme nitide di Michele Bravi (di cui gli manca però l’intensità) riuscendo a trovare la propria cifra nel racconto del brano, sufficientemente affine alle sue corde non troppo dotate tecnicamente, al grande classico di Sergio Endrigo, Io che amo solo te, e al capolavoro di Samuele Bersani, Giudizi universali, entrambi bistrattati interpretativamente facendo mancare l’originale intensità ed emotività.
Ad uscire da questo primo lavoro discografico dell’italo-cubano è il forte sentore di un prodotto poco personale, poco meditato e davvero poco messo a fuoco malgrado sia, tutto sommato, sufficientemente valido nella proposta musicale in sè. Einar è un EP che del suo interprete contiene ben poco e che, soprattutto, ha come grande difetto l’eccessiva varietà di proposta e di mancanza della necessaria intensità: dal pop intimo e tradizionale si passa senza troppe remore all’electropop degli up-tempo estivi non facendo notare l’enorme differenza di mondi ed intenzioni e questo perchè Einar, probabilmente, non è ancora pronto a raccontare sè, a capire chi davvero egli sia, da dove viene e dove vuole andare: tutte domande a cui un artista, al giorno d’oggi, deve aver già trovato una risposta se spera di sopravvivere nella giungla del mercato.
MIGLIORI TRACCIA: Salutalo da parte mia
VOTO COMPLESSIVO: 5.7/10
VIDEO-RECENSIONE: (in aggiornamento)
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Ilario Luisetto
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